La Corte dei Conti vuole il dissesto economico per Procida?
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Procida. giugno 2015 viene eletto Raimondo Ambrosino Sindaco di Procida |
La
Corte dei Conti vuole il dissesto economico per Procida?
Intervista al Sindaco
di Procida Raimondo Ambrosino
Sindaco,
è vero che la Corte dei Conti non ha recepito la vostra proposta di riequilibrio
dei 7 milioni di euro di debiti
presentati nel 2012 dall’Amministrazione
Capezzuto? Cosa avevate proposto.
Si è vero. Noi avevamo
chiesto di poter spalmare questo grosso debito contratto dalla precedente
Amministrazione in un periodo di 30 anni, così
come ci è stato accordato per gli altri debiti accertati di 17 milioni
di euro. Venerdì scorso, invece, è stata emanata dalla Corte dei Conti
un’ordinanza di convocazione del sottoscritto
davanti alla seduta plenaria dei funzionari della Corte con la presenza
del Ministero degli Interni e della Commissione nazionale per la stabilità
finanziaria degli enti locali…In genere, quando si arriva a questo tipo di
procedura, è perché si vuole arrivare
alla dichiarazione del dissesto.
Lei
in una precedente intervista aveva già portato a conoscenza dei cittadini
questa volontà della Corte dei Conti di avviare la procedura del dissesto,
anche se tale procedura era stata
sospesa. E questo ci aveva lasciato sperare…
Si, era stata sospesa
ma non annullata. Sospesa per darci la possibilità di presentare entro il 31
maggio 2017 una nuova proposta di riequilibrio. Evidentemente la nostra
proposta non è stata considerata soddisfacente. Anche perché il Magistrato
istruttore che segue Procida, la Dr.ssa Rossella Bocci con la quale mi sono
confrontato spesso, fin dall’indomani delle elezioni, continua a sostenere che
noi, entro il 2019, da soli, non possiamo farcela, in quanto la massa passiva
che è caduta sulle nostre spalle è troppo alta.
Penso
che i cittadini vogliono vederci chiaro in questa vicenda che per tanti versi
appare ancora un tantino oscura. Non avevate recuperato già un milione e mezzo
di euro? Come mai nonostante i grandi
sacrifici che Procida sta facendo rinunciando a tanti servizi, la Corte dei Conti
continua a proporre il dissesto?
Perché loro valutano il
piano di riequilibrio presentato dalla precedente Amministrazione e vedono l’impossibilità
reale di restituire quei 7 milioni entro il 2019: il piano prevedeva
essenzialmente le vendite dei beni, vendite che procedono molto a rilento e con
grosse difficoltà, Loro, inoltre, sanno bene che gravano sulle nostre spalle i
mutui contratti dai precedenti amministratori per pagare i loro creditori, per
cui una metà di quel milione e mezzo di
euro che abbiamo recuperato se ne va per questi mutui. Questa è la nuda e cruda
verità. Per questo noi proponevamo di concederci un tempo più lungo, ossia di
spalmare anche quei 7 milioni in 30 anni.
La
Corte dei Conti fin dall’inizio vi aveva proposto il dissesto, perché non avete
voluto da subito intraprendere questa strada?
Perché eravamo
coscienti che c’era stata cattiva amministrazione economica nel passato e
speravamo, con equilibrio e grandi sacrifici da parte dei cittadini, di portare
l’isola di Procida fuori dal baratro economico in cui era caduta. Avevamo
subito constatato questa gravissima situazione e ci siamo messi all’opera con
responsabilità. Quel milione e mezzo recuperato ci ha dato la certezza che si
poteva amministrare in maniera diversa.
Solo che rapportati al grosso debito contratto e ai mutui da pagare essi appaiono nell’immediato ancora poca
cosa. Di qui la posizione intransigente della Corte dei Conti, che pur comprendendo la nostra buona volontà, il
nostro sforzo, lo ritiene ancora insufficiente per ripianare tutti i grossi
buchi prodotti nel passato. Questa è la
verità che a nessuno piace sentire ma è la sacrosanta verità. Noi stiamo
lottando per far capire ai cittadini che si può cambiare.
Cosa
farete se vi costringeranno al dissesto?
Valuteremo se ci sono i
termini legali per un possibile ricorso, come è avvenuto per il Comune di Casamicciola.
Il dissesto è una dichiarazione di fallimento globale e nessuno lo auspica per
sé o per la propria famiglia o per il proprio Comune. Una commissione si
stabilirà a nostre spese nel nostro Comune e
cercherà di produrre, per quanto riguarda tutta la grande massa passiva di debiti pregressi,
un risanamento. Se dovessimo, in ultima analisi, affrontare tale dissesto lo
faremo con dignità e con trasparenza amministrativa, facendo capire ai nostri
cittadini che gli errori gravi del
passato non dovranno essere più ripetuti. Se si ha a cuore il bene comune, i
soldi dei cittadini vanno amministrati con oculatezza e con grande senso di
responsabilità. Se ci sono poche risorse economiche si faranno scelte ridotte,
dando priorità alle necessità più urgenti… Il cittadino deve sapere quello che
potrà avere e quello che non potrà avere, come pure deve sapere come si
spendono i suoi soldi fino all’ultimo centesimo,
So
che alcuni servizi sono stati ridotti o annullati.
Non tutti sanno che
nella grave situazione in cui siamo venuti a trovarci, man mano che le persone
vanno in pensione noi non possiamo sostituirle con nuovi dipendenti.
Normalmente, nella situazione di dissesto come la nostra, potremmo arrivare
fino a 80 dipendenti, ma oggi sabbiamo solo 50 dipendenti. Gli uffici sono sguarniti,
mancano alcune figure professionali, e alcuni servizi sono stati soppressi per
mancanza di personale: come per esempio lo sportello “Qui Enel”, l’ufficio
INPS, il servizio Scuola bus ed altri ancora. Dobbiamo tutti prendere coscienza
che a molte domande dei cittadini non
posiamo dare risposte immediate.
Tutto
questo non la scoraggia?
No! Noi andiamo avanti
per dire ai cittadini: “Resistiamo per voi tutti, per i vostri figli, per dare
un futuro diverso a Procida, un futuro dove onestà, trasparenza, responsabilità
oculatezza economica e legalità possano stabilmente regnare.” E questo perché,
ne sono convinto, è l’esigenza più profonda e vera di ogni persona responsabile. Dobbiamo insieme
ricostruire un tessuto umano e sociale che è stato disgregato, a partire dall’aspetto
economico che è sicuramente l’aspetto più importante. Il mio predecessore,
Vincenzo Capezzuto, aveva capito questo e stava cercando di riparare il danno,
ma ormai la falla era diventata così grande da non poterla più arginare. Noi
pur sapendo che avremmo trovato molte difficoltà, non ci siamo spaventati,
anche perché il paese ha manifestato una grande volontà di cambiamento…Certamente
non posiamo far tutto quello che avremmo voluto, ma daremo priorità a poche
scelte e quelle porteremo avanti con coraggio.
Un’ultima
domanda. Giorno 7 giugno lei si troverà da solo davanti ad una Commissione
numerosa e imponente che rivendicherà la sua decisione di chiedere per Procida
il dissesto economico. Quali argomentazioni porterà per insistere ancora una volta sul non
dissesto.
Non sarà facile. Loro
mi ripeteranno con un linguaggio tecnico e formale che dal loro punto di vista,
noi non abbiamo la forza di recuperare entro il 2019 i 7 milioni di debiti
dichiarati dalla Giunta Capezzuto, e che, per la situazione pregressa, non
riusciremo a pagare i nostri creditori
per i servizi prestati entro 60 giorni, condizione ritenuta necessaria
per una normale amministrazione finanziaria. Di conseguenza vedranno la procedura del dissesto come
unica via di uscita. Il mio sarà un
linguaggio semplice che nasce dall’esperienza fatta in questi primi due anni.
Parlerò loro delle difficoltà incontrate, dello sforzo titanico che stiamo
facendo con i cittadini per recuperare la nostra dignità di uomini e donne
disposti ad assumerci la fatica di
portare l’isola fuori delle secche anguste in cui è venuta a trovarsi, non per propria responsabilità. Parlerò
loro di un’isola ferita più volte dalla Storia e che ha stentato a ritrovare,
dopo svolte epocali, fiducia in se stessa. Pertanto, come Sindaco dell’isola,
chiederò a ciascun membro della Commissione di dare fiducia ai procidani, di credere nella volontà di
operare per un riscatto dal triste passato amministrativo. Se questa fiducia ci verrà accordata, saremo loro grati e continueremo a lavorare
come in questi due anni.. Se questa fiducia ci verrà negata, noi non
faremo di questo nuovo fardello una battuta di arresto, ma cecheremo di
rilanciarci tutti per affrontare con nuova forza il futuro anche se con oneri
maggiori. Spero di non essere da solo in quel momento; sono sicuro che avrò
accanto a me tanti di voi che continuano a credere che, al di la di ogni
decisione che verrà presa, il futuro lo costruiremo insieme pur nelle
difficoltà del momento presente.
a cura di Pasquale Lubrano Lavadera
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