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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

PROCIDA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA: Intervista a LUIGI PRIMARIO

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Luigi Primario   Procida, Capitale Italiana della Cultura Ne parliamo con Luigi Primario, Consigliere delegato alle Politiche giovanili.   Non c'è vera cultura se si escludono i giovani. Alcune volte a torto si pensa che i giovani non possano dare contributi, in quanto non hanno ancora assimilato le esperienze lavorative. Il filosofo Aldo Masullo diceva che  sono indispensabili alla società sia gli adulti  sia i giovani in quanto  senza i giovani non c'è futuro, e senza gli adulti manca appunto l'esperienza consolidata. La cultura oggigiorno svolge un compito fondamentale all’interno della società, soprattutto in un mondo sempre più globalizzato: custodire storie e identità e raccontare tradizioni lontane per promuovere nuove forme di incontro e convivenza per un futuro sempre più ampio e diversificato. Per questo motivo i protagonisti "assoluti" del presente, nonché del futuro, non possono che essere i giovani, ideatori privilegiati di un mondo sempre più v

PROCIDA uomini e donne di cultura : Don Vincenzo di Liello, un avventuriero dello spirito

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  Don Vincenzo Di Liello   con ragazzi della sua comunità Chissa cosa avrebbe detto oggi don Vincenzo Di Liello alla notizia di Procida Capitale della cultura? Acuto ed attento osservatore dei fenomeni sociali ed ecclesiali avrebbe certamente dato, con la sagacia che lo caratterizzava, una valutazione illuminata e illuminanate per tutti noi. Fra i sacerdoti che hanno svolto il loro ministero sull'isola di Procida, don Vincenzo di Liello è stato certamente un uomo spiritualmente significativo e ricco di risorse umane e filosofiche. In tutta la sua esistenza non è venuto mai meno a quella chiamata che gli chiedeva di donare a Dio la sua vita per aiutare gli uomini, tutti gli uomini che avrebbe incontrato sulla sua strada, a comprendere la portata spirituale e sociale del messaggio evangelico. Convinto dell'amore di Dio, pur nelle prove della vita, sapeva farsi umile e piccolo di fronte ad ogni essere umano che si avvicinava a lui per  chiedere perdono dei propri peccati o per ess

PROCIDA: uomini e donne di cultura - Pasquale Scotto di Carlo navigante, filosofo e scrittore

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     Pasquale Scotto di Carlo (il secondo da sinistra) presenta La Polena  alla Fiera del libro con Anna Maria Galli Zugaro, Adele Galeota e Heinz Riedt Molti ricordano ancora con affetto il Direttore di Macchine, Pasquale Scotto di Carlo, filosofo e scrittore. La sua ardimentosa avventura nei mari del mondo,   poi l'ideazione del Residence "La Rosa dei Venti", infine la pubblicazione di due romanzi: La Polena e Janara, lo resero una figura appassionata e amabile, un ardimentoso operatore culturale in campo economico e letterario.    La presentazione del suo primo libro La Polena alla Fiera del Libro fu un grande successo. Affascinava il suo modo di parlare così ricco di metafore   e indicazioni concrete tratte da una vita vissuta con passione e slancio, insieme alla sua cara moglie   Titta e ai tre figli Gianni, Nicola e   Erminia. Seppe prendere a due mani la malattia che lo   portò via ancora molto giovane, e   colorò di saggezza anche quel trapasso cosci

PROCIDA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA La fiera del Libro negli anni 50 combatté la povertà culturale dell'isola

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  Nel dopoguerra la realtà culturale di Procida era tenuta in piedi essenzialmente dall'Istituto Nautico al quale accedevano solo quei ragazzi che superavano l'ammissione alla scuola media. E non erano molti. La maggior parte degli alunni, dopo la quinta elementare, si avviavano alla scuola professionale per potersi imbarcare sulle navi come motoristi. Non esisteva una libreria sull'isola e solo qualche docente procidano, molto pochi per la verità, leggeva. Don Michele Ambrosino, giovane prete, dopo alcuni anni passati all'Istituto Genovesi a Napoli venne inviato come parroco nella Chiesa di San Giuseppe alla Chiaiolella e come insegnante di religione alle Scuole Medie. Erano gli anni 50 e Procida si avviava lentamente al turismo proprio alla Chiaiolella con la nascita del Lido di Procida. Frequentata soprattutto da napoletani, e in incognita da francesi che venivano a visitare l'isola descritta dal poeta Lamartine nel romanzo Graziella, Procida si reggeva

