Procida è ancora bella

Procida è ancora bella!

Intervista a Titta Lubrano Lavadera 
coordinatrice del PD locale

Titta Lubrano Lavadera
Tra poco ci saranno le elezioni. Il PD insieme ad altre forze del territorio ha dato vita al movimento “La Procida che vorrei” che prosegue l’azione intrapresa 5 anni fa da “Insieme per Procida” presentandosi all’elettorato con una propria lista capeggiata da Dino Ambrosino vincitore delle primarie. Rivolgiamo alcune domande a Titta Lubrano Lavadera, coordinatrice del PD locale, su un aspetto spesso trascurato: i beni ambientali, ossia il grande patrimonio architettonico e storico dell’isola.

Su quali prospettive ambientali si muoverà “La Procida che vorrei” per difendere il patrimonio ambientale dell’isola.
La nostra isola detiene un immenso tesoro nelle proprie casse che forse nemmeno sa di possedere, rappresentato dal suo patrimonio storico ed architettonico. Oltre Corricella e Chiaiolella, grande valore va riconosciuto ai caratteristici abitati: dai quartieri dei pescatori alle case contadine, i  palazzi del centro storico, i giardini, i cortili, le botteghe ed i vicoli, i casali e i casalieddi…

Purtroppo molti di questi beni, mai tutelati, sono stati abbastanza deturpati nel disprezzo più totale verso un passato generoso
Un passato generoso, di cui non abbiamo alcun merito, ci ha lasciato in eredità questo tesoro che – malgrado gli interventi più spregiudicati degli ultimi decenni – porta ancora visibili le tracce di armonie e bellezze senza pari.

Pensi che sia realmente possibile una riqualificazione di questi grandi beni ambientali?
L’identità dell’architettura procidana, con le sue cupole, le scalinate, gli archi ed i vefi, i suoi colori e le forme sinuose, rende la nostra isola un luogo unico che  innamora il visitatore dopo un solo sguardo. Il tema della riqualificazione edilizia è di attualità come non mai in questo periodo; con l’approvazione del Piano Colore il Comune di Procida si è finalmente dotato di uno strumento che costituirà la guida per i futuri interventi di ristrutturazione, recupero e manutenzione straordinaria, indicando colori, materiali, tecniche di lavoro.L’obiettivo è certamente quello di preservare, il più possibile, l’armonia e le peculiarità degli elementi costitutivi dell’architettura procidana, cercando una mediazione con le necessità della vita moderna.

Fino ad oggi, tranne  qualche tentativo portato avanti dall’Amministrazione guidata da Vittorio Parascandola negli anni 70, poco si è fatto in questa direzione.
Si tratta di una priorità che un’amministrazione avveduta – quale quella che si propone di essere La Procida che vorrei – non può ignorare, non solo per gli effetti più immediati, ma soprattutto per quanto una seria ed organica riqualificazione edilizia può incidere sulle prospettive di sviluppo e rilancio anche economico del paese. Anzitutto il settore dell’edilizia acquisirebbe nuove possibilità di espansione, impegnando maestranze qualificate, sotto la direzione di professionisti debitamente formati, in interventi di riconosciuto valore idenditario.

Pensi che il cittadino capisca questa necessità?
Il cittadino avrebbe, in tale ottica, un ruolo ancora una volta da protagonista poiché solo la sensibilizzazione e la condivisione di tali priorità può garantire il successo di una politica di riqualificazione edilizia efficace. Un’amministrazione accorta e preparata non dovrà lasciare al cittadino ogni onere ma vi si dovrà mettere al fianco, cercando ogni mezzo per alleviare il carico di spesa e di incombenze. Si potrà attingere ai numerosi esempi delle realtà similari per condividerne percorsi ed idee per, ad esempio: concordare con gli operatori del settore (fornitori, imprese) convenzioni al fine di praticare agli interessati in progetti di riqualificazione edilizia, un prezzario di convenienza; rivolgersi agli istituti di credito locali al fine di offrire finanziamenti a tassi agevolati; impegnarsi per la ricerca di risorse provenienti da fondi europei e/o statali per convogliarli in progetti di riqualificazione edilizia ritenuti di  particolare interesse (es. Progetto Sirena, avviato nel 2002 per la riqualificazione del centro storico della città di Napoli); adoperarsi per la ricerca di nuove forme di finanziamento come il crowdfunding. Le ricadute di una tale politica non potranno che essere positive, anzitutto, sulla vivibilità dell’intera isola oltre che dei quartieri coinvolti, nel segno della sostenibilità e di un nuovo concetto di modernità, rispettosa della memoria in senso dinamico e non esclusivamente conservativo.

Intravedi in tale prospettiva  effetti benefici anche sul turismo?
Sì, effetti benefici si conseguiranno anche sul turismo, motore dell’economia locale in perenne fase di riscaldamento. Una rinnovata sensibilità per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio renderà i nostri quartieri di ancor più grande attrazione e nuove proposte saremo in grado di offrire: dalle visite guidate nelle vie del centro storico (con impiego di personale qualificato ed autorizzato) ai percorsi eno-gastronomici (con accesso a giardini, botteghe e strutture ricettive), dagli eventi culturali ai trattamenti per il benessere del corpo e dello spirito.
Procida per troppi anni è rimasta addormentata sulla propria ricchezza, ostaggio di una politica senza obbiettivi né progettualità. E’ giunto il momento di svegliarla con un’amministrazione che lavori per e con il cittadino: sono queste le parole d’ordine de La Procida che vorrei.


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