Fiumicino 27 dicembre 1985: il giorno dell'odio
Fiumicino: 27 dicembre 1985: il giorno dell’odio
Di Ugo Gargiulo
Golem Edizioni
Presentato alla Fiera
del libro di Torino 2016, il libro Fiumicino:
27 dicembre 1985: il giorno dell’odio (Edizioni Golem) di Ugo Gargiulo, già
Presidente delle Associazioni delle Compagnie aeree dell’ aeroporto di
Fiumicino, vuole essere una ricostruzione di quell’attentato terroristico nel quale perirono tragicamente 13 vittime e
oltre 60 feriti gravemente.
Scrive l’autore,
testimone oculare di quella efferata
violenza ad opera di quattro terroristi: “Il libro nasce sull’onda emotiva di
quell’attentato e delle sue conseguenze. Inizialmente concepito come una stringata
cronaca dell’accaduto, esso si è arricchito di elementi collaterali con
l’attentato, alcuni assolutamente impensabili, altri possibili, altri ancora
probabili.”
Egli sa bene di non
poter offrire una verità assoluta, ma solo una ricerca che aiuti a chiarire,
soprattutto a se stesso le dinamiche e l’evoluzione di avvenimenti importanti
per la storia dell’Italia in quegli anni roventi, nella consapevolezza che
dietro ogni avvenimento, al di là dei fatti, c’è un perché che va ricercato
nella nostra italica difficoltà “ a fare squadra”, a condividere un obiettivo
comune.
Lo si vede a livello
politico, dove pur di avversare le iniziative presentate dalla controparte,
spesso si mette da parte l’onestà intellettuale a danno del bene del paese. Lo
si vede a livello delle Forze dell’Ordine, non sempre coese, con grave gravi
conseguenze nella ricerca della verità.
Ai morti di Fiumicino
nel 1985, si aggiungono i morti per attentati di questi ultimi anni fino a quelli di
oggi, uccisi dalle più barbare espressioni dell'ISIS nel tentativo di annientare “la nostra gioia di vivere, la cultura della libertà e della fratellanza
universale.”
Ma, dice Gargiulo, non
ci piegheranno: “Lo dobbiamo alle vittime innocenti che continueranno a vivere
nel nostro cuore. Lo dobbiamo a noi
stessi, interrogandoci sul perché della tempesta, mentre attendiamo il ritorno
del sole.”
Pagine forti, dense,
acute nelle analisi e per certi versi scomode, perché non temono di snidare chi
opera nell’ombra o non s’impegna a mettere in atto le opportune regole di controllo e di sicurezza; ma anche
ricche di speranza nel desiderio mai taciuto
di impedire che interessi economici e politici continuino a prevalere
sulla ragionevolezza che imporrebbe, tra l’altro, a tutti gli Stati di
analizzare con viva e solidale partecipazione le cause del terrorismo
internazionale: non ultime quelle che hanno determinato il conflitto sempre acceso tra Israele e Palestina.
A lettura ultimata, ci
ritroviamo dentro accresciuta la
consapevolezza che dobbiamo avere più a
cuore la cultura della pace , perché un
domani possa attuarsi, realmente, nelle nostre citta, quella fraternità fra i
popoli sognata da tutti noi.
Pasquale Lubrano
lavadera
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