Ben venga la sobrietà nella vita ecclesiale!
Tutti i giornali di oggi, 3 settembre 2014, riportano la notizia che il segno della pace durante la messa deve avvenire con più sobrietà.
Siamo d'accordo, ma vorremmo che in tutte le forme liturgiche e in tutte le manifestazioni religiose si privileggiasse la sobrietà.
Invece siamo costretti ancora ad assistere, in occasione della celebrazione di sacramenti e in altri momenti, a vere e proprie kermesse, a strombazzamenti canori, a sfarzose parate con drappi oro e argento, ad adorare Madonne rivestite di oro, a vedere vestiti anacronistici e offensivi della povertà e cortei religiosi accompagnati da fuochi d'artificio, tutte espressioni di mondanità che poco si conciliano con la preghiera e la riflessione.
Ci colpì fortemente la bara di legno nella quale volle essere deposto Paolo VI alla sua morte, e auspicammo un chiesa purificata da fronzoli e sovrastrutture, simboli di ricchezza e di potere.
Si auspichiamo anche a Procida una liturgia sobria e l'eliminazione, nelle nostre chiese e nelle nostre manifestazioni religiose, di ogni espressione di sfarzo e di magnificenza in quanto a parer nostro poco si confanno con lo spirito del Vangelo.
Papa Francesco ci ha fatto capire che la concezione della chiesa in quanto casa del Signore e molto diversa da quella a cui siamo abituati; una chiesa deve essere disponibile anche ad accogliere persone sfrattate, senza casa, persone che non hanno dove posare il capo.
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