Anna Rosaria Meglio: I profumi della vita
La mia isola ha tanti profumi
perché ha il mare che la
circonda. Sentire l’odore del mare
è come vivere in un
mondo pulito fatto di freschezza. Stare
vicino al mare nei mesi primaverili ti fa
sentire bene. All’aria aperta,
nel guardare quella vasta distesa di
acqua azzurra, assapori
felicità.
Uno dei profumi
che offre Procida
è quello degli agrumi
che emanano un
odore gradevole e si
sente in quasi tutta
l isola.
C’era poi il profumo
del pane che le nostre nonne facevano in
casa, con tanta fatica. Si impastava la farina per
la durata di una
settimana, poi si cuoceva nel
forno a legna annerito
da tanto fumo. L’ odore si spandeva per tutta
la casa e per i
cortili dove noi
bambini giocavamo a mosca
cieca. Le nonne e le
mamme ci chiamavano per darci una
fetta di pane
fresco con una lacrima
d olio per merenda. Era squisita: sapori
e profumi mai dimenticati.
Tanti i profumi che
hanno accompagnato le generazioni
di ieri! Profumi e odori dolci come
manne.
Come dimenticare il
profumo del caffè abbrustolito! Quando a casa arrivava il
caffè crudo a chicchi, dai
parenti che lavoravano a Marsiglia in Francia, sempre le
donne di casa adoperavano
una specie di pentola con
manico lungo con una piccola
buca rettangolare per versarci il caffè
a chicchi di colore verde. Al centro della
pentola c ‘era un ferro
alto con un pomo, che
serviva per girare il caffè una
volta messo sul
fuoco. E che profumo!. Ma quel caffè era solo
per poche famiglie. Non
tutti avevano la fortuna di avere parenti all’estero.
Il lunedì di ogni metà mese poi si
preparava il bucato: una
vera arte. Si bolliva la
cenere del focolare con
tante foglie di alloro e pezzi di limone e tanta acqua tirata su
dal pozzo con un
secchio di ferro. Che fatica
facevano le nostre nonne! Dopo aver lavato
la biancheria su un
enorme lavatoio dove
strofinavano le lenzuole e
gli asciugamani per ore intere,
mettevano tutto in un grande recipiente, ‘u cufunaturo di creta. Quando tutto
il composto degli odori era pronto, si adagiava all’interno del
recipiente, in un grosso
panno di lino grezzo, tutta
la biancheria lavata, e poi si versava sopra tutto il composto profumato. Questo
composto era un vero e sano detersivo
con un
profumo indimenticabile. E quando
tiravi fuori dal cassetto un asciugamano lavato in questo modo,
odorava di limone fresco. L’ acqua del composto, chiamata in procidano ‘a luscia, veniva poi fatta
uscire da un buco, e serviva
per lavare i
pavimenti di rapilli.
In estate poi, odori e
profumi d fieno caldo come il
sole agostano. Si
raccoglieva tutta la
paglia delle foglie secche,
del grano, delle viti, dell’erba comune. Mio padre,
contadino doc, insieme ai
miei fratelli Peppino
e Tonino allestiva il
pignone che era un
deposito di paglia
fatto al centro
d un quadretto
di terra e scherzosamente i
miei fratelli facevano
la gara a chi
lo faceva più
alto.
Ma c’è un altro profumo
che rimane in me, il dolce
ricordo del profumo
dei miei genitori che,
con la loro
bontà, il loro
amore per il lavoro e il bene
che hanno voluto
a Procida, mi
hanno trasmesso l’amore per il mio piccolo scoglio, per la mia terra, per il mio mare che
apre le porte
al mondo.
Anna Rosaria Meglio
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