NICOLA SCOTTO DI CARLO: La Storia del Bannock


Il Comandante Nicola Scotto di Carlo sul Bannock

Tra le grandi Storie della cultura procidana  va ricordata la vicenda della nave oceonografica Bannock, Rivolgiamo alcune domande al Comandate Nicola Scotto di Carlo che ha guidato il Bannock  per molti anni.

Comandante Scotto, si fa oggi un gran parlare della triste sorta della nave Bannock della quale si è discusso a lungo, anche nel passato in Consiglio Comunale  con posizioni  distanti tra Maggioranza è Minoranza. Sappiamo che lei è stato alla guida di questa gloriosa nave fin dall’inizio. Ci può dire  qualcosa della storia di questa nave?

BANNOCK è il nome di un capo tribù indiano che viveva nel sud dello Stato americano dell’ IDAHO. Esso divenne anche il nome di una nave americana la cui costruzione ebbe  inizio il 3 agosto 1942 a Charleston presso i cantieri navali Charleston per la Shipbuilding & . Drydock  CO. e varata nel Gennaio 1943.
Dal 1943 tale nave  fu utilizzata in operazione di rimorchio lungo le coste West India del Nord America e Brasile. Nel marzo 1944 giunse  a New York  per seguire un convoglio che procedeva per la Gran Bretagna, dove arrivò a Falmouth  verso la meta’ di Aprile, e partecipò alle operazioni preliminari relative allo sbarco degli Alleati in Francia. Durante le settimane che precedettero l’assalto, subì  numerosi raid aerei da parte della Luftwaffe, ma ne venne fuori solo con alcuni danni.
Dal  “D day”, 6 Giugno 1944, fino alla fine della terza settimana di luglio,  partecipò a  numerose operazioni di ricerca, salvataggi e riparazioni come mezzo di supporto alla forza di invasione.  Il 21 luglio  1944 partì dalle coste della Normandia per tornare in Inghilterra. Da qui si spostò a Londondwerry nel Nord Irland da dove rimorchiò in America l’incrociatore “Nelson”.
Giunta a Boston il 26 Agost1944, Ddal 14 dicembre dello stesso anno partecipò ad alcune operazioni nell’Oceano Pacifico. Arrivò  a Pearl Harbour il 23 Gennaio 1945 e vi rimase fino al 9 febbraio. Opero’ fra le isole Marianne e Guam. Da Guam parti per Okinawa dove arrivò il 7 Maggio 45. Negli anni seguenti fu impegnata in una serie di operazioni fra le Marianne, Okinwa, Iwo Jma. Per le operazione svolte durante la seconda guerra mondiale riceverà successivamente due “Stelle di battaglia”

Operazione nel mare in tempesta. La foto è esposta nell'Ist. di Geologia Marina di Bologna
 
Quando la motonave fece ritorno in America?

Con la capitolazione del  Giappone fece ritorno in America, ma dal febbraio 1947 fino al 1951 la motonave rimase ferma nei cantieri. In seguito continuò a operare lungo le coste degli Stati Uniti. Solo nel luglio  1955 fu messa in riserva, e vi rimase fino al 1961. Dal 1961 fu poi affidata all’Italia e il 28 agosto 1962 venne stipulato un contratto di locazione fra lo Stato americano e il Governo italiano, col parere favorevole del Vice Presidente degli USA.

L'Oceanografo Cousteau in visita al Bannock
  
Perché l’Italia volle stipulare questo contratto di locazione, che successivamente si trasformò in acquisto?

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) non aveva alcuna nave idonea a eseguire ricerche nei nostri mari, per cui individuò nel Bannock le caratteristiche ideali per tale scopo. Nel 1962 presso i cantieri O A R N  di Genova iniziarono i lavori di trasformazione da nave da rimorchio a nave oceanografica e il 13 Settembre 1963 la motonave  Bannock partì da Genova alle ore 12 per la prima crociera di ricerca oceanografica.
Solo nel dicembre 1977 venne cancellato dalle liste delle navi della marina americana e nel maggio 1979 il governo italiano poté acquistarla. Numerose le crociere di ricerca scientifica  realizzate con la presenza dei più qualificato esperti di oceanografia, geologia, fisica, matematica, biologia delle Università Italiane e straniere. L’ultima crociera scientifica partì dal porto di Genova il 20 dicembre 1991.

Festa sul Bannock al Prof. Giancarlo Spezie per la sua promozione a Ordinario

 Perché fu consegnata poi alla Marina Militare?

Il CNR ritenendo la motonave ormai obsoleta pensò di cederla alla Marina Militare. La qualcosa avvenne il 10 gennaio 1992  e la nave venne consegnata alla Marina Militare presso l’arsenale del porto di Venezia e  utilizzata ancora come nave da ricerca e come mostra itinerante di libri.

Il Bannock in navigazione

Sappiamo che lei è stato l’ideatore di un progetto finalizzato all’utilizzo di questa nave come museo navale nel porto di Procida.

Avendo appreso che la Marina Militare aveva deciso di sospendere ogni tipo di attività con questa unità, dopo aver effettuato una raccolta di firme per avere consenso dalla opinione pubblica locale, presentai al comune di Procida - protocollo 5217 in data 18 aprile 2002 - la richiesta di poter utilizzare la Nave Bannock come nave MUSEO NAVALE NEL PORTO DI PROCIDA.
Siamo a conoscenza  del fatto che solo dalla vicina Ischia vengono in visita a Procida più di trentamila turisti all’anno. Quale occasione migliore per presentare ai nostri ospiti nazionali e internazionali la nostra ricca e grande storia di mare in un centro polifunzionale con annesso Museo. Un Museo su di una nave datata, ma con tanta storia e sulla quale tanti procidani sono stati imbarcati. Di “Navi Museo” ne sono ricchi i porti del Nord Europa. Esse danno visibilità al lavoro sul mare che ha dato potere e ricchezza ai loro Stati.

Ricercatori di Parma e Urbino sulla Bannock con il Com. Scotto, il  D.M. Nino Olivieri e l'Uff. Gennaro Aurelio

Una proposta molto interessante, che purtroppo, a quanto ne sappiamo, si è arenata.

Dobbiamo sempre ricordare che il  progresso e lo sviluppo economico e culturale di Procida è stato frutto del lavoro sul mare da secoli; ma chi nella nostra isola ha dato a questo lavoro dei nostri uomini il giusto merito? 
Per quanto riguarda il Bannock e cose stanno così: il 13 febbraio 2004 viene sottoscritto un protocollo d’intesa fra il Comune di Procida, l’Istituto Superiore Francesco Caracciolo e G. Da Procida e l’Autorità Militare per l’utilizzo della nave Bannock  nel porto di Procida come Centro polifunzionale.
Il Comune riceve un finanziamento di € 600.000. Vengono eseguiti i dovuti lavori di trasformazione e la nave viene destinata ad essere ormeggiata al Molo di ponente alla Marina Grande, subito dopo la Capitaneria.
Purtroppo ancora oggi, luglio 2012, la nave resta ormeggiata nel porto di Napoli con un costo che grava sulla collettività procidana  e attende di essere trasportata nel porto di Procida. Cavilli che in altre parti vengono abbattuti in breve tempo qui restano insolubili e si fa di tutto per accrescerli.
Sembra un paradosso: la nave Bannock sopravvissuta allo sbarco in Normandia, sopravvissuta a Pearl Harbour, sopravissuta agli attacchi subiti nel   Pacifico a Guam e alle Marianne, in Giappone, sopravvissuta a tanta navigazione oceanica e oceanografica, ora langue abbandonata in angolo del porto di Napoli in attesa… L’ATTESA, una condizione  che si utilizza da noi da secoli solo per farci sognare cose che non accadranno mai.

intervista a cura di Pasquale Lubrano Lavadera

 

La mensa ufficiali a bordo. A sinistra Salvatore Tramontano
La messa in mare di un carotiere per il prelievo di campioni del fondo marino
Nicola Scotto di Carlo sul ponte di comando
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