Risolviamo insieme il problema del traffico

Procida Via Principe Umberto




Procida brucia le sue risorse sulle strade con auto e motorini: un po' milione di euro all’anno. Lo diceva, 20 anni fa, l’amico Giovanni Lubrano Lavadera il quale proponeva di scegliere la pedonalizzazione dell'isola e investire queste somme per qualche impresa sostenibile per i nostri giovani. 
26 anni fa poi  partiva  un accorato appello di cittadini, tra cui la nostra amata Concetta Barra, che chiedeva di salvare l’isola dalla morsa soffocante del traffico.
Sono passati da allora tanti anni, ma il problema è rimasto insoluto. Inoltre è cresciuto a dismisura il parco auto e vertiginosamente quello dei motorini, pericolosissimi per l'eccessiva velocità e per la nocività degli scarichi.
Bisognerebbe intanto predisporre molti  autovelox in punti strategici per  combattere almeno l’alta velocità?
Purtroppo gli incidenti sono continui, i gas di scarico penetrano suadenti nei nostri polmoni con conseguenze devastanti. Il benzene poi è considerato  il più velenoso tra i gas di scarico e i nostri bambini sulle carrozzine sono costretti a  farne continue scorpacciate
Per fortuna l’amico vento ogni tanto si impietosisce e ci viene in aiuto e spazza via le nubi velenose che noi produciamo. Sì, il traffico avvelena la nostra vita perché la  concentrazione è proporzionalmente alta, considerate le ridotte dimensioni delle strade, e ristagna dove ci sono muri paralleli.
Qualcuno si domanda: “Ma perché  il cittadino procidano è incapace di risolvere tale problema? Forse  è masochista? Vuole farsi del male?”
Certamente quello che a parer nostro è venuto meno in questi ultimi decenni è, come afferma il Sindaco Raimondo Ambrosino, il senso del bene comune, determinandosi un forte individualismo. 
E quando c'è individualismo i problemi non si risolvono facilmente.
Qualcosa si sta muovendo a livello di volontariato ed abbiamo visto squadre di cittadini portarsi sulle spiagge e pulirle, fatto insolito e nuovo. Come pure va apprezzato l'impegno per il decoro ambientale. Senza dimenticare le  fasce orarie pedonali che il Sindaco ha reintrodotto  permettendoci in estate una salutare passeggiata e un riposo notturno  più sereno.
Purtroppo la sua proposta delle circolari con i bus è franata dietro un coro di NO. Non è stato condiviso il tentativo di scoraggiare l'uso delle macchine, intensificando le frequenze delle circolari. E il Sindaco democraticamente; avendo detto fin dall'inizio che la proposta era sperimentale, ha ritirato il provvedimento.
Ma il problema generale del traffico oggi va riaffrontato e noi speriamo che nasca una commissione  di persone esperte disposte a dedicare  il proprio tempo per questa realtà che ormai è al parossismo.
Dovremmo pero capire tutti un aspetto fondamentale: l'uso delle auto a Procida non è un diritto indiscriminato o assoluto, in quanto le nostre strade non sono idonee per consentire  l'uso, dovunque e comunque, delle auto e dei motorini. 
Il codice stradale dice chiaramente che una strada, per essere adibita al traffico di auto e motorini, deve avere due carreggiate per il doppio senso, una carreggiata per il senso unico e in ogni caso devono essere predisposti marciapiedi o corridoi pedonali. Senza marciapiedi e corridoi pedonali il cittadino è in pericolo. E l'alto numero di incidenti, alcuni anche molto gravi, lo dimostra.
Solo via Libertà e qualche altra strada potrebbero consentirlo. 
Purtroppo negli ultimi 40 anni, gli Amministratori, non hanno previsto questo incremento costante ed hanno permesso, fin dall'inizio, che quelle poche auto degli anni 60 potessero circolare liberamente dovunque. E così negli anni successivi. Ma intanto le auto e i motorini aumentavano di numero.
Oggi siamo alla congestione ed è follia continuare a vivere come se niente fosse.  
Continuare a permettere la circolazione anche  in strade che non hanno i requisiti, con gravi rischi per chi cammina a piedi e rendendo l’isola un inferno, esprime una condizione di vita  che genera morte, litigi, danni ambientali e danni fisici. E questo nessuno lo vuole.
Aveva centrato il problema il giornalista Antonio Lubrano quando affermò con amarezza che venendo sulla sua isola, senza auto, si trovava messo “con le spalle al muro” con angoscia e malessere fisico. 

Ma è questa l'eredità, il costume, che vogliamo lasciare alle generazioni future? Un isola ingolfata che brucia benzina e che riempie i nostri polmoni di smog? Non lo penso proprio
E, allora, forse partendo proprio da questo desiderio intimo di benessere e serenità che possiamo iniziare a riparlare di traffico senza litigare. Certamente per un bene più grande dovremmo saper rinunciare a qualcosa.
Ci auguriamo proprio che in questo 2017 riusciamo insieme, Amministratori e cittadini, a trovare la chiave per uscire dall'ingorgo nel quale, senza volerlo, fino ad oggi ci siamo smarriti.


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Commenti

  1. Problema della masima importanza:
    molti dovrebbero convincersi che si può anche andare a piedi;
    necessaria una regolamentazione della circolazione anche più rigorosa di quella attuale;
    favorire mezzi non inquinanti (p.e. le biciclette elettriche)
    favorire i mezzi pubblici (da sviluppare e migliorare quanto già proposto dalla amministrazione);
    favorire "modelli di sviluppo" centrati sull'ambiente,le persone, la sostenibilità - strada, peraltro, già intrapresa dall' attuale amministrazione.

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