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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

Esisteva nell'isola un muro abbandonato

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Operazione Primavera  19 maggio 2013 Esisteva nell’isola un muro abbandonato, cadente e scrostato, proprio li davanti alla Scuola Media,   dove tutti i giorni i ragazzini felici si recavano a scuola. E su quel muro solo e derelitto apparvero, appesi ad un chiodo, sacchetti di immondizia.  Esistevano intorno alla Scuola piste da corsa, campetti di basket e di pallavolo invasi dalle erbe, con le reti violentemente strappate e, tutt’intorno all’imponente struttura scolastica, muretti di cinta e ringhiere arrugginite senza più colore. Ma un bel giorno, un nutrito gruppo di giovani ,adulti e bambini decisero di abbracciare quel luogo e dedicarvi il proprio tempo libero per riportare amore, cura e bellezza in quegli spazi destinati all’istruzione e alla formazione dei ragazzi dell’isola.  Strapparono le erbacce, pulirono le aiuole e le piste, sistemarono i campetti sportivi e misero il colore sui muretti di cinta e sulle ringhiere, e su quel muro abbandonato, dopo averlo ben

"Camminando s'impara" - E se coinvolgessimo anche i giovani dell'Istituto Superiore?

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L'arrivo dei ragazzi con l'asinello al plesso delle Elementari in Largo Caduti Vitalità, entusiasmo, gioiosa partecipazione, ecco quanto si respira nell’iniziativa “Camminando s’impara” che da aprile scorso è stata promossa da alcuni genitori procidani, che hanno voluto far riscoprire ai propri figlioletti la gioia di percorrere insieme ai loro compagni il tragitto casa-scuola. In un’isola sempre più minacciata da un traffico assurdo e avvelenata dai gas di scarico, dove le strade sono diventate corridoi anonimi privi di vita,   l’evento ha il sapore delle cose autentiche e restituisce alla collettività il senso della vita e civiltà nei costumi. Simpaticissima la presenza dell’asinello “Gennarino”, che porta sulla groppa le cartelle dei ragazzi più piccoli; immagine mitica della semplicità laboriosa e dell’aiuto generoso che dovremmo sempre più riscoprire come valore fondamentale del nostro vivere. Sarebbe straordinario se si riuscisse a trasmettere il significato

Dobbiamo ridurre le disuguaglianze

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Da un'indagine che facemmo tempo fa sui redditi dei procidani, risultavano forti disuguaglianze nella nostra isola. Disuguaglianza che è cresciuta in in questi ultimi anni per la mancanza di lavoro. Chi si sta occupando di trovare  o creare lavoro  per i giovani? Chi aiuta, per esempio, i diplomati che escono dal Nautico a trovare un imbarco? Proporre oggi la riduzione delle disuguaglianze non significa rispolverare senza riflessione critica   vecchie ideologie o peggio ancora non curarsi dell’efficienza; vuol dire piuttosto interrogarsi sulle falle del nostro sistema socioeconomico. Falle che ci impediscono di sfruttare un enorme potenziale umano che giace inutilizzato per le sperequazioni del sistema e invece potrebbe concorrere alla trasformazione, finalmente in chiave moderna del paese. Proporre di ridurre le disuguaglianze significa portare alla ribalta un’agenda ormai ignorata da tutti i partiti politici, anche da quelli che ne avevano fatto una bandiera… Questa ag

Procida, "L'isola di Arturo" di Elsa Morante

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Elsa Morante (1912-1985) Era il dicembre del !957 quando sulle pagine de "Il giornale di Procida" diretto dal Sindaco Mario Spinetti, comparve per la prima volta un articolo a firma di Matide Casalbore che parlava del romanzo "L’isola di Arturo " di Elsa Morante. Riportiamo alcuni brani di quella recensione che annunziava ai procidani tutti che Procida, dopo " Graziella" di Lamartine,   era nuovamente protagonista di un romanzo scritto da una delle più grandi scrittrici italiane, che tanto amò l’isola da desiderare che le sue ceneri fossero disperse nel suo azzurro mare. “Che L’isola di Arturo è Procida, lo dice apertamente Elsa Morante l’autrice di questo romanzo vincitore del Premio Strega 1957  (romanzo forte, a volte fino alla durezza, umanissimo e amaro, che un critico ha definito “virile” se non fosse sempre improntato di una misura, di una contentezza tutta femminile). E tuttavia ci avverte che dei luoghi nominati nel libro “non si

Antonietta Righi: "Fare qualcosa di più per i giovani"

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Antonietta Righi con suo marito Antonio Salvemini e il nipotino Gabriel Abbiamo rivolto alla Pittrice Antonietta Righi alcune domande sulla sua vita di artista e sul futuro dell'isola. Quando hai scoperto la tua vocazione artistica? Avevo 8 o 9 anni quando sentii in me il desiderio di dipingere. Abitavo alla Marina Grande in uno dei più antichi caseggiati   situato al lato Nord, e dal mio balcone cominciai a disegnare tutto quello che vedevo, la chiesa, le barche, le case, le persone. Ricordo che mio padre, nel vedermi con quelle matite in mano e per giunta al balcone, si innervosiva. Ma, stranamente, nonostante avessi timore di lui per la sua severità, continuai imperterrita a disegnare. Dopo le elementari andai a scuola media, ed ebbi una ragione in più per continuare a disegnare in quanto tra le materie scolastiche c’era artistica e mio padre non poté più fermarmi, anche se borbottando continuava a dirmi: “Ma che stai facendo, vai a vedere in casa se c’è qualcosa da f

Procida riscopra la cooperazione!

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Michaela Barbiero studentessa universitaria Iniziamo con la studentessa Michaela Barbiero  una serie di interviste ai giovani procidani per capire quali sono le loro aspettative ma anche per  far tesoro dei preziosi contributi che essi offrono per migliorare la vita nell'isola. Oggi quali sono le opportunità che Procida offre ai giovani per il lavoro? Non si può dire che attualmente Procida offra opportunità variegate ai giovani sia a livelli di studio che a livelli lavorativi. Mess i da parte la carriera marittima che ancora riesce   a dare impiego a molti di noi, e l’ambito turistico e commerciale, da intraprendere con non pochi sacrifici, coloro che non vogliono lanciarsi in questi mestieri si vedono costretti a guardare altrove, oltre il mare. Molti di noi sono già espatriati, se così si può dire, per cercare qualcosa di più adatto alle proprie passioni e ai propri interessi. Eppure Procida potrebbe fare di più. Procida potrebbe fare di più! In che  senso

La scuola a Procida, un impegno per tutti

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Procida: Istituto Superiore "F. Caracciolo - G. da Procida" Plesso di Largo Caduti Se vogliamo migliorare la vita a Procida bisogna cominciare dalla Scuola, metterla sempre più al centro del nostro impegno. I giovani sono il nostro futuro, per cui la massima cura, da parte delle famiglie, associazioni, della Chiesa e della Politica, dovrà essere riservata a loro. Il contributo che qui di seguito riportiamo è del Professore di liceo Roberto Carnero. Nella stragrande maggioranza dei casi l’origine del disagio nei giovani ha a che fare con due realtà: la famiglia e la scuola…In quanto docente mi interrogo soprattutto sulla scuola…Quell’ambiente che dovrebbe essere per eccellenza il luogo della crescita personale, della socializzazione, della formazione culturale, insomma luogo di scoperte, di curiosità, di entusiasmi, spesso viene percepito come un carcere. Ha scritto Oscar Wilde: “Una scuola dovrebbe essere il posto più bello di ogni città e di ogni villaggio,

Procida, via San Rocco, 52

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Proseguendo per via san Rocco, notiamo, fra le case poste lungo la strada, al n. 52, un interessante fabbricato. Al di sopra del portonicino d'ingresso si apre un'ampia finestra che contine due busti marmorei di grandezza naturale...A chi attribuoire quelle sculture che decorano così caratteristicamente quella facciata? Qual è la loro provenienza? Quello di sinistra è un ritratto di una giovane donna, dalla folta e fluente chioma spiovente sulle spalle: essa è avvolta in un ampia veste a grendi pieghe...La scultura più interessante è il busto bifronte, che riproduce due volti di giovani saraceni, forse due ritratti. Essi sono addossati con spalla contro spalla, ed hanno i petti scoperti e gli omeri avvolti da un'ampia toga con garbate pieghe, che, partendo dalle spalle sinistre, passano sul capo per coprire artisticamente l'unione delle due teste. Il volto di quello di prospetto ha labbra carnosi e sporgenti, con larghe narici e ampie sopracciglie. L'altro, inv