La politica dell'odio e la politica della verità


Procida: tempesta nella baia della Chiaia
"La politica dell'odio e la politica della verità sono due problemi  all'apparenza opposti ma in effetti speculari che affaticano la vita civile delle società democratiche, avvelenando le relazioni pubbliche e, quel che è peggio, ostacolando la nostra capacità di comprendere, spiegare e correggere." Lo scrive Nadia Urbinati in un editoriale di "Repubblica " del 2 gennaio 2017.
Ci domandiamo allora: c'è soluzione a quello che è oggi uno dei problemi più grandi della vita politica mondiale?
La soluzione, a parer nostro è nel dialogo ossia nel confronto esercitato nel rispetto reciproco e nella piena accettazione delle diversità. Libertà, uguaglianza e fraternità questi sono i principi fondamentali per una vita politica sana: libertà di scelta, uguaglianza nei diritti, fraternità nei rapporti.
Nessuno dovrebbe dire ad un altro: "Sei falso, bugiardo, incapace", ma solo: "Non condivido la tua scelta  politica, le tue decisioni. Ciò nonostante voglio confrontarmi con te ponendomi in ascolto di quello che dici e fai per valutarle dal mio punto di vista."
Purtroppo, nella nostra politica italiana, siamo anni luce distanti da questa visione. Esempi eclatanti di percussioni laceranti, lanciate come coltellate sulla parte politica che si avversa, stanno inquinando la società civile a tutti i livelli, ostacolando proprio, come diceva la Urbinati la capacità di comprendere, valutare e correggere.
Anche Procida si è lasciata influenzare da tale clima arroventato. Ma non da oggi. Ricordiamo ancora i comizi violenti dai balconi negli anni del dopoguerra, le lotte tra le famiglie, le accuse reciproche, i dissapori, le vendette. 
Durò poco il tempo della saggezza, seppur contrastata, e fu il tempo in cui fu Sindaco Mario Spinetti, un medico che non abbandonò mai la sua professione e che viveva il suo impegno politico con la stessa passione curativa che metteva  verso i suoi pazienti. Aveva rispetto per tutti e invitava tutti politici  a dare le proprie critiche costruttive al suo operato. La verità - lo ripeteva spesso - la si cerca insieme, pronti però di fronte a visioni contrastanti a fare la definitiva scelta suggerita  dalla propria coscienza politica.
Oggi, la contrapposizione violenta tra maggioranza e minorana è sull'isola ancora accreditata come metodo, senza sapere che essa  è il frutto bacato di sottocultura politica, di un provincialismo marcio che produce intolleranza acredine e spappolamento della compagine sociale.
La cultura marinara ci insegna che quando si è nella tempesta o ci si salva insieme o si muore tutti. 
Noi oggi, politicamente parlando, siamo nella tempesta. Per fattori, responsabilità e rischi che non stiamo qui ad esaminare, siamo nella crisi economica più forte da quando è cominciata la nostra repubblica. 
Inoltre le vicende giudiziarie pesanti e gravi che hanno coinvolto  il Comune di Procida, hanno gettato un ombra lugubre sulla nostra volontà di essere un comune virtuoso. Mai era accaduto!
La situazione drammatica del traffico  sulle nostre strade rischia di rimanere il segno più eclatante di un fallimento politico sfilacciato simile alla famosa tela di Penelope: tentativi che si fanno e si disfano ripetutamente negli ultimi 30 anni.
Il dramma dei giovani che emigrano lontano in cerca di lavoro aumenta  la carenza di creatività e di quella forza ideale tipica delle nuove generazioni, indispensabile al futuro del paese.
La perdita di alcuni beni fondamentali, come il porto turistico a Marina Grande, ha  determinato  un impoverimento che segnerà inevitabilmente il nostro sviluppo.
La perdita del Parco letterario Elsa Morante e del Colleggio dei Traduttori letterari  ci ha fortemente impoveriti di due realtà di grande valenza culturale.
Vogliamo solo sperare che il grande progetto per Terra Murata trovi i cittadini pronti e sensibili ad accompagnare le scelte politiche con senso critico e con larghezza di vedute.
Ma al di là di tutto questo e di tant'altro ancora, è necessario che l'odio politico abbia a finire e che si imbocchi la strada del lavorare allo stesso tavolo, sapendo che Procida ha bisogno di ciascuno. E' questa l'unica verità non speculare all'odio.
Ma perché l'odio venga bruciato definitivamente, occorre azzerare il giudizio sugli altri, categoria del pensiero nociva e perniciosa. Gli psicologi chiamano il giudizio il linguaggio della morte e non della vita. Non per niente Gesù ci aveva lasciato quel monito abbastanza trascurato: "Non giudicate e non sarete giudicati". Purtroppo il giudizio  ci è è stato tramandato da ottomila anni da un sistema piramidale di società costruita sulla dominazione, sul potere, sulla competizione e che ha prodotto e continua a produrre dittature, violenze, macerie e morti.
Diverso è invece l'esercizio della valutazione che in politica come nella scuola e necessario. Si valuta nelle scuole per capire se gli obiettivi fissati sono stati raggiunti; si valuta l'operato politico per sapere se posso confermare la mia fiducia o dirottarla su altri, Ma perché io possa  valuti l'operato politico  è necessario conoscere i fatti, le scelte, le motivazioni e i risultati raggiunti.
Vogliamo augurarci che il 2017 sia un anno di svolta nella politica procidana e che segni l'inizio per tutti di un cammino nuovo.


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