Il grave episodio del docente picchiato dai genitori
![]() |
Istituto Caponnetto Palermo |
Il movente è stato un
provvedimento punitivo da parte del docente – il ragazzo è stata mandato via dall’aula perché
disturbava – non accettato dalla famiglia.
Sappiamo che, in genere, la punizione fa parte di
quella comunicazione coercitiva che la
psicologia della persona ci invita a
tener fuori da ogni progetto educativo orientato ad una convivenza serena e non
violenta. Ancor più se ci troviamo in una scuola dell’obbligo.
Ciò nonostante non si
giustifica la violenza verso il docente, al quale esprimiamo la nostra
solidarietà . Ognuno di noi può commettere qualche errore nel proprio lavoro e
soprattutto nel campo educativo: chi è genitore sa che si può sbagliare molto
spesso.
Tuttavia sentiamo di
dover ricordare che la scuola dell’obbligo, è una scuola “per tutti e a misura di ciascuno”, la qualcosa oggi, purtroppo, non viene più
rimarcata; anzi c’è la corsa alle eccellenze, alle alte quotazioni statistiche,
trascurando del tutto il processo formativo indispensabile alla relazione e alla comunicazione empatica.
Ne consegue che proprio la scuola media – che accoglie i ragazzi nel
periodo più complesso della loro vita - paga enormemente la mancata capacità di attrezzarsi con opportune scelte metodologiche,
indispensabili per dare risposte serene ai complessi problemi portati nelle aule
scolastiche da ragazzi che provengono da ambienti dove il disagio è marcato.
E spesso a pagare
maggiormente è il singolo docente che è lasciato da solo a risolvere questi problemi
di disadattamento e di comportamenti
poco equilibrati nei ragazzi.
Nel mio lavoro di
docente di scuola media ho avuto modo di
lavorare per 10 anni con la Preside Maria Michela di Costanzo nella
scuola media “Capraro” di Procida. Con coraggio e non senza fatica questa donna fu capace di traghettare tutta la scuola,
docenti, personale ATA, personale amministrativo, genitori e alunni, verso un’esperienza
che si poneva l'obiettivo di dare a ciascun alunno quello di cui aveva
bisogno .
Ci fece capire che i
ragazzi più disagiati, più molesti, più in difficoltà erano l’oro
della scuola, in quanto in un processo unitario a corpo la scuola doveva far sentire a
questi ragazzi il massimo dell’accoglienza
e della disponibilità empatica.
Ho raccontato questa
esperienza in un libro appena pubblicato dalla casa Editrice “L’isola dei
ragazzi” di Napoli, con il titolo
Invito tutti gli
amici docenti, genitori, educatori a
leggere questa piccola storia e a farla leggere anche ai ragazzi della scuola media.
“Il Coccio azzurro”.
![]() |
Pasquale Lubrano Lavadera, Il Coccio Azzurro, Editrice L'isola dei Ragazzi - Napoli 2016 |
Commenti
Posta un commento