PROCIDA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA L'isola accoglie è sostiene il popolo africano che fugge dalle guerre

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Assunta Vignale con Haoua e Marianne del Camerum Molti, ancora oggi,  si chiedono che cosa  abbia potuto  favorire la nomina di Procida  a Capitale della cultura italiana 2022  Lo chiariva il Ministro Franceschini nel momento della proclamazione, affermando che la commissione, leggendo il dossier della candidatura, aveva deciso di cambiare i parametri di valutazione e preferire una piccola citta che, nonostante le ferite della Storia, ha sempre cercato, con impegno costruttivo e tenace, di  superare i limiti geografici e storici e accogliere nelle sue braccia popoli di ogni parte del mondo. Ci siamo però chiesti: quali possono essere state le esperienze più significative realizzate nell'isola che hanno preparato tale nomina e indirettamente indotto tale scelta.  La più importante di grande valore storico e morale è stata sicuramente l'accoglienza  di un grande numero di rifugiati, così come previsto dal progetto SPRAR del Governo.  Di fronte ad una maggioranza di citta

PROCIDA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA: La Fiera del Libro alla Chiaiolella

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  Don Michele Ambrosino presenta alla fiera del libro La Polena di Pasquale Scotto di Carlo Nel dopoguerra la realtà culturale di Procida era tenuta in piedi essenzialmente dall'Istituto Nautico al quale accedevano solo quei ragazzi che superavano l'ammissione alla scuola media. E non erano molti. La maggior parte degli alunni, dopo la quinta elementare, si avviavano alla scuola professionale per potersi imbarcare sulle navi come motoristi. Non esisteva una libreria sull'isola e solo qualche docente procidano, molto pochi per la verità, leggeva. Don Michele Ambrosino giovane prete, dopo alcuni anni passati all'Istituto Genovesi a Napoli venne inviato come parroco nella Chiesa di San Giuseppe alla Chiaiolella e come insegnante di religione alle Scuole Medie. Erano gli anni 50 e Procida si avviava lentamente al turismo proprio alla Chiaiolella con la nascita del Lido di Procida. Frequentata soprattutto da napoletani, e in incognita da francesi che venivano a visitare

PROCIDA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA: LA BIBLIOTECA COMUNALE

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  Biblioteca Comunale: Convegno su Lamartine e Graziella   La Biblioteca Comunale di Procida, istituita con deliberazione di Giunta municipale  n° 209 del 14 novembre 2013 nel primo piano dell'Ex Conservatorio delle Orfane a Terra Murata,  rimasta negli anni successivi abbastanza in sordina, non disponendo il Comune di una adeguato numero di impiegati a cui affidare stabilmente il funzionamento di essa, solo nel 2017, dopo un'ufficiale "manifestazione di interesse" rivolta alle Associazioni di volontariato dell'isola, è stata  affidata dall'Amministrazione Raimondo Ambrosino all'Associazione culturale Isola di Graziella, dopo una regolare sottoscrizione di un protocollo d'intesa, che precisava diritti, doveri e responsabilità. Contemporaneamente la Commissione Cultura si è adoperata per rivedere il Regolamento, aggiornandolo e facendo esplicito riferimento al Manifesto dell'Unesco per le Biblioteche pubbliche. È stata inoltre proposta l'intitol

Procida Capitale Italiana della Cultura: Due Figure di rilievo Giuseppe Imbò e Antonio Parascandola

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  Antonio Parascandola Giuseppe Imbò I libri più importanti sulla storia di Procida sono stati scritti alla fine dell'ottocento poi per mezzo secolo il grande silenzio e la grande oscurità. In tale buio due luci due grandi nomi Giuseppe Imbò e Antonio Parascandola docenti universitari e ricercatori scientifici che   con i loro studi e le loro ricerche hanno tenuto alto il nome di Procida a livello culturale. Due figure che andrebbero rivisitate e fatte conoscere ai cittadini italiani. Se oggi Procida ha meritato il titolo di Capitale della Cultura   lo si deve anche a loro, al loro impegno strenuo   di formazione degli studenti universitari e ai risultati scientifici raggiunti grazie alla loro forte passione per la ricerca. Giuseppe Imbò (1899-1980) geofisico, sismologo, fu prima assistente di Alessandro Malladra all’Osservatorio Vesuviano, poi, dal 1929, direttore dell’Osservatorio di Catania. Presidente dell'Associazione geofisica italiana, venne nominato direttore dell’O