PROCIDA: E' veramente l'isola della cultura?
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Procida 9 agosto 2025 Casale Principe Umberto: Omaggio a Pino Daniele |
Ma ora sento di aggiungere che, piccole o grandi che siano le opere degli artisti indigeni o stranieri, gli eventi non si possono lanciare in aria come fuochi di artificio, che brillano pochi minuti per poi spegnersi nel silenzio della notte.
Attimi di felicità pura, ma che appartengono al mondo delle suggestioni artistiche più che all'arte e alla cultura nella sua dimensione più profonda.
Come insegnano i grandi pensatori un evento culturale espresso da un talento artistico non si lancia per aria in serie.
Anche un piatto prelibato, farcito con amore e cura, lo si presenta e lo si distanzia dagli altri piatti, per dare alla persona che lo gusta il senso completo di quella pietanza.
E se ci vuole garbo nella presentazione di un piatto gustoso, immaginate un po' che garbo è necessario per presentare al pubblico un evento culturale o anche semplicemente ricreativo.
L'evento, sia esso artistico o culturale come un festival, è frutto dell'anima e del pensiero dell'artista, degli artisti, degli uomini di cultura, e in quanto tale ha bisogno di una grande cura, sia nella preparazione, sia nella esecuzione, sia nel tempo dell'assimilazione.
Sono tre i tempi necessari affiché un evento artistico-culturale possa toccare il cuore e la mente dello spettatore, e offrire stimoli di crescita e maturazione personali , destinati nel tempo a migliorare la sua vita e quella del territorio in cui è chiamato a vivere.
Offrire gli eventi a pioggia, purtroppo è uno spreco, che imbratta più che arricchire, creando distonia, sovrapposizione di messaggi che possono svanire in quanto c'è una sorta di sovraesposizione che impedisce l'assimilazione.
La scuola, come molti sapranno, è in crisi proprio per la struttura dell'orario scolastico: un balzello vorticoso di messaggi culturali sovraesposti: un ora di italiano due di matematica uno di fisica e e così via... non tenendo in alcun conto le ultime scoperte scientifiche che precisano nella mente del ragazzo otto tipi di intelligenze diverse, pertanto uno studente fa fatica a passare da un ora letteraria a un ora di artistica e poi di matematica e poi ....
Immaginatevi di trovarvi nello stanzino oscuro di un fotografo di alcuni anni fa nel momento in cui l'artista deve stampare e rendere al meglio visibile l'immagine catturata; una minima sovresposizione, un semplice filo di luce caduto all'improvviso su quella materia, può danneggiare la fruizione della foto.
Anche chi va a teatro sa, per esperienza che se vi si recasse ogni sera trasformerebbe gli eventi teatrali in banali passatempi e non in accoglienza dell'anima parlante dell'artista che ha creato quei dialoghi e quella storia.
Penso proprio che Procida debba riflettere a lungo su questo aspetto, che non è privo di senso se ha ottenuto il significativo riconoscimento di "Capitale della cultura". In quanto tale non dovrà mai permettere di banalizzare la cultura scaricando ogni giorno eventi su eventi senza una opportuna cura dei tre tempi necessari.
E quando dico Procida non intendo dire la classe politica, perché la politica democratica funziona se funziona il sociale, cioè l'insieme dei cittadini procidani, i quali devono indirizzare poi il politico a fare scelte opportune.
In genere quando le cose non vanno bene si è abituati a dare la colpa alla politica, e invece la causa prima è il sociale che si è sottratto ad un compito, doveroso in democrazia, ossia non limitarsi a esprimere in voto nelle elezioni ma a esaminare i problemi della collettività durante il mandato e offrire continuamente proposte a chi è stato chiamato ad amministrare.
Come cittadino penso che non possiamo accettare che artisti italiani, anche di fama internazionale, solo perché artisti ambiscano lasciare almeno per un giorno il graffio della loro arte sull'isola.
Ogni artista che viene sull'isola, ha il dovere morale amarla e rispettarla e donarle la propria ispirazione, e anche la propria riflessione critica, affiche l'isola nei suoi figli più attenti e disponibili possano beneficiarne e portare avanti quel processo culturale iniziato circa due secoli fa, fin dall'apparire di quel piccolo romanzo di Lamartine: Graziella, al quale l'isola dedica un evento meraviglioso come "La Sagra del Mare" che viene programmato con cura, avendo attenzione al momento di preparazione, cura nell'esecuzione e riflessione critica nel post evento.
Cura e riflessione messe in campo anche per lo straordinario "Corteo del Venerdì Santo".
In realtà, fatte le dovute proporzioni, così dovrebbe avvenire sempre per ogni piccolo o grande evento.
Se questo avverrà, l'isola ne trarrà grande beneficio e qualora il grande Pino Daniele, al quale Procida ha donato un momento magico nei giorni scorsi, avesse la ventura di affacciarsi qui tra noi, potrebbe cantare, parafrasando la sua famosa canzone: "Procida non è na carta sporca...."
Pasquale Lubrano lavadera
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