L'Associazione Isola di Graziella incontra Pino Boero

Pino Boero e Walter Fochesato a Procida sul tetto del Palazzo d'Avalos


Nell'ambito del Progetto "Procida - Il mondo salvato dai ragazzini - Elsa Morante"   promosso dal Comune di Procida e di cui l'Associazione Isola di Graziella è Partner,  c'è stato a Procida, nel gennaio 2020, anno in cui si celebravano i 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari, l'importante incontro con i massimi esperti dell'opera di Rodari, Walter Fochesato e Pino Boero. L'Associazione Isola di Graziella si è preoccupata di accoglierli al porto, far loro visitare l'isola, il Palazzo d'Avalos e la Biblioteca, ospitarli nelle case dei volontari e poi ha  partecipato all'incontro importantissimo tenutosi alla scuola Media A. Capraro con tutti i docenti partecipanti al Progetto, Un incontra straordinario per l'intensità dei contenuti e per il rapporto profondo che si è costruito con i due relatori, presentati all'assemblea dei partecipanti dalla giornalista Donatella Trotta. In particolare è nato un rapporto diretto  tra l'Associazione Isola di Graziella e Boero e Fochesato da cui è scaturita una prima intervista a Pino Boero pubblicata nel Giugno 2020 sul periodico nazionale Città Nuova, che vogliamo far conoscere a quanti sono interessati al Progetto "Procida-Il mondo salvato dai ragazzini - Elsa Morante".

L'indispensabile letteratura per l'infanzia

in una Scuola che privilegi il rapporto diretto, personale empatico tra bambino e adulto.

Incontro con Pino Boero

   In un momento in cui la scuola si dibatte tra due direttive, spesso divergenti: innovazioni tecnologiche e programmazione scandita  temporalmente con relative valutazioni da una parte e spinta a riconsiderare la centralità dell'allievo e la sua formazione al bene relazionale puntando "sul rapporto diretto, personale, empatico fra bambino e adulto" dall'altra, la figura di Pino Boero prende oggi  particolare risalto in quanto egli ci porta a considerare con più attenzione la centralità dell'alunno in ogni progetto didattico.

   Considerato tra i massimi esperti al mondo della letteratura per l'infanzia e della storia dell'educazione, egli sottolinea  l'importanza dell'esperienza pedagogica di Gianni Rodari, Mario Lodi, Albino Bernardino e Maria Luisa Bigiaretti per un'impostazione didattica aperta alla fantasia e alla creatività, con esperienze ricche di sollecitazioni formative, considerando criticamente la burocratizzazione in atto nella scuola  e la trasformazione  del profilo  professionale dei dirigenti scolastici ai quali sempre più vengono chieste " competenze  economiche e di diritto e minori competenze didattiche, pedagogiche e psicologiche."

   Ho incontrato Pino Boero in un seminario su Gianni Rodari, di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita, a Procida in un incontro per i docenti di tutte le scuole impegnate nel progetto di educazione alla lettura: "Procida. Il mondo salvato dai ragazzini. Elsa Morante"

Come nasce la tua passione per la letteratura dell'infanzia?

Nasce da lontano, quando studente universitario, alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, collaboravo alla pagina dei libri del quotidiano genovese "Il Secolo XIX" e il caporedattore mi dava da recensire, fra l'altro, i testi per bambini che, per quei tempi erano considerati "rivoluzionari" o almeno "strani", dagli albi della Emme Edizioni di Rosellina Archinto a quelli di Munari, ai libri di Rodari stesso. Da bambino e ragazzo, inoltre, io ero stato un grande lettore di fiabe, di Salgari e dell'avventura e avevo quindi un "precedente" nella mia formazione…

 

Indifferenza e sottovalutazione, due atteggiamenti che hanno portato a considerare la letteratura per l'infanzia come una sottospecie. Cosa ha determinato questo atteggiamento diffuso?

Sostanzialmente direi che l'indifferenza e la sottovalutazione nascevano dalla non conoscenza: Rodari sosteneva con amara ironia di essere - come tutti gli altri autori per l'infanzia - uno scrittore di "serie B"… Niente di più falso ma è difficile far capire non solo ai semplici lettori ma anche agli intellettuali che la scrittura per l'infanzia ha una sua autonomia, va giudicata con un metro capace di mettere insieme letteratura, pedagogia, psicologia, storia, antropologia, sociologia… Ma soprattutto va ribadito il concetto che scrivere per l'infanzia non è affatto una "bambinata" ma richiede un lavoro  supplementare di elaborazione… Rodari stesso non scriveva di getto, appuntava idee, le rielaborava e correggeva… insomma la letteratura per l'infanzia appartiene a pieno diritto alla "serie A"…

 Quali armi hai affilato per neutralizzare questi due grandi pregiudizi?

