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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Alba De Cespedes a Procida

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  La scrittrice Alba de Cespedes venne più volte a Procida perchè la traduttrice  del suo libro Quaderno Proibito in lingua francese era Juliette Bertrand che viveva per lunghi periodi nell'isola.  La De Cespedes  alloggiava all'Hotel Riviera  e si recava a Pizzago dove viveva Juliette per confrontarsi con lei sulla traduzione.  Un momento dell'incontro tra  Juliette e Alba è riportato nel libro di Pasquale Lubrano Lavadera "Ritrovarci nella Brasserie Lipp", edizioni IOD.   Testimone di  quel momento  fu la giovane procidana Carterina Mancusi che  divenne collaboratrice domestica e poi figlioccia della Bertrand. Grazie alla Bertrand, Alba de Cespedes divenne molto famosa in Francia e i suoi libri tradotti da Juliette Bertrand  nell'isola di Procida,  sono ancora oggi molto richiesti.  Nella foto un ultima edizione proprio del "Quaderno Proibito" nella traduzione della Bertrand, per i tipi della Gallimard. 

DON MICHELE AMBROSINO: SAREI UN PRESUNTUOSO SE DICESSI...

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  Don Michele Ambrosino (1924-2015) Don Michele Ambrosino, parroco del Santuario di san Giuseppe di Procida , nel Natale del 1999 inviò una lettera di auguri ai suoi parrocchiani. Tra le altre cose così scrisse: "Io dovrei, possibilmente avviare un dialogo con tutti sui grandi temi dello scopo della vita, sul significato della religione, sul valore del Cristianesimo e sul concetto della felicità umana. Sarei un presuntuoso se dicessi che sono tanto bravo su questi temi, Se dicessi però che non ci penso con serietà e frequenza direi il falso e mi esporrei a farmi discreditare, fornendo di me stesso un'immagine superficiale, e che non merita poi troppa stima. Ci incontriamo così spesso, ma io purtroppo neanche di tutti conosco il nome. Quest'anno che registra il compleanno di Cristo per 2000 volte, si svolge a Roma sotto forma di Giubileo, che ha come inizio simbolico l'apertura di una porta.  Prendo lo spunto augurare a tutti una grande apertura di mente e di cuore, la

JULIETTE BERTRAND LA DONNA CHE HA DEDICATO A PROCIDA PAGINE DI VITA MERAVIGLIOSE

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  J ULIETTE BERTRAND, scrittrice e traduttrice francese, amò Procida con grande passione e la difese a denti stretti da ogni possibile speculazione ambientale. Vi soggiornò quasi stabilmente dal 1952 al 1972. Se ne allontanò solo per motivi di salute e morì, pochi mesi dopo la partenza, nel 1973 a Parigi tra le braccie della procidana Caterina Mancusi, sua figlioccia, a cui lasciò in eredità la dimora parigina. Viene oggi considerata tra le più importanti traduttrici dall'italiano avendo fatto conoscere ai francesi i più grandi romanzieri italiani del 900 tra cui Moravia, Palazzeschi De Cespedes, Moretti, Sciascia. Soggiornò a lungo nella casetta di via Pizzago 22 nel grande giardino della famosa Villa Lavina che si affacciava nella meravigliosa baia della Chiaia. Sarebbe bello se Procida dedicasse a lei il belvedere che si trova propio a Pizzago di fronte al cancello della casetta dove lei visse. per chi volesse conoscere di più la sua vita sull'isola: Pasquale Lubrano

Procida: IL MISTERO DELLA CAMPANA SCOMPARSA

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  Procida: Inaugurazione della Campana nella Chiesa della SS: ANNUNZIATA  IL MISTERO DELLA CAMPANA SCOMPARSA, tale potrebbe essere il titolo di un libro “giallo”, che ha avuto momenti di “thrillinng” nella ricerca e collocazione di una foto, trovata nell’archivio di Espressioni procidane, senza alcuna indicazione,   se non l’anno di costruzione della campana (1953), il nome dello studio fotografico napoletano, la conoscenza del Sindaco Mario Spinetti, deceduto il 2 febbraio 1958, del reverendo di cui ricordavo la sua figura, ma non il suo nome (all’epoca avevo solo sette anni).    Mi è stato provvidenziale l’incontro, per caso, della Signorina Carmela Scotto di Carlo (Muntauto) di anni 96, attiva e vispa come una giovinetta, che conosceva bene il Rev. Domenico Meglio e che mi indirizzò a fare le ricerca nella Chiesa della SS, Annunziata (Madonna della Libera). Qui ho trovato un’ottima accoglienza del Parroco, nonché Curato di San Michele, Padre Michele del Prete, che si è messo a c

PERCHE’ TANTE ASSOCIAZIONI NASCONO E POI…SI SPENGONO

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    Leggendo il libro di Pietro A Cavaleri “Vivere con l’’altro, per una cultura della relazione” ho capito il perché, spesso, le associazioni, pur nate con obiettivi di grande respiro, dopo aver realizzato eventi e iniziative importanti, volti a migliorare la società nei suoi multiformi aspetti: artistici, culturali, sanitari, economici, politici ecc. , perdono quel vigore iniziale e pian piano si spengono. Mi colpiva un passo del libro. “Se la cultura moderna ci ha fatto scoprire l’individuo , sostenendone l’affermazione in ogni ambito della vita sociale; se il pensiero filosofico del secondo Novecento, dopo l’immane tragedia della seconda guerra mondiale, ci ha rivelato la fondamentale importanza dell’ altro , è ora giunto il momento di affermare la centralità della relazione con l’altro , la necessità che gli individui imparino a riconoscersi reciprocamente .” Nella vasta disamina circa questo riconoscersi reciprocamente , risulta fondamentale la realtà del bene relazionale