DINO AMBROSINO:E' possibile parlare di pace in politica.
Intervista a Dino Ambrosino Sindaco di Procida sul tema della pace.
La politica spesso più che luogo di pacificazione è luogo
di scontro, di cui le guerre sono l’espressione massima. Come ti sei posto in
questo spazio e quale posto occupa nelle tue scelte il valore della pace,
Provengo da una formazione giovanile nell’AC che mi ha
sempre spinto a considerare la pace e la giustizia tra i valori fondamentali
per l’uomo e strettamente legati tra loro.
Pace quindi nella giustizia
Si ma nella prassi mi sono accorto subito che non è facile.
Inizialmente quando mi trovavo dinanzi a persone che mi si opponevano con una certa violenza
verbale nasceva in me una certa reazione. Ma poi ho capito subito che in tal
modo non avrei costruito niente di nuovo. L’umanità è andata avanti per secoli
in questo scontro e i frutti negativi sono sotto gli occhi di tutti… Dovevo esser
capace di pormi in ascolto ed accettare limitazioni…. saper perdere qualcosa in
vista di quel bene più grande che è l’unità e la pace…in questo senso io parlo
di “compromesso necessario”.
Scelta difficile ma coraggiosa in campo
politico. Scelta che viene poco praticata. Lo vediamo nel parlamento italiano
ed anche a livello Europeo. Vogliamo l’ Europa unita ma poi non sappiamo quale
strada percorrere per tale obiettivo.
Si perché non siamo disposti a quel “compromesso necessario” che ci impone limitazioni ma ci fa avvicinare all’altro. Ho sentito qualche volta affermare: “Meglio il meno perfetto nell’unità che il più perfetto nello scontro e nella divisione.”
So che qualche volta nella tua esperienza di sindaco hai
dovuto anche affrontare qualche aggressione verbale.
Sì, ricordo una volta che dopo aver pedonalizzato un’area e
vietato il parcheggio fui aggredito verbalmente da un cittadino. Reagire o
restare in silenzio? Capivo che nessuna delle due strade sarebbe stata
efficace. Avevo una terza via: chiedere il perché di quella aggressione e poi
informare il cittadino sulle motivazione che mi avevano spinto a quel
provvedimento. Ho visto che col tempo il rapporto si è normalizzato.
E nel consiglio comunale?
Inizialmente il rapporto con la minoranza è stato difficile,
c’erano veri e propri duelli con le parole. E alcune volte ci sono cascato e mi
veniva di affilare le armi. Ma poi la voce interiore mi ha portato a fermarmi, a rispettare la diversità di approccio ai
problemi trattati. Capivo che, se mantenevo la calma, il dissidio, sulle prime
forte e aspro, poteva volgere ad un confronto più sereno…sapendo però di dover
sempre far calcolo di qualche contraccolpo. L’importante è rimanere vigili e dominare la reazione e
sapere che anche un consiglio comunale può essere palestra di pace e non di
guerra.
Capisco la difficoltà in un momento storico in cui il
mondo è sconvolto da guerre, da contrapposizioni ideologiche…Sembra quasi che
ogni desiderio di pace si vanifichi … 25 anni fa in Israele Peres cercò una
mediazione con Arafat…Oggi sembra tutto essere stato annullato.
Più i contesti sono esarcebati più necessario diventa
esprimere con fermezza il messaggio di pace. C’è una forza in questi valori che
penetra nei cuori…sì in quei cuori che non sono asserviti alla menzogna, al
partito preso, alla violenza. Se l’uomo ha conservato nel fondo del suo cuore
un anelito al bene, capirà che bisogna camminare insieme per un mondo più unito
e in pace.
Oggi si parla di consorzio tra comuni. Un fatto positivo
in controtendenza a quanto si viveva nel passato dove ogni comune era isolato.
Come ti sei mosso in questo campo.
Ho cercato di rispondere a una richiesta che veniva anche
dalle normative istituzionali per cui ha aderito a quei patti territoriali che
ci hanno visto insieme ai 6 comuni di Ischia, Monte di Procida, Bacoli,
Pozzuoli…. Un tentativo che stiamo facendo dove non mancano le difficoltà ,
vedi il Parco di Nettuno, ma a cui do
molta importanza, sottolineandone il
valore sempre.
Nel processo di pacificazione rientra anche la soluzione pacifica di queste
fughe di migranti da paesi in guerra. So che anche Procida è stata toccata da
questo problema e che inizialmente nel territorio c’era chi vi si opponeva.
Anche questa volta abbiamo reagito con argomentazioni affermando diritti e doveri. E in una realtà
italana dove sempre più si scatenava la caccia al migrante noi abbiamo potuto dare un forte segnale di
accoglienza…..
Parlavi di pace e giustizia e di conseguenza di rispetto
dei diritti fondamentali Nella tua politica la difesa dei diritti sociali quale
posto occupa.
Un posto fondamentale. Il comune si trovava senza assistenti sociali e senza la possibilità di assumere dipendenti in quanto avevamo ereditato una realtà di pre-dissesto. Tuttavia capivamo che questo vuoto andava riempito. Un comune senza l’ufficio dei servizi sociali è un comune morto….Oggi abbiamo due figure professionali in tal campo che ci hanno offerto un valido aiuto sia nel campo dell’integrazione dei migranti sia in altre emergenze sociali.
Qualcuno ha scritto
che il valore della pace sociale passa attraverso l’acquisizione di quel
valore che è il bene comune. Un valore oggi messo in crisi dalla ricerca
spasmodica del bene individuale. La tua visione a riguardo.
L’ho affermato più volte anche pubblicamente. Spesso la
politica è stata viziata da un esercizio del potere male inteso. Per conservare
tale potere si è preferito spesso assecondare le esigenze di singoli cittadini con scelte avulse da quello che è il bene
della collettività. Per cui si è infiltrato nella cultura odierna la convinzione
che il bene comune sia la somma dei beni individuali…Ho cercato di dare una
sterzata in questo senso ma non sempre sono stato capito.
Un’ultima domanda: il rapporto con le altre istituzioni
del territorio procidano e la formazione alla pace dei giovani.
Abbiamo cercato di fare alleanza con le Scuole e le Parrocchie portando sul territorio testimoni di
giustizia, testimoni di pace e di legalità. Abbiamo vissuto momenti molto belli
e partecipati.
A cura di Pasquale Lubrano Lavadera
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