Procida: Rinasce il Palazzo Merlato


Anni di solitudine e di abbandono, miscugli di colori e ventose schiaffeggiate.

Stringevi e denti e ti difendevi con la tua poca forza, l’incuria  ti aveva devastato nell’intimo.

Non volevi gettare la spugna e ti aggrappavi alla tua storia per non crollarci addosso.

Se ci vedevi ciondolare nella Marina a te cara, mugugnavi per quel disinteresse ambientale che sembrava ultima moda del nuovo secolo.



Eppure c’era chi tra tanta indifferenza ti  lanciava sguardi carezzevoli, nella speranza mai sopita di vederti un giorno  rinascere nella bellezza.

Poi qualcuno si fece a te più accosto e pose l’orecchio sulle tue pietre ed ascoltò la voce degli antichi uomini che ti avevano plasmato le fattezze.

Le tue immagini di sfacimento volarono nel mondo della rete rilanciando il  grido.

Quelle foto varcarono i mari e ci furono appelli e interventi per te, proprio in tua difesa. 


Un Sindaco raccolse queste voci e scrisse ed ottenne  dall’Europa  la  rinascita. Un altro Sindaco continuò l’opera iniziata gettando le basi del  risanamento.

Oggi rivivi dopo mesi di tambureggiamenti, di scalpelli, di calcestruzzo; di colori nonché di contrastanti chiose.

Coperto per sei mesi da bende amiche  ti immolavi nel restauro, scarnificato nelle vene, puntellato da travi e impalcature.




Infine si levano gli ormeggi come per una nave pronta a ripartire, si smontano i pilastri e i ferri, le bende sono riposte  e tu ricompari nuovo antico.



Ci riporti il sapore di un tempo lontano a noi sconosciuto, ci racconti dell’isola, sempre intrepida e coraggiosa nonostante le bordate di morte.



Un fremito ci scuote alla vista  della tua maestosa  possanza: è forte il richiamo alla consapevolezza che il passato è la radice dell’oggi e che ogni pietra erosa dal tempo raccoglie i segni della nostra civiltà.



Ma nei tuoi occhi una impercettibile malinconia  per quei tanti beni dell’isola caduti nella dimenticanza, vorresti soccorrerli, servirli e riportarli allo splendore.

Lo faremo per te e l’antico si mescolerà al presente.

Sicuri che la tua rinascita segnerà l’inizio del domani, danzeremo sulla tua terrazza al suono delle onde che  plaudano alla visone dell’incantato maniero recuperato dall’oblio.




testo di Pasquale Lubrano Lavadera
foto di Raffaele Iovine e Pllav

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