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Il Sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto |
Nel dopoguerra, nei primi anni della vita democratica, il Sindaco era espressione dei partiti o delle liste civiche, poi con il cambiamento della legge elettorale è stata l'elezione diretta del Sindaco da parte della cittadinanza, con maggiori poteri e non più vincolato a giochi di partiti.
Tuttavia fino ad oggi, tranne poche eccezioni, essi hanno continuato ad operare come uomini di una determinata parte politica. E qui è il primo grande errore, che non solo nuoce alla cittadinanza, ma blocca inesorabilmente il processo di rinnovamento della politica.
Un Sindaco eletto direttamente dai cittadini deve essere super partes e, se ha una una maggioranza di 13 consiglieri che gli permette di amministrare qualora dovesse trovare una minoranza pregiudizialmente ostile, ha anche una minoranza di 7 consiglieri che gli deve garantire il controllo degli atti, il senso critico, la trasparenza amministrativa, la correttezza nei procedimenti dei singoli uffici.
I venti consiglieri, nessuno escluso, sono i primi collaboratori del Sindaco, tutti con pari dignità, nel loro specifico ruolo istituzionale; poi viene la Giunta che deve attuare le linee programmatiche e le scelte del Consiglio.
Dare priorità al lavoro di Giunta è un altro grave errore politico. Possono prevalere le personalità più o meno forti degli Assessori, a danno del lavoro del Consiglio e di una conduzione politica unitaria da parte del Sindaco.
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