NICOLA SCOTTO DI CARLO: UN UOMO CHE HA DATO TUTTO PER PROCIDA E PER L'UMANITA'

 

Nicola Scotto di Carlo

Il Comandante Nicola Scotto di Carlo, uomo dal cuore grande e dal carattere forte ha lasciato un segno indelebile nell'esistenza di molti suoi concittadini.

Da sempre ha lottato per la giustizia, per i più deboli e soli, ed ha vissuto il suo lavoro sul mare come una missione, dando la possibilità di lavorare a tanti.
Nello stesso tempo era inflessibile di fronte alla mala fede, alla saccenteria, e alla cialtroneria.
Il suo parlare era "si sì, no, no" senza mezzi termini, e andava dritto per la sua strada quando s'accorgeva di avere intorno qualunquismo o interesse egoistico.
Il suo fine era un mondo migliore, nel rispetto di chi sapeva lavorare per il bene comune senza astuzie malevoli di basso profilo.
Bisogna leggere "la sua storia", scritta con passione e lucidità, e dove senza infingimenti ci dona la sua straordinaria esperienza di uomo di mare e del suo amore per l'isola e la famiglia.
Ha osato dove altri avevano da tempo deposto le armi.
Chiamato come Commissario nel "Pio monte dei Marinai", ormai gravato da numerosi debiti, ha risanato con energiche prese di posizione le finanze e portato il bilancio in attivo.
Sempre come Pio Monte ha saputo rispondere alle richieste delle Suore di Madre Teresa di Calcutta che lavorano a Napoli; ha poi ideato il monumento sul molo di levante ai "caduti nel mare", e fatto ripubblicare il più importante libro storico scritto da un procidano per la gente di mare: "Il Catechismo Nautico".
Si è inoltre impegnato in una accurata ricerca sui dispersi nel mare creando presso la Chiesa S.S. Annunziata un piccolo sacrario con i nomi e le foto di quanti hanno perso la vita in qualche tragico naufragio o in guerra.
Si è impegnato con i volontari di "Operazione Primavera" per rendere l'isola più curata e pulita e con loro ha voluto recuperare i due grandi cannoni abbandonati nell'anfratto scosceso della roccia accanto a Santa Margherita Nuova, ponendoli sul belvedere di Terra Murata che affaccia sulla Corricella.
E' stato tra i soci fondatori dell'Associazione culturale Isola di Graziella ed ha gioito nel sapere che grazie a tale associazione si riattivava la Biblioteca Comunale, intitolata dal Consiglio Comunale all'unanimità a Don Michele Ambrosino suo carissimo amico,
Aveva un amore grande per i diseredati e per i poveri ed ha dato loro quanto poteva sempre. Nessuno che si recava da lui per un aiuto se ne andava via a mani vuote.
Credeva molto nell'amicizia ed aveva pertanto molti amici.
Con intuito e intelligenza creativa ha condotto la nave oceanografica "Il Bannock" nei mari d'Europa insieme a scienziati italiani ed esteri, costruendo con tutti loro un rapporto di condivisione, collaborazione e ricerca comune. Grazie al lavoro di questi scienziati aveva scoperto il valore della scienza e della ricerca e ne era fortemente orgoglioso.
Aveva una passione per la cultura e insieme alla sua società di navigazione di Genova, ideò il Premio COSULICH per gli studenti dell'Istituto Superiore che si erano distinti nell'impegno scolastico raggiungendo traguardi ottimali.
Ultimo suo dono: la ristampa di una Storia di Procida di cui non esistevano più copie disponibili.
Due sogni rimasti incompiuti per Nicola Scotto di Carlo : creare su Terra Murata un grande museo del mare quale centro di cultura marinara per l'intero Mediterraneo, e ridare alla gestione laica dei procidani la guida del Pio Monte dei Marinai, trasformato da Mussolini con un decreto legislativo in una arciconfraternita religiosa nel 1939 e donato alla Chiesa.
A riguardo affermava sempre che nel 1600 furono i laici procidani, ispirati da principi evangelici, a creare il Pio Monte dei Marinai, per riscattare i nostri prigionieri portati in Africa dai saraceni, e per soccorrere i marinai poveri.
Caro Nicola ci lasci un patrimonio immenso di amore e di dedizione per la tua isola e per l'umanità intera. Ti sentivi infatti vero procidano e come tale uomo del mondo, un mondo che avevi conosciuto amato e sofferto nelle tue peregrinazioni marittime. Non ti sei mai arreso ed hai lottato fino all'ultimo giorno e pur nel dolore della malattia continuavi a interessarti di chi amavi con tenacia e senso vero di fraternità .
In noi tutti che abbiamo condiviso con te un tratto della nostra esistenza, resta come valore fondamentale la tua indomita ricerca di bene e di gioia che ha caratterizzato la tua vita e, per questo, sarai sempre vivo nei nostri cuori.

Pasquale Lubrano Lavadera
Presidente dell'Ass. Culturale Isola di Graziella

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