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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

Vincenzo Romano, il parroco che non si ferma al puro esercizio del culto

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Sfama il popolo durante l'eruzione del Vesuvio del  1794 Nel parroco Vincenzo Romano troviamo una carità che si espande fuori del puro esercizio del culto e s’interessa e si affaccia per tutti i bisogni umani privi d’altro soccorso. Egli a nulla è estraneo, tutti conosce, tutti conforta, tutti ammonisce, tutti benefica. Anzi la sua carità da individuale si fa sociale, da spirituale anche professionale ed economica per ritornare subito morale e religiosa. Si dedica all’educazione dei fanciulli e dei giovani nella sua casa, dove gratuitamente tiene lezioni per i vari ordini di scuola. Si impegna per la giusta composizione delle questioni economiche e sociali esistenti tra gli armatori delle coralline ed i marinai che affrontano la fatica e i rischi della pesca. Conoscere la sua vita  e il suo amore assoluto  per gli altri ha "sconvolto" la vita di tanti procidani.

Napoli: LA GRANDE FORZA DELLE CATACOMBE DI SAN GENNARO

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Napoli: Le Catacombe di San Gennaro Siamo tutti a conoscenza  di alcune difficoltà sorte tra la Chiesa napoletana e la Chiesa universale (Vaticano) sul modo di gestire le Catacombe, per diritto canonico di proprietà vaticana. La Chiesa Universale (Vaticano) se da una parte non vuole alcuna restituzione  sugli utili degli anni passatri, per il futuro vorrebbe comparere l'utilizzo degli utili delle Catacombe di San Gennaro alle modalita di utilizzo degli utili degli altri beni ambientali del Vaticano. E' giusto questo? A questo punto ci chiediamo: Ma la Chiesa di Napoli fa parte della Chiesa universale? La vita ecclesiale delle comunità napoletane come quella della Sanità che fa capo al parroco don Antonio Loffredo è parte della chiesa universale? Noi pensiamo di sì,  e pensiamo che la Chiesa universale (Vaticano) debba sentire profondamente suo il lavoro che Don Antonio Loffrredo ha avviato in quel quartiere che sta risorgendo dalle macerie morali dando lavoro

Accadeva durante la grande guerra

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Più di sette mila persone che abitavano a Bassano dovettero andare via, perché il Monte Grappa sempre veniva bombardato. I soldati quasi tutti venivano dal Meridione, contadini e non che speravano almeno di mangiar bene! Qualcuno aggiungeva: ci danno anche la cioccolata. Le abitudine linguistiche si mischiarono con i dialetti. Un ingegnere, insieme ad altre persone si mise a costruire gli aerei. E quando il primo aereo prese il volo il costruttore disse che sentiva l’azzurro del cielo nel petto. Sul Monte Grappa c’era il convento dei Benedettini che producevano un’ottima grappa, la protagonista della grande guerra. I soldati prima di andare a combattere l’aggiungevano al vino; serviva per il loro cammino e   anche a morire. Sul Monte Grappa ora si vive come in un luogo della memoria. A Bassano riposano ventimila italiani. In questi luoghi di montagna anche gli alberi hanno combattuto, la grande guerra ha distrutto tutto. L’esercito Italiano

Aboliamo i voti nelle scuole dell'obbligo!

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Abbiamo già parlato negativamente delle prove INVALSI nella scuola dell'obbligo. Ma occorre anche ripensare  il voto, strumento didattico che la Montessori aveva eliminato nelle sue classi insieme ai registri. Riportiamo alcune riflessioni sul voto di una maestra dopo aver consegnato le schede di valutazione alle famiglie: “Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale. Il voto corrompe. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa. Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia. Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto. I vot

"Il Lago" di Alphonse de Lamartine

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Una delle più belle poesie del romanticismo francese Alphonse de Lamartine  (1790 - 1869) IL LAGO Così, sempre sospinti a sponde nuove e rare e nella notte eterna tratti senza ritorno, nell’oceano del tempo potremo mai gettare l’ àncora un solo giorno? O lago! Ha terminato l’anno appena il suo volo e a quei flutti che lei rivedere sperava, torno a sedermi, guarda! su questa pietra, solo, dove anche lei posava! Muggivi allora sotto queste rocce profonde schiantandoti così, sui fianchi flagellati, così gettava il vento le schiumose tue onde su quei piedi adorati. Una sera, in silenzio vogavamo, ricordi? Sotto il cielo, e sull’acque s’udiva il ritmo lento dei remi che infrangevano, coi loro tonfi sordi, dell’onde tue il concento. D’un tratto, al mondo ignoti, sorsero degli accenti che attutirono gli echi della sponda incantata e la voce a me cara ( tacquero i flutti attenti ) così parlò, ispirata: “ Propizie ore, fermatevi!