E' guerra sul traffico a Procida

Procida: via Principe Umberto  una delle strade principali dell'isola che in alcuni tratti è di solo 2,5 metri.
Procida: Sempre via Principe Umbero in un momento di ingorgo, con il passaggio di un suv che è largo quanto tutta la strada
E guerra sulla mobilità con i pullman, è guerra con i taxi e motorette che chiedono di salire da San Giacomo a sant'Antonio, è guerra tra i pedoni e i motorizzati. E' guerra di carta bollata per fortuna, ma se non stiamo attenti tra poco rischiamo anche noi una guerra vera e propria tra categorie, tra gruppi, tra associazioni. 
Certamente quello che sta avvenendo per la mobilità è una guerra annunciata che prima o poi doveva esplodere in un'isola che non ha rete stradale idonea a sopportare  un numero così alto di camion, pullman, auto, motorini e...oggi anche di biciclette. 
E' guerra perché nessuno vuole pensare più ai pedoni. Si protesta per i diritti dei Pullman, per i diritti dei taxi, delle motorette,  delle auto, dei motorini...ma per i diritti dei pedoni più nessuno protesta.
Vincenzo Trapanese, 86 anni, pescatore, è stato schiacciato al muro da un camion che era largo quanto la strada. E' giusto che macchine grandi, camion percorrono le nostre strade che sono di piccole dimensioni e senza marciapidei? 
A parer nostro non è giusto. Non è giusto, non è legale, non è leggittimo. Ma, purtroppo nessuno alza la voce per dire che è illegale far circolare  il traffico in strade di soli 2,5-3,5 metri senza marciapiedi o corridoi pedonali. 
Nessuno alza la voce per  dire che, secondo il nostro codice stradale, per il doppio senso sono necessarie due carreggiate e marciapiedi per i pedoni. Cosa che a Procida è possibile sono in via Libertà e in via IV Novembre.
Vorremmo sbagliarci, ma siamo convinti che se non limitiamo l'uso delle auto, dei motorini dei camion, se non si limitiamo la velocità, se non impediamo la percorrenza ai mezzi grossi e pesanti, le cose si metteranno veramente male.
Se, un giorno, i cittadini di Via Flavio Gioia e di via Serra, molto penalizzati per il senso obbligatorio della circolazione, avessero il buon senso di mettersi insieme e ricorrere al TAR per impedire  il transito nella loro strada ad auto, camion e pullman, avendo le loro strada dimensioni tali da non consentire secondo la legge il percorso di motoveicoli, cosa succederebbe in via Vittorio Emanuele? Sicuramente il blocco totale della viabilità per imbottigliamento. Nessuno più potrebbe circolare.
E se anche i cittadini di via Vittorio Emanuele protestassero perché la loro strada, unica a doppio senso nell'isola,  non avendo marciapiedi né doppia carreggiata  non potrebbe essere adibita a circolazione, cosa succederebbe? 
La Signora Augusta Ferrara  uscendo dal suo portone in via Vittorio Emanuele,urtata da un manubrio di una moto che si era accostata al muro per far passare un pullman che veniva dal senso opposto, è caduta sul selciato battendo la testa  e morendo.
Ebbene perché nessuno conta i nostri morti sulle strade, nessuno conta i quotidiani incidenti? Perché nessuno alza la voce per queste morti innocenti. 
L'unica voce che si è levata oggi  a difesa del pedone è stata quella del Sindaco Raimondo Ambrosino, che ha ripristinato fasce orarie pedonali di sera e di notte nella speranza di scoraggiare l'uso delle auto, che ha cercato di difendere il continuo ingorgo in via Vittorio Emanuele che rende impossibile ai pedoni camminare, che ha voluto potenziare le corse dei pullman nelle zone periferiche con l'uso delle circolari. Si, e questo fa onore all'isola, Il Sindaco oggi è l'unico che sta con tenacia cercando di far capire ai procidani che se tutti vogliono sempre usare il proprio mezzo, sempre e comunque ci faremo un gran male. Ebbene con quale risultato? 
Il TAR oggi annulla un divieto di transito per taxi e motorette in via Vittorio Emanuele e si grida vittoria e abbasso il Sindaco. Dimenticando che un Sindaco ho il dovere, il primo dovere di migliorare la qualità della vita sull'isola, e quindi doverosamente deve tentare tutte le strade, anche sbagliando. E quello del traffico è il problema più grave oggi.
Il suo tentativo potrà anche rivelarsi inefficace rispetto all'obiettivo che si voleva raggiungere, ma questo non toglie merito al tentativo di modificare uno status quo che di fatto ha reso l'isola invivibile.
Bisogna ringraziare, a parer nostro Il Sindaco che con i suoi tentativi ha portato in evidenza una situazione pressoché drammatica, molto difficile, determinata dall'aumento progressivo del parco auto e motorini in questi ultimi 30 anni.
Infatti la domanda più impertinente che tutti dovremmo farci è questa: può in'isola di 3,7 kmq, con oltre 20.000 abitanti in estate, e con strade molto strette e senza marciapidi, avere un numero così alto (circa 12.000) di auto automezzi e motorini  spesso di dimensioni enormi? 
Il problema è serio e grave e le soluzioni sono inefficaci se vengono adottate per  segmenti, dove gruppi di cittadini (taxi, commercianti, albergatori, autisti, motociclisti, pedoni, balneari, giovani, adulti ecc ecc...) difendono il proprio diritto senza tener conto degli altri diritti della complessità del problema e delle connessioni interdipendenti che esistono fra i tanti problemi e per ogni tipo di soluzione adottata.
Si potrà uscire da tale ingorgo? Sicuramente no, se ogni gruppo percorre da solo la propria strada, pensando che la ragione sia dalla sua parte. Le guerre, quelle con le armi, sono nate e nascono proprio così. 
Unica possibilità è forse quella di un confronto continuo in un dialogo serio e partecipato che possa mettere insieme tutti i bisogni fondamentali per tentare una strada unitaria. Non è facile, ma almeno vale la pena provarci.

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