Don Michele Ambrosino: La pace nelle nostre famiglie
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Scuola Media Statale di Procida - don Michele Ambrosino in alto a destra - anni 60 |
Siamo molto felici che la Biblioteca Comunale è stata intitolata a don Michele Ambrosino, un uomo leale e trasparente che ha donato sempre a tutti la sua parola forte e colma di sapienza. Egli sapeva dialogare con ogni uomo, grande o piccolo, colto o ignorante e ha lasciato dietro di se testimonianze vive e credibili della sua fedeltà assoluta al Vangelo. Era sua profonda convinzione che Gesù aveva parlato per tutti gli uomini, anche per quelli che non avevano riferimenti religiosi, ed aveva un grande rispetto per tutte le persone che la vita gli poneva accanto. Tutti i volontari che attualmente lavorano in biblioteca sono molto contenti per la scelta fatta dal Consiglio Comunale di Procida e faranno il possibile per far conoscere a tanti la figura di don Michele Ambrosino.
Riportiamo qui di seguito un brano tratto dal suo libro "Prediche senza pulpito" dal titolo "Accordi e disaccordi in famiglia":
Il vento e il mare grosso di
questi nostri tempi mettono a dura prova la solidità e il calore insostituibile
della famiglia.
Sempre la stessa, la famiglia
deve tuttavia rinnovarsi secondo le esigenze dei tempi nuovi, per poter vivere
e continuare ad essere la patria del cuore per le generazioni in arrivo…
Il nostro tempo, come ha
inquinato l’aria da renderla irrespirabile, così ha reso difficile l’atmosfera
familiare, rendendo aspri i rapporti tra fratelli, genitori e figli, sposo e
sposa, educatori e giovani. C’è nell’aria un nervosismo in tutti, un badare ai
fatti miei, una ritrosia a sanare vecchie lacerazioni, che avvelenano la vita
ordinata e lieta. Non intendo parlare dello stretto nucleo familiare, ma mi
rifaccio al termine biblico di fratelli, che intende non solo quelli nati dagli
stessi genitori, ma include cugini, zii, nipoti, amici e vicini…Spesso il
dissidio tra fratelli si estende ai compagni di lavoro, che faticano a
sopportarsi e a comprendersi. Altro che portare i pesi gli uni degli altri.
Quando Dio non è visto e sentito
come Padre, gelosia e invidia si annidano nel cuore degli uomini. Il più spesso
per contrasto di interessi. Facilmente ci “adombriamo” e qualche volta si
arriva a rivestire il ruolo di Caino contro Abele…Prima ci si voleva bene, si
andava d’accordo, si parlava volentieri, era piacevole scambiarsi visite,
andare in gita insieme. A un certo punto cominciano freddezze, silenzi,
diffidenze, poi non ci si saluta più, infine scoppiano diverbi, litigi, cause
in tribunale…
Ogni ricchezza che lacera le
famiglie, spezza i legami dell’affetto, mette nel cuore il veleno dell’odio,
rende amara la vita: questa ricchezza è maledetta. Ancora una volta risuonano
le parole di Gesù: “Beati i poveri”…
Se è possibile scrive san Paola,
per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti…la guerra è cosa brutta non
solo quando è frutto delle incomprensioni e dell’ingordigia fra grandi nazioni
e grosse società, ma anche tra piccoli gruppi. La parola di Dio ci ammonisce:
frutto della giustizia è la pace.
Altrimenti si sfasciano le
famiglie, scontenti e arrabbiati i figli, sfiduciati e delusi i genitori. Tutto
questo diseduca le nuove generazioni alla stima per la pace e innesca la
ricerca e la esaltazione della violenza.
Non è solo la religione e la fede a darvi
questi consigli. Pensate che la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, nata dalla
coscienza dei popoli dopo gli orrori dell’ultima guerra dice così: “Tutti gli
uomini nascono liberi e uguali nella dignità e nei diritti; essi sono dotati di
ragione e di coscienza, e devono comportarsi gli uni verso gli altri come
fratelli”…
Nei nostri confronti siamo sempre
pronti a crederci innocenti, sempre
disposti a scusarci e a perdonarci; questo bisogna farlo anche nei riguardi
degli altri, con lo stesso metro: siamo solidali, diamo una mano. Gesù ha
lavato i piedi agli apostoli e poi li ha invitati a fare come lui. Su questa
strada posso augurarvi la pace…e salutarvi notando che un mondo in pace è il
risultato di tante famiglie in pace, come un palazzo è la somma delle pietre
che lo compongono
Don Michele Ambrosino
Da Don
Michele Ambrosino, Prediche senza pulpito, 2006 Arti grafiche Licenziato
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