All'inizio degli anni Settanta (1972) trovo significativi due eventi: la pubblicazione di Guardare  le figure (Einaudi) di Antonio Faeti che rivoluziona, attraverso la storia di "figurinai" e illustratori, il modo di interpretare i libri per bambini e l'inaugurazione a Milano della Libreria dei Ragazzi di Roberto e Gianna Denti che conferiscono piena autonomia al "genere". Nello stesso tempo nelle Università comincia un lavoro di studio e ricerca molto specifico: a Padova Anna Maria Bernardinis approfondisce i temi pedagogici della materia, a Bologna Faeti continua a lavorare sulle connessioni fra testo, immagini e altri media (fumetti, cinema…), a Genova io, non ancora docente della materia ma professore di Letteratura italiana contemporanea, studio gli autori dal punto di vista storico-letterario… le connessioni create allora hanno contribuito a garantire oggi, negli Atenei italiani, la presenza di docenti di Letteratura per l'infanzia che non si sentono figli di un dio minore ma integrano con passione e competenza i vari settori della nostra disciplina. Insomma credo che ormai, almeno a livello accademico e di docenza, i due grandi pregiudizi siano stati sconfitti.

 

Hai trovato alleati in questa impresa? Quali?

È difficile guardare indietro senza ricordare che all'inizio il mio passaggio accademico da Letteratura italiana contemporanea a Letteratura per l'infanzia fu guardato con un certo stupore e francamente a livello universitario mi sono mosso abbastanza da solo; quindi pochi alleati ma neppure ostilità.

 Perché oggi è necessario riscoprire l'importanza della letteratura per ragazzi?

Più che riscoprire ritengo importante il mantenimento di uno standard qualitativo da parte della nostra editoria: meno serialità, meno romanzi costruiti a tavolino e maggiore valorizzazione dello stile dei singoli autori; è quello che gli editori di albi per i più piccoli (e non solo) fanno ormai da anni.

 

Le scuole sono preparate a questo compito?

Ritengo che la generazione degli insegnanti, quella uscita dai corsi di Laurea in Scienze della Formazione primaria, possa avere una buona preparazione in materia, ma ovviamente fra la preparazione teorica e quella pratica  esiste il gusto individuale per la lettura e la capacità di renderlo "attivo" con i propri alunni.                                                     Voglio dire che un insegnante "lettore debole"  potrà fare ben poco per trasmettere emozioni e valorizzare lo spazio della lettura.                                                                                                                              Dopo gli attacchi al Cuore di De Amicis, sferrati senza esclusione di colpi a tal punto da farci vergognare per averlo amato,  tu gli dedichi un libro…

Il "caso De Amicis" è davvero straordinario: come ha scritto Alberto Asor Rosa Pinocchio (1881-1883) e Cuore (1886) sono stati i due testi fondamentali dell'Italia bambina, hanno contribuito più di altri a formare l'immaginario degli Italiani. Cuore ha moltissimi dei difetti che gli sono stati addebitati, ma la sua importanza storica va al di là delle stesse "cadute" moralistiche, inoltre tutta la produzione per adulti di De Amicis, "soffocata" dal successo di Cuore, merita di essere considerata perché è nata all'insegna di un impegno ad allargare il numero dei lettori trattando temi quali l'esercito, i viaggi, la scuola, la vita quotidiana. 

 Hai rivolto  anche la tua attenzione anche a Salgari, un autore considerato di puro intrattenimento.

Sarà perché da ragazzo sono stato accanito lettore salgariano ma considero Salgari il terzo "grande" della letteratura per ragazzi (e non solo) dell'Italia postunitaria; ovviamente non mi riferisco all'aspetto stilistico ma alla capacità di articolare uno spazio dell'avventura in tutti gli angoli del mondo, di creare figure di grande rilievo per l'immaginario, di costruire eroi capaci di stare dalla "parte giusta" contro soprusi e prepotenze.

 Ma veniamo al tuo amore di sempre, Gianni Rodari, sul quale  hai ultimamente pubblicato  il bellissimo volume L'alfabeto di Gianni (Edizioni Coccolebooks) insieme a Walter Fochesato. Dicci qualcosa su questo ultimo lavoro.          

A questo lavoro, legato ad una dimensione più divulgativa anche se rigorosa dal punto di vista della ricerca, unisco la terza edizione aggiornata del mio Una storia, tante storie. Guida all'opera di Gianni Rodari appena uscito da Einaudi ragazzi; si tratta - credo - di una lettura complessiva e organica dell'opera rodariana alla luce dell'idea che Rodari non fu solo uno scrittore per l'infanzia ma un intellettuale del nostro Novecento capace di unire alla produzione per bambini una capacità di analisi culturale che si esplicitò nella sua attività di  giornalista che transitava dalla cronaca al commento politico, dalle osservazioni di costume alla riflessione pedagogica.

Hai scritto più volte su di lui, lo presenti in varie scuole , incontri docenti di scuole di ogni ordine e grado. Trovi risonanza nei docenti di oggi?

Più che risonanza trovo molta attenzione, molta voglia di conoscere Rodari dai diversi punti di vista; è per questo che la sua storia è molteplice e trova ancora riscontro a diversi livelli. Credo, insomma, che si possa parlare di un Rodari utilissimo alla scuola di oggi.

 Volendo  racchiudere in poche frasi  l'approccio che i docenti dovrebbero avere con i propri alunni  sulla didattica della lettura, cosa diresti.

È sempre difficile dare consigli, ma quando rivedo Rodari in alcune vecchie trasmissioni televisive o guardo le sue foto circondato dai bambini mi rendo conto che la sua "formula" era quella della semplicità d'approccio senza "bamboleggiamenti" o atteggiamenti moralistici. Il bambino - diceva - vuole crescere ma noi non dobbiamo calargli dall'alto i contenuti ma accompagnarlo in un percorso di scoperta per farlo "alzare ogni giorno un pochino". 

 

Scheda

Pino Boero nasce a Genova dove vive e insegna all'Università di Genova Facoltà Scienze della Formazione "Letteratura per l'infanzia."  Fra i massimi esperti  della Storia dell'Educazione  e della letteraura per l'età evolutiva, dal 2002 al 2008 è stato Preside della Facoltà  ed ha collaborato con le università di tutto il mondo, Francia, Svizzera, Svezia Argentina, Corea Brasile. Dirige la collana Memorandum per Einaudi ed ha curato l'Opera omnia dello scrittore Gianni Rodari. Collabora con varie riviste e soprattutto con la rivista Andersen dedicata a tutte le pubblicazioni per ragazzi, ed è membro della Giuria del Premio omonimo. Molti i volumi pubblicati, tra i quali:

1992 - Una storia tante storie Guida all'Opera di Gianni Rodari (Einaudi)  con l'intento di sottrarre la letteratura per l'infanzia al limbo di una produzione minore e restituirla alla complessità della storia della letteratura e pedagogia.

1995 - con C. De Luca La letterarura per l'infanzia (Laterza) per contestualizzare le vicende dell'editoria rivolta ai ragazzi.

1997 - Alla frontiera (Einaudi) uno scandaglio sui mondi, generi e temi della letteratura per ragazzi.

2009 - con Giovanni Genovesi, Cuore - De Amicis tra critica e utopia (Franco Angeli), lucida analisi della produzione di un autore capace di guardare il mondo della formazione senza ignorare la complessità della scuola.

2011 - con Walter Fochesato e Felice Pozzo Il corsaro Nero (Franco Angeli), una approfondita escursione nel mondo letterario e fantastico di Salgari.

2014 - Il cavallo a dondolo e l'infinito (Interlinea),  una cavalcata ideale su un ideale cavallo la dondolo, metafora della progettualità fantistica  nell'infinita rappresentazione di temi e autori per l'infanzia.

2019 con Walter Fochersato L'alfabeto di Gianni (Coccolebooks) per raccontare in 21 storie la vita del nostro più importante autore di letteratura per ragazzi

2020 - Una storia tante storie Guida all'Opera di Gianni Rodari (Einaudi)  Terza Edizione aggiornata.

A cura di Pasquale Lubrano Lavadera

                                                                                                     Associazione culturale Isola di Graziella


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