PROCIDA: L'80% DEL NOSTRO VERDE E' ANDATO DISTRUTTO
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L'isola Di Procida vista dall'alto, |
Purtroppo nell'isola di Procida come nella vicina Ischia è molto alto il numero delle denunce e delle cause civili. Un primato che certamente non aiuta la convivenza pacifica. E questo è dovuto soprattutto all'alta densità abitativa, 11.000 abitanti in 3,7 kmq. - molti in poco spazio - che incide sulla vita e sullo sviluppo dell'isola dal punto di vista ambientale e nei rapporti sociali.
Gli abusi edilizi sono stati negli ultimi cinquanta anni numerosi e si sono verificati anche dolorosi abbattimenti di costruzioni.
Dopo secoli in cui siamo sopravvissuti in poco spazio, le famiglie tutte hanno sentito il bisogno di avare case comode e spaziose, nonostante i liniti dell'isola, e di avere in una famiglia più di un auto e più di un motorino o di una bicicletta , inoltre camions giganteschi, taxi di grossa portata, pullman larghi quanto le stradine. Gli incidenti non si contano più, ormai non fanno più notizia.
Il benessere economico ha aumentato i bisogni di tutti e nessuno sul territorio ha mai pensato che il limite geografico poneva anche dei limiti nello sviluppo.
Quale possibilità oggi abbiamo per abbattere questo triste primato ed avviarci verso uno sviluppo sostenibile con meno denunce e superando la cultura della contrapposizione che un po' dovunque impera.
Qualcuno afferma che sono i bisogni insoddisfatti che rendono il procidano litigioso in quanto tali bisogni determinano sentimenti di amarezza, di sconfitta, di impotenza, di intolleranza, di frustrazione, di sconfitta.
E questo è in parte vero anche se la gestione di tali sentimenti non è qualcosa che il cittadino riuscirà a farcela da solo. Di fronte ad uno sgarro del vicino di casa, di fronte ad una aggressione verbale o a un'infrazione territoriale come superare la rabbia e la reazione? Non è facile rispondere senza ricorrere a qualche bravo avvocato e a qualche bravo psicoterapeuta .
Tuttavia qualcuno ha indicato un principio che sembra banale ma che in realtà va al nocciolo della questione, un principio dimenticato: "Il tempo è superiore allo spazio" ossia detto in altre parole: "Il tempo è galantuomo.". Il tempo ci dirà se siamo avviati verso il bene o verso la distruzione.
Cosa può significare nella nostra vita? Significa che la corsa allo spazio, al possedere in tutti campi del vivere sociale, conseguenza diretta di quel principio di dominazione che da millenni ha regolato l'assetto sociale, spesso distruggendolo con le guerre le relazioni fra gli Stati, entra anche nella nostra convivenza civile e crea conflitti che vanno sciolti solo davanti al giudice.
E tutto questo nella piccola isola di Procida ha creato oggi una situazione al limite del parossismo. Anche perché pochi hanno ricordato che per la costruzione di case abbiamo cementificato l'80% dele nostro verde e che l'alto numero di auto e motorini e camion nelle nostre piccole stradine porterà un tasso sempre maggiore di inquinamento atmosferico che danneggerà la nostra salute.
La Scuola e la politica potrebbero fare molto in tal senso a livello informativo formativo.
La scuola inserendo due nuove discipline nel curriculum scolastico: A "Come costruire il bene relazionale tra le persone" per combattere la litigiosità"; B "La difesa e lo sviluppo sostenibile della propria città".
La politica democratica potrebbe invece stimolare i cittadini ad interessarsi dei problemi più importanti dell'isola, per renderli partecipi delle scelte operate, dei pericoli imminenti, invitando i cittadini a dedicare un po' di tempo alla risoluzione dei problemi della comunità, oggi presa di assalto da turisti di tutto il mondo per terra e per mare.
Non so se la frenesia turistica a cui assistiamo, finanche nelle baie balneabili stressate da migliaia di motoscafi, con la trasformazione di negozi garage e tante altri spazi in centinaia di B&B sia un processo virtuoso di sviluppo sostenibile per l'isola o solo una mostruosa trasformazione di essa.
Non ci resta che tentare di vivere bene nel tempo che ci è dato in un rapporto sereno con chi ci è accanto senza più bramosie e ingordigia di spazi e di monete sonanti e interessarci un po di più dei nostri problemi insieme, creando gruppi di ascolto politico
Pasquale Lubrano Lavadera
29 10 1944.
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