"GRAZIELLA"
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Maria Fiore e Jean-Pierre Mocky rispettivamente Graziella e Alphonse nel film "Graziella" di Giorgio Bianchi |
La notizia che l’isola diventava un set cinematografico circolò tra noi ragazzi e
nelle nostre famiglie. Sull’isola infatti si stava girando un film su Graziella, il famoso romanzo di Alphonse
de Lamartine e l’attrice scelta per il ruolo della ragazza amata dal poeta era Maria Fiore, una giovanissima attrice di solo
19 anni, romana, molto famosa per aver girato a soli 17 anni un film di
successo: Due soldi di Speranza.
La notizia entusiasmò grandi e piccoli e un
tamtam spontaneo trasmetteva da una punta all’altra dell’isola gli spostamenti
dei cineasti: - Ieri hanno girato alla Corricella, domani saranno alla
Chiaiozza a Solchiaro…La casa di Graziella è stata trovata a via Raia…
Non si parlava d’altro e i giovani e le ragazze
osavano avvicinarsi alle varie location per curiosare sul set e
apprendere qualcosa dell’arte cinematografica.
Purtroppo a noi ragazzetti non era dato
scorrazzare da soli per l’isola, anzi ci
venne imposto il divieto, per cui non ci restava che aspettare una location nei pressi delle nostre
abitazioni. Cosa del tutto improbabile.
Ma, non avrei mai immaginato che di lì a
poco l’avrei vista, sì l’attrice la “Graziella” del film.
Era un pomeriggio assolato di giugno e la
scuola era finita. Mi ero recato come al solito alla salumeria di mio padre e mi
intrattenevo con ragazzetti della zona nello spazio antistante al negozio,
quando vidi arrivare di corsa dal “Canalone”- la strada che conduceva al porto
- Lia, mia amica coetanea, la quale, con
euforia mi lanciò il messaggio: - Tra poco salirà dal porto, in carrozza, Maria
Fiore!
Il cuore prese a battermi forte: l’avrei
finalmente vista, avrei guardato negli occhi l’attrice che impersonava Graziella, figura che nel nostro immaginario
infantile si ingigantiva in una dimensione fiabesca e mitica.
Il mondo del cinema continuava ad apparirmi
magico e meraviglioso, anche perché Nestore non faceva che parlarmi dei film
visti, degli attori e della loro vita.
Trepidante e desideroso, fermo accanto alla porta
principale del negozio, aspettai il passaggio della carrozza. All’improvviso la
vidi spuntare dal “Canalone” con il
cavallo che trottava baldanzoso ma
lentamente. Anche il conducente aveva l’aria di uno che ha vinto un trofeo e
vuole mostrarlo a tutti.
Infatti quando fu all’altezza del negozio,
si levò il cappello per salutare con solennità mio padre che, nel frattempo, mi
si era affiancato insieme a Nestore.
La carrozza mi apparve avvolta da una luce
fiammeggiante e la splendida ragazza sorridente che sedeva nel sedile posteriore mi sembrò una di quelle principesse da favola.
Con i capelli folti scompigliati dal vento
lei ci elargì un grande sorriso nel mentre
i suoi occhi neri brillavano di gioia.
Noi ragazzi avremmo voluto aggrapparci alla
carrozza, per lasciarci trasportare in quella scia luminosa intravista con gli
occhi della fantasia, ma ci i limitammo a correrle dietro fino a quando il respiro
ce lo consentì. Poi, fermi sulla strada e ansimanti per lo sforzo, la vedemmo lentamente
scomparire.
Mogi mogi tornammo alla nostra realtà, con
la certezza nel cuore e nella mente di aver vissuto un momento speciale:
avevamo finalmente la Graziella del film che si stava girando
sull’isola. Ora avrei potuto dire a tutti che anch’io l’avevo incontrata.
In
famiglia, nei giorni seguenti si continuò a parlare della lavorazione del film e dell’attrice chiamata a interpretare Graziella: - Sembra proprio una di noi -,
commentava zia Elena, - e poi dicono
tutti che ha un bel carattere ed è diventata amica delle nostre ragazze che recitano con lei nel film.
Ormai tutte le notizie riguardanti la troupe
cinematografica erano diventate di interesse
generale e l’immaginazione amplificava e diffondeva sensazioni piacevoli e
fatti esaltanti.
Un
giorno sentimmo uno scampanio prolungato che, come per un richiamo segreto, si
diffondeva da una chiesa all’altra e mia zia, sempre attenta a decifrare quanto avveniva sull’isola, a quel’insolito concerto di campane ci offrì la sua interpretazione: - Stanno girando
per la seconda volta la scena del funerale di Graziella, alla Chiaiolella. Le campane servono ad esprimere il
dolore dell’isola per quella povera fanciulla morta per amore. Dicono che Maria
Fiore ha voluto assistere a questa scena
ed ha pianto.
Dalla morte alla vita: solo qualche giorno
dopo la piazza centrale della Corricella si riempì di luci e di musica nel
mentre si girava la scena del ballo pubblico delle giovani fanciulle con i loro
cavalieri innamorati.
Molti i giovani con le loro ragazze
ingaggiati per la scena e Maria Fiore
che danzava con Jean-Pierre Mocky, perfettamente a suo agio con le coppie procidane.
Come in tutte le favole si arrivò all’ultima
pagina e bisognava chiudere il libro.
Si spensero le luci e i riflettori, si
smontarono le impalcature e gli attori,
il regista e l’intera troupe lasciarono l’isola, e non sapemmo
più niente di Maria Fiore, dell’attore francese che interpretava Alphonse, del
regista Giorgio Bianchi, di Tina Pica
nonna amorevole e brontolona e di tutto il resto della troupe.
Avvertimmo una sensazione di vuoto, come se
venisse a mancarci qualcosa, un qualcosa che ormai era diventato una presenza significativa
nella monotonia del nostro vivere.
Quella folta compagine cinematografica, in
quei mesi, ci aveva trasportati tutti, gradi e piccoli, nella suggestiva magia
che solo il cinema riesce a ricreare. Ma più di tutto sentivamo la mancanza di
quel sorriso luminoso, di quella disinvolta capacità di Maria Fiore di entrare
in rapporto con la nostra gente.
Pasquale Lubrano Lavadera
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