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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Procida non può dividersi sull'accoglienza a 34 immigrati

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Procida: La casa comunale Un grande polverone si sta alzando sull’isola per la realtà dell’accoglienza a 34 immigrati. Si parla addirittura di referendum. Come mai tanta preoccupazione? Non abbiamo forse accolto in questi decenni centinaia e centinaia di immigrati nelle nostre case come badanti, collaboratori, impiegati, muratori, giardinieri? Non siedono i nostri figli nelle scuole accanto ai loro figli? Se, alcuni tra loro hanno formato famiglia con i procidani, perché ora per questi 34  immigranti, che lo Stato ci affida, siamo allarmati a tal punto da invocare un’istituzione  come il referendum. A rigor di logica se dovessimo applicare questo istituto del referendum , per coerenza lo dovremmo applicare per tutti gli immigrati presenti sul territorio. E sentiamo tutti che sarebbe una cosa assurda. Ognuno  può e deve  esprimere il proprio parere ma sarebbe opportuno non litigare e non dividerci su questo problema. Di fronte ad un piano nazionale di accoglienza, in u

RIPENSARE IL PALAZZO DELLA CULTURA

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Procida: Il Palazzo della Cultura a Terra Murata Esisteva una volta  a Terra Murata il Palazzo Giovanni da Procida, divenuto poi Conservatorio delle Orfane e infine Palazzo della Cultura, con l’annessa Cappella della Purità, oggi sala di convegni. Circa 10 anni fa, esso è stato affidato con comodati d’uso gratuito agli Istituti Universitari L’Orientale e Il Suor Orsola Benincasa, al Signor Scotto di Marrazzo  con il Museo Casa di Graziella, ai Radio Amatori e a un’Associazione. Il comune però si è riservato lo spazio per la Biblioteca Pubblica nel primo piano  dove l’Orientale ha posto la sua sede. Pensiamo che allo scadere dei vari comodati il tutto vada ripensato in maniera nuova e più organica anche perché in questo momento il Palazzo della Cultura è l’unico spazio vitale, posto in sicurezza, che il Comune Possiede, oltre alla Casa Comunale in via Libertà. Per cui esso dovrebbe essere veramente il palazzo dove si esplica, nelle forme più varie, la dimensione più alta e

Lamartine poeta e politico

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Alphons de Lamartine giovane in un viaggio in Italia giunge a Procida nel 1811. Era nato a Macon nel 1790.  Lamartine non è stato solo il grande poeta romantico delle Meditazioni. Egli, dopo il grande successo letterario come poeta, intraprese la carriera politica perché da monarchico aveva  colto la svolta storica dei tre principi della rivoluzione francese, li aveva assimilati e si era buttato nell’agone politico, prima come Sindaco e poi come membro del Parlamento, per difendere i diritti dei poveri, dell’infanzia e per combattere  l’idea della guerra come risoluzione dei conflitti tra gli stati. Inoltre grande fu la sua battaglia  politicaper combattere la pena di morte che egli riteneva assurda. Lamartine a 30 anni sposa Marianne Birch Nel 1848, poi,  fu l’ispiratore della seconda rivoluzione francese e Ministro degli Esteri nella breve  Seconda Repubblica. Esperienza soffocata dal  populismo nascente che capovolse il nuovo assetto e volle la  restaurazione dell

Procida: Il Sindaco non è un “Mammasantissimo”

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Il Sindaco di Procida Raimondo Ambrosino Qualcuno ha scritto che i miei articoli politici sono di parte. La qualcosa è la verità perché  ognuno scrive in base all’esperienza che ha vissuto e le esperienze sono sempre diverse l’una dall’altra ed espressione di una “parte” e non del “tutto” Ma le diversità sono date per confrontarsi non per combattersi. Questo è lo sforzo primario della democrazia! Purtroppo oggi in Italia la democrazia  è avvelenata  dal turpiloquio, dall’aggressione verbale, dalla presunzione e dallo scontro ideologico.. Ma veniamo alla realtà di oggi al Comune di Procida. Nonostante molte interviste, articoli, lettere ai cittadini da parte del Sindaco Raimondo Ambrosino e di membri dell’Amministrazione, h o l’impressione che molti procidani non si siano ancora resi conto della grave situazione economica e sociale in cui versa il Comune di Procida.  Infatti parlando con amici continuo a sentire spesso critiche sugli attuali Amministratori, come se lo

La cultura non cresce con gli eventi

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Da un'interessante intervista a Riccardo Muti: In ogni città ci vuole un progetto culturale condiviso, senza invidie né gelosie.  Se la cultura venisse usata come elemento di crescita del turismo, porterebbe un beneficio forte all'economia. L'Italia dovrebbe avere il record di turismo, cosa che non è. C'è qualcosa di sbagliato...Lo spettacolo-evento può uccidere la cultura... Farei aprire tanti teatri per darli alle forze locali che coltivino nuovi talenti. Favorirei regole per aprire l'opera a tutti, non appannaggio di un élite. C'è stato un lento e inesorabile cammino verso l'igmoranza generalizzata che nasce proprio per il disinteresse per la cultura, fin dalle scuole primarie.. Favorire la creatività e la libertà di espressione...Ogni vera opera d'arte è libera espressione dell'animo e va al di sopra di messaggi politici, anche se c'è stato un uso nefasto del potere. La vera cultura unisce, supera le divisioni, abbatte gli steccati.