Procida: NON DISTRUGGIAMO L'IDENTITA' DELL'ISOLA!

 

Procida: Il Casalieddo

Procida: quale sarà il suo futuro?

E' una domanda che ci riguarda tutti e alla quale ognuno di noi potrebbe dare la propria risposta.

Ricordo che nel 1995,  mi recai nell'Albergo Casa Gentile per intervistare la scrittrice Rosetta Loy che era nella giuria del premio "Procida Isola di Arturo Elsa Morante". 

Un'intervista a cuore aperto pubblicata sul giornale nazionale al quale collaboravo. Dalla finestra della sala da Pranzo lei osservava ed ammirava incantata la baia della Chiaia e l'agglomerato della Corricella. E lei dopo aver parlato di Elsa Morante , dei suoi libri mi pose la domanda: Quale sarà il futuro di quest'isola. 

Non ricorda cosa le risposi. Poi l'accompagnai con La Capria che alloggiava anche lui a casa Gentile nei giardini di Elsa che lei non aveva ancora visto. In quella distesa di verde e sul belvedere che affacciava sul mare, da altra prospettiva, affermo che l'isola avrebbe avuto un futuro solo se avesse conservato quella bellezza originaria, difendendalo da ogni tentativo di piccola o grande speculazione.

Era già da qualche anno cominciata la trasformazione di Marina Corricella; erano nati già ristoranti e alberghi  e  non immaginavamo che era l'inizio di una trasformazione epocale di quella meravigliosa e preziosa bellezza  che il mondo intero ci invidiava, e nonostante Giancarlo Cosenza con i suoi libri, fin dagli anni 60, aveva cervato di farci comprendere che possedevamo,  in quell'architettura mediterrane uno dei beni più preziosi dell'umanità.

Ma la colpa non era nostra.  La stessa Sovrintendenza non aveva mai tutelato una pietra. Nei processi formativi ed educativi non si palava mai di tutela dei beni ambientali. Era un concetto lontano dalla nostra visione delle cose.

Fino ad un certo periodo la povertà della gente che abitava a Marina Corricella, aveva tutelata l'antica architettura, ma con il benessere economico degli anni 60 e con l'istruzione obbligatoria per tutti, L'istituto Nautico si riempì di giovani procidani che acquisirono il diploma nautico. E il lavro sul mare generò ricchezza  e benessere economico anche alla Corricella e ognuno, potendolo, cercò  di migliorare la vivibilità nelle proprie case con delle modifiche.( Da tener presente che poche case avevano i bagni e tutto veniva versato in mare.)

Per cui quello che osserviamo oggi alla Corricella  è cominciato fin dagli anni 60 e nessuno di noi aveva previsto una radicale trasformazione di tutta la contrada in così pochi anni. 

Oggi sono in molti che si lamentano  dello spettacolo che si presenta ogni qualvolta ci inoltriamo sulla banchina  e  dove ristoranti e bar hanno invaso ogni spazio. L'antica Marina Corricella con le reti dei pescatori con le barche è scomparsa, i procidani hanno lasciato le case che sono state vendute a forestieri, le grotte, un tempo deposito di barche, sono diventate o monolocali o sede di attività commerciali.

Ha senso lamentarsi oggi e dire che la Corricella è diventato un immenso ristorante a cielo aperto, se noi lo abbiamo permesso e in certo senso voluto? 

La stessa cosa, molto simile è accaduto con il traffico stradale. Quando sono comparse le prime vespe e lambrette e i primi motocicli e le   macchine a procida, abbiamo tutti esultati e nessuno prevedeva nel giro di qualche decennio un assediamento pauroso di auto di tutte le dimensioni motorini pullman camion e taxi giganteschi in stradine strette  e limitate in uno spazio di soli 3,7 kmq.  Voci isolate si alzarono per paventare un pericolo imminente ma furono subito messe a tacere,

Non ne parliamo poi  dei motoscafi nelle baie. Non avremmo mai immaginato che da poche barche  iniziali oggi siamo assediati non solo nella Chiaia ma in ogni baia per tutta l'estate e con tutto quello che comporta per l'igiene delle nostre acque

Inoltre le costruzioni hanno eliminato l'80% del verde ma nessuno se ne accorto ora ce ne accorgiamo perchè si fanno le foto col drone e vediamo il cemento che sovrasta l'isola e abbiamo cominiatoa tremare per la nostra salute soprattutto in estate quando la pressione alta e l'emissione dei gass tossici del traffico  rendno l'atmosfera nociva. 

Tutto questo non sarebbe siuccesso se l'isola fosse stata  di maggiori dimensioni ,  ma noi oi siamo una delle più piccole isole italiane ed abbiamo 11 abitanti che in estate dieventano circa ventimila con una sùdensita altissima.

Per fortuna non ci manca il lavoro  ama una riflessiobe uno studio con qualche esperto  va fatto. ,

Domenica scorsa l'isola era invasa da cittadini provenienti dalla terra ferma. Il pomeriggio al porto era impressionanate vedere questa massa enormedi persone che doveva ripartire. Mai ho visto uno spettacolo simile. Erano migliaia di persone.


Che si può fare? Non vedo soluzioni. Anche perchè molti procidani si sono trasformati in imprenditori, sono nati  B&B e finanche negozi sono diventate case, riproducendo nell'isola i famosi bassi napoletani che ci erano completamente estranei.

A meno che lo Stato non intervenga con una legge speciale per tutelare  l'incolumita dell'isola  e salvarla da questo arrembaggio selavaggio di terra e di mare che nei periodi estivi diventa  veramente un ostacolo per la vivibilità.

A Venezia, in laguna, è successo qualcosa di simile. I veneziani hanno messo in laguna solo attivita turistiche e sono perà andati a vivere in altri lidi limitrofi. 

Al limiute si potrebbe ipotiszzare  qualcosa da noi ma dove andremo a a vivere: a Ischia a Monte di Procida a Baia. Non mi sembra un ipotesi percorribile  

Intanto però c'è un dato eoggettivo;Moltissimi oggi vogliono vedere Procida e sostarvi un po'-

In America in certi pos bellissimi  di limitate dimensioni c'è una legge speciale che stabilisce il numero di visitatori al giorno. Si potrebbe mai chiedere una legge del genera anche a Procida.? 

L'unica soluzione più alla nostra pportata per vivere piu tranquilli e con meno pericolio che è stata adottate in certe piccole zone del nordzone delle grandi citta  che sono  di dimensioni come Procida: conosco Ravenna e Firenze.  è quella di eliminare tutte le auto i motorini i pullman camion giganteschi e i taxi giganteschi.

Ma so che la maggioranza dei procidani non vuole rendere l'isola pedonale, Anche se, ad onor del vero, gli amministratori potrebbero riarsi al codice stradale che per consentire l'usol delle macchine e dei motorini in una strada è necessario il marciapiede e il percorso pedonale. E lì dove non ci sono niente moto o auto veicoli

Un altra sooluzione ipotizzata dall'architetto Adra Cosenza ha studiato a fondo è quella di espropriare piccole strisce di terreno in tutta l'isola e fare tanti viottoli solo per i pedone in modo che si può andare a piedi da un posto ad un altro senza attraversare il pericolo stradale. Perchè dobbiamo avere il coraggio di dirlo non di può camminte e doversi continuamente difendere dal bus dai taxi dalle auto dai motorino. 

Ma si può vivere così?   

Mettiamoci tutti a strudiare i problemi dell'isola e cerchiamo quelche soluzione da prendere insieme tutti per il bene di tutti, per ssalvatre la nostra incolumita e anche l'isola.





  

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