Procida: Villa Angelina

 
Procida: Villa Angelina in via Vittorio Emanuele

Procida: Villa Angelina  da via Marcello Scotti

Procida: Villa Angelina

 Un piccolo appartamento all’interno della grande villa Angelina, colorata di rosa come tante case dell'isola; un colore che rendeva l’imponente abitazione calda e accogliente anche quando il cielo era plumbeo e nel golfo soffiava lo scirocco.
- La più bella villa! - diceva con orgoglio mio padre, quasi che fosse di sua proprietà e, invece, il minuscolo appartamento, situato in un'ala interna del primo piano,  era stato preso in affitto.
   La stanza da letto si affacciava sulla lunga strada che tagliava l'isola in due e congiungeva il porto al lontano borgo dei pescatori della Chiaiolella. Spaziosa, col soffitto decorato  da stucchi ed affreschi, aveva sulla sinistra una tenda a righe bianche e blu che nascondeva, su tre ripiani, una sorta di spazio fantastico dove, anno dopo anno, avvolti in un panno o custoditi in piccole scatole di cartone, erano conservati tutti i doni dell’infanzia. La tenda - me ne accorsi poi e non senza una punta di delusione - copriva il vano di una porta, sprangata da assi di legno, al di là della quale si trovava l'appartamento di don Giovanni Sclano, proprietario della villa.
   Il soggiorno, dove trascorrevo gran parte della giornata, era stato ricavato dalla spaziosa cucina con la costruzione di un tramezzo alto poco più di due metri. Nel tramezzo, una porta a vetri, di solito aperta, ripristinava l'unico originario ambiente, che veniva  illuminato da una finestra a tre ante esposta a sud. Dalla finestra entravano nella stanza i profumi e i colori dell'arioso cortile interno: una sorta di piccolo paradiso dove ho vissuto la mia spensierata infanzia.
   La villa s'imponeva sulle altre costruzioni dell'isola per le colonne intorno al portone d'ingresso, per le decorazioni alle finestre, e per i rigogliosi giardini che la circondavano, caratterizzati da due svettanti palme, che richiamavano alla mente di don Salvatore, vissuto per alcuni anni in Egitto, immagini perdute. La palma più alta era proprio dinanzi alla finestra della cucina e quando, seduto al tavolo, scarabocchiavo i primi disegni, mi incantavo ad osservare l’ondeggiare delle sue foglie.

Pasquale Lubrano Lavadera


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