Procida e la Carta Europea dei Diritti dei Pedoni: Articolo primo
Procida: Via Principe Umberto |
La Carta Europea dei Diritti dei
pedoni è molto forte. 16 punti, uno più
incisivo dell'altro Purtroppo poco attuata e poco presente nelle agende dei
politici europei. Procida ha tentato varie volte di soddisfarne almeno qualcuno, ma c'è ancora
molto da fare.
Basta leggere il primo punto:
Il pedone ha diritto a vivere
in un ambiente sano e godere liberamente dello spazio pubblico nelle adeguate
condizioni di sicurezza per la propria salute fisica e psicologica.
Quando il Sindaco Dino Ambrosino in questi ultimi anni ha creato
le fasce orarie pedonali la sera, penso che lo abbia fatto essenzialmente per
soddisfare questo
primo punto della Carta dei Diritti del Pedone.
Poiché non era possibile
eliminare sempre dalle piccole strade procidane tutte le auto e i motorini ha
cercato, almeno la sera, di offrire la
possibilità ai cittadini di godere più liberamente dello spazio pubblico.
Ugualmente quando l'isola viene totalmente trasformata in isola
pedonale per qualche manifestazione
collettiva come la processione di Venerdì santo o in altra circostanza .
E molto chiaro per noi tutti che le
auto e i motorini presenti sulle nostre
strade costituiscono un pericolo per i pedoni, anche perché le strade sono
piccole e strette e tranne in alcuni casi, non possono essere costruiti i
corridoi pedonali o i marciapiedi.
Inoltre siamo tutti consapevoli che
vivere nel caos stradale fa male sia
alla salute psicologica sia a quella fisica. Gli incidenti nell'isola sono
molti, anche se spesso non vengono denunciati. Le persone possono essere
schiacciate al muro come è accaduto a mio suocero, perché la larghezza di
camioncini o auto spesso equivale quasi alla larghezza della strada.
E' un paradosso questo che
andrebbe affrontato, ma non se ne parla perché spesso il cittadino pensa al
proprio bene individuale e non a quello collettivo.
In questo bisognerebbe far qualcosa in più, soprattutto
a livello formativo, e far capire ai
procidani che una comunità che non matura il senso del bene comune è
votata all'autodistruzione.
Nascendo a Procida, abbiamo tutti
ereditato l'isola con le sue bellezze e i suoi limiti geografici e stradali,
Non possiamo continuare a vivere come se stessimo in una grande città o in
un'isola di 50 kmq come Ischia.
Dobbiamo oggettivamente capire
che, per la limitatezza delle nostre strade, non possiamo mettere in
circolazione 15mila auto e motorini (attuale consistenza numerica ) senza farci
del male.
A parer mio dobbiamo chiedere all'Amministrazione comunale di fare
ancora di più sulle fasce orarie pedonali, se vogliamo difendere il diritto
alla vita dei cittadini: vita psicologica e vita fisica.
Lo ripeterò sempre: Mio suocero è
stato schiacciato al muro all'imbocco di via Principessa Margherita con gravi
conseguenze fisiche che lo hanno portato in breve tempo alla morte.
Questo non deve più accadere, per
nessuno.
Pasquale Lubrano Lavadera
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