Procida Chiaiolella 1955
Per anni Procida aveva
sperimentato il senso della collettività, il senso del ben-essere nelle strade,
nelle spiagge, nei giardini. Percorrevi i viottoli di campagna e con gioia
godevi dell’armonia tra terra e cielo e, sapendo di attraversare giardini
altrui, guardavi con rispetto ogni cosa
e non lasciavi rifiuti dietro di te.
Esisteva, sì, il cosiddetto campone tra i ragazzi, un gioco
che aveva tutti i requisiti per essere definito furto ma che furto non era. Sentivamo “nostri” i giardini,
le strade, le spiagge, gli orti, finanche i contadini. Un ragazzo un giorno
così scrisse nel suo compito di italiano: “I nostri contadini sono bravi,
quando facciamo un campone si
arrabbiano ma poi se ci incontrano per strada ci fanno un sorriso birichino”. Di
fronte alla penuria di mezzi e di risorse, il vedere nel bel mezzo di un giardino un albero pieno di arance o di albicocche, suscitava
istintivamente il desiderio di una scorpacciata. E il contadino se da una parte alzava anche il forchettone,
dall’altra capiva anche l’esigenza
primaria di quei ragazzi in crescita.
Si, l’isola la si sentiva
propria e uno sfregio anche piccolo era
uno schiaffo che faceva male. E questo accadeva anche nei portoni dove si
preparavano i “misteri” per venerdì santo; si rispettava quell’androne come se
fosse sacro e si ringraziava mille volte il padrone che l’aveva messo a
disposizione.
Non sappiamo il perché
ma, a un certo punto, la musica è cambiata. I portoni si sono chiusi, i
giardini hanno definito confini e messo le reti, le spiagge sono diventate semi pubbliche ed è venuto meno un po’ alla
volta il senso di appartenenza come una volta. I luoghi pubblici anziché nostri
sono divenuti luoghi del disprezzo, con
un grave danno sociale e con crescente mal-essere. La sociologia ha già scritto
fiumi di parole su questo aspetto deleterio che si verifica purtroppo in ogni
città, paese e finanche nelle isole. Lo sfregio grave fatto nei giorni scorsi
alla statua di Graziella a Terra Murata né è il segno più eloquente.
L’azione portata avanti
dall’Associazione “Operazione primavera” ha prodotto già da tempo un risveglio
nella comunità isolana di questo senso di appartenenza e tanti cittadini già
sono scesi sulle strade per prendersi cura dell’isola.
Promosse dal Comune
sono nate le giornate ecologiche e
l’iniziativa pedagogica del “Decoriamoci” portata avanti con tanti ragazzi
delle scuole primarie e secondarie.
E le scuole hanno posto
nel loro progetto educativo “educazione alla difesa e alla cura dell’ambiente”.
Domenica
24 aprile 2016 si vivrà fin dalle 7,30 una nuova giornata di
impegno ambientale alla Chiaiolella e molti cittadini sono ben felici di parteciparvi.
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