Procida 1954: Quando Maria Fiore era Graziella





Maria Fiore  (Graziella) e Jean Pierre Mocky (Alphonse)

Avevo 10 anni e  mi preparavo per l’esame di ammissione alla scuola media. La notizia che l’isola diventava un  set cinematografico circolò tra noi ragazzi e nelle nostre famiglie: “Sull’isola si inizia a girare un film su Graziella, il famoso romanzo di Alphonse de Lamartine e l’attrice scelta per il ruolo della ragazza procidana amata dal poeta è  Maria Fiore, una giovanissima di solo 19 anni, romana, molto famosa per aver girato a soli 17 anni un film di successo: Due soldi di Speranza.”

Nei giorni seguenti la notizia entusiasmò grandi e piccoli e un tam tam spontaneo trasmetteva da una punta all’altra dell’isola gli spostamenti dei cineasti: “Ieri hanno girato alla Corricella, domani saranno alla Chiaiozza a Solchiaro…La casa di Graziella è stata scelta a via Raia, ma non è quella che noi indichiamo come la vera casa di Graziella…”

Non si parlava d’altro e i giovani e le ragazze osavano avvicinarsi  alle varie location per curiosare sul set e apprendere qualcosa dell’arte del fare cinema. Purtroppo a noi ragazzetti non era dato scorrazzare da soli  per l’isola, anzi ci venne imposto il divieto, per cui non ci restava che aspettare una location nei pressi delle nostre abitazioni. Cosa del tutto improbabile.

Ma, un pomeriggio assolato di giugno - le scuole erano finite ed io mi ero recato al negozio di mio padre al “Pozzo” – avvenne il “miracolo”. C’eravamo dato convegno con ragazzetti della zona nello spazio antistante il negozio per fare i nostri giochi di postazione, quando vidi arrivare di corsa dal “Canalone” – la strada che conduceva al porto – Lia, mia amica coetanea,  la quale, nel vedermi, con euforia mi gridò: “Tra poco salirà, in carrozza, l’attrice Maria Fiore!” Il cuore prese a battermi forte: l’avrei finalmente vista, avrei guardato negli occhi l’attrice che impersonava Graziella.

Non so bene il perché ma il mondo del cinema, in quegli anni, mi appariva magico e meraviglioso e mi attirava molto. Avrei fatto pazzie pur di sedermi nella grande sala per vedere un film, un qualunque film. Forse perché Nestore, il garzone di mio padre, amico del gestore del cinema Moderno, vedeva ogni sera un film e affiggeva poi, in una bacheca posta sulla porta secondaria del mio negozio, la locandina del film in programmazione il giorno dopo. Quando si intratteneva con me non faceva altro che parlarmi dei film visti, degli attori e della loro vita. La nascita di determinati interessi nella mente di un ragazzo è sempre determinata da imput molto precisi, e in me quell’interesse per il cinema  non mi avrebbe più lasciato.

Trepidante e desideroso, aspettai il passaggio della carrozza. Dopo alcuni minuti la vidi  spuntare  dal “Canalone” con il cavallo che trottava baldanzoso  ma lentamente. Anche il conducente aveva l’aria di uno che ha vinto un trofeo e vuole mostrarlo a tutti. Infatti quando fu all’altezza del negozio, si levò il cappello per salutare con solennità mio padre, anche lui in attesa sulla porta del negozio per veder passare l’attrice. La carrozza mi apparve avvolta da una insolita luce fiammeggiante e la ragazza sorridente che sedeva  nel sedile posteriore mi