Un'osservazione partendo dal manifesto di Giancarlo Cosenza

 Raimondo Ambrosino, Peppe Civati e Giancarlo Cosenza

Circa un mese fa è apparso  nelle strade di Procida un manifesto di colore giallo a firma di Giancarlo Cosenza, noto nell'isola per le sue straordinarie pubblicazioni sulla nostra architettura (è stato uno dei primi a riconoscere la grandezza della nostra storia, dell'inestimabile valore dei nostri beni ambientali, a valorizzare la nostra cultura nel mondo).
Procida dovrebbe essergli riconoscente ed essere onorata di averlo tra i suoi cittadini, anche perché da politico ha portato avanti battaglie civili per l’isola, offrendo alla comunità procidana il personale contributo con quella passione indispensabile per costruire la "nuova umanità" che tutti sogniamo. Proprio partendo dal suo manifesto giallo prende spunto la nostra riflessione sulla realtà politica procidana, oggi.

La forza della democrazia, diceva Bobbio,  sta nella capacità di rinnovarsi ogni giorno e di guardare in avanti sempre con speranza. Le tradizioni sono importanti ma se frenano lo sviluppo culturale e sociale  diventano un danno. Giancarlo Cosenza ha saputo tessere, in questi decenni, un dialogo con molti procidani ed ha sottolineato i fermenti positivi da qualunque parte essi provenivano, senza pregiudizio alcuno.
Nel manifesto apparso a Procida egli con coraggio ha avuto la capacità di esprimere un'analisi sintetica ma precisa su quello che hanno significato le ultime elezioni a Procida con la nomina a Sindaco di Raimondo Ambrosino. 
Una svolta epocale, un cambiamento di rotta nella storia politica dell'isola: un personaggio nuovo, una coalizione nuova, un progetto nuovo per i nostri giorni futuri.
Un personaggio nuovo: sì Raimondo Ambrosino è un giovane, proveniente dal PD locale, che ha saputo coagulare intorno a se giovani e adulti per la sua discrezione, per la sua umiltà, per il suo pensoso silenzio. per la sua ricerca continua  e spesso sofferta di soluzioni ai mille problemi che attanagliano l'isola. Non la voce altisonante, non la sicumera di chi si propone come taumaturgo onnisciente, ma uno spirito realmente democratico che dice: insieme possiamo farcela. 
Una colazione nuova che trae origine dalla precedente “Insieme per Procida” ma che si amplia a fasce giovanili  che hanno sentito di condividere un progetto completamente nuovo. Un progetto ideale dove partecipazione, reciprocità. legalità e trasparenza siano i punti qualificanti dello sviluppo.
Quel progetto  vede  Giovani e Adulti insieme in una riscoperta di quella intesa intergenerazionale che è - come dice Masullo - la necessaria risposta alla crisi della società di oggi.

Purtroppo di fronte a questa nuova realtà assistiamo da qualche mese ad un fenomeno nuovo nella comunità procidana e per molti versi paradossale: dopo decenni in cui abbiamo concesso ai nostri Amministratori di commettere errori su errori senza mai alzare una voce di protesta, oggi si critica ogni scelta della nuova Amministrazione, ogni respiro, ogni passo, quasi a voler sottolineare il rifiuto assoluto e perentorio della nuova squadra.
Ci domandiamo: come mai la comunità procidana non ha levato i suoi scudi contro chi ha portato un debito pauroso nelle casse comunali? Come mai non ha protestato per la perdita del porto Turistico di Marina Grande? Come mai non si è indignata per la situazione cancrenosa del traffico a Procida che ha determinato morti e incidenti continui e che ha reso la vita dell’isola invivibile? Come mai è restata in silenzio quando due interdittive antimafia, riguardanti la ditta che svolgeva i servizi per la spazzatura sull’isola, non sono state portate in Consiglio Comunale? Come mai non si è resa conto della grave situazione della Casa Comunale con grossi problemi amministrativi e giudiziari?

Se Procida ha dato fiducia a Raimondo Ambrosino il 31 maggio 2015 questa fiducia non deve mancare, ancor più oggi in cui il paese, non per loro responsabilità, si trova con un dissesto economico pauroso, con una Casa Comunale da rimettere in piedi dopo le tristi vicenda che l'hanno duramente scossa dalla fondamenta. Una fiducia che non va solo alla Persona di Raimondo Ambrosino ma a quello che egli rappresenta, ossia un totale cambiamento della vita politica procidana.

A distanza di un anno si impone però oggi una verifica per dirla con Frank Capra dello "stato delle cose". Il paese deve sapere con precisione la situazione pregressa e le scelte che si stanno mettendo in campo per uscire dalla crisi.  E molto già è stato fatto in questo senso.
E’, tuttavia, necessario uscire dall'emergenza che ha caratterizzato questi primi 14 mesi  e dare un assesto sistematico all'intera vicenda amministrativa, sapendo che molti cittadini non hanno ancora compreso il senso profondo del cambiamento in atto.
Il manifesto di Cosenza voleva essere un contributo in tal senso e per questo lo riteniamo necessario, perché ci aiuta a prendere coscienza che stiamo vivendo la speranza di  un cambiamento epocale: non il governo di pochi ma il governo di molti: bello ma difficile nell'attuazione.

Occorre però in questo momento un passo nuovo da parte di chi  ha creduto nel progetto: ritrovare lo slancio iniziale e ripartire più uniti che mai sapendo che la nave che abbiamo varato si è trovata improvvisamente nella tempesta, una tempesta violenta. Per uscire dalla tempesta occorre  il contributo di tutti.

Si può non condividere tutto quello che Ambrosino e la sua squadra hanno realizzato fino ad oggi, ma in coscienza sentiamo di dire che hanno lavorato molto, fino allo stremo, hanno dato la vita per Procida, hanno preso sulle loro giovani spalle  situazioni drammatiche, con il coraggio tipico dei giovani, puntando primariamente all’onestà, alla trasparenza, alla legalità. E tutto questo non può essere taciuto, e non è poco.


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