Procida.Pallazzo d'Avalos: Occorre una sinergia tra Istituzioni e Cittadinanza


Visita al Palazzo d'Avalos aperto al pubblico
In questi ultimi 30 anni, salvo un timido tentativo di restauro della parte più antica del Palazzo d’Avalos di Procida da parte del Ministero di Grazia e Giustizia,, che ne ha salvato almeno il crollo di strutture portanti,  la polvere del tempo ha continuato a depositare la sua coltre sugli antichi spazi, mentre una domanda sempre più pressante cominciava a farsi spazio nella mente di chi osava alzare gli occhi sulle  vecchie strutture ormai in disuso e spazzate dal vento e corrose dalla pioggia e sui giardini d’intorno, un tempo coltivati con cura dai carcerati: che ne sarà del futuro di Terra Murata  e del vecchio Palazzo?
  Solo di recente un dispositivo legislativo ha restituito al Comune di Procida l’antica struttura: con provvedimento ministeriale, infatti, il Palazzo d’Avalos e le strutture carcerarie aggiunte nel 900 tornano alla collettività, a condizione che entro 14 anni  vi venga realizzato un progetto di utilizzo coerente con la storia, la cultura  e con lo sviluppo dell’isola.
   Oggi tale programma di rivalutazione, presentato  nel 2014 dal Comune, è stato approvato dal Ministero dei Beni culturali e si attende che il progetto prenda il via con la ricerca di opportuni investimenti. La qualcosa desta non poche preoccupazioni.
    Sorge infatti un interrogativo reale: saprà l’isola sventare eventuali tentativi di speculazioni rischiose - sempre presenti in casi del genere - che  potrebbero offuscare  storia, cultura e tradizione indirizzandosi solo nella direzione  becera  di un capitalismo selvaggio? Sapranno i politici locali a cui è affidata la realizzazione del progetto essere illuminati, sapienti e forti in questa operazione di discernimento? O cederanno alle lusinghe di chi lascia falsamente intravedere  paradisi artificiali e lontani  da un utilizzo coerente con la Storia dell’isola?
   Noi osiamo sperare che prevalga la saggezza attraverso scelte oculate finalizzate al bene comune e non agli interessi  del capitale.  Forse sarebbe opportuno che la popolazione intera, nelle sue rappresentanze sociali, si riappropriasse idealmente di questo patrimonio e, dopo aver vagliato le carte ufficiali del programma approvato, costituisse un Comitato di vigilanza morale  per sostenere, consigliare e indirizzare  al meglio e al bene  chi è preposto a decidere e sottoscrivere.
   Sì, riteniamo necessario questo impegno morale dei cittadini, anche perché la politica italiana, ogni qualvolta ha agito senza più rapportarsi con la cittadinanza,  ha causato in operazioni simili non pochi danni.
   E’ auspicabile quindi che le istituzioni pubbliche agiscano in stretto rapporto con le istituzioni sociali,  Terra Murata, nella sua parte più antica  riprenda oggi la sua nobile funzione di propulsione culturale ed economica.

Dal libro Procida. Il Palazzo d’Avalos: genesi storica, architettonica e urbanistica  di Gianlorenzo di Gennaro Sclano, Pasquale Lubrano Lavadera – Edizioni CLEAN Napoli 2016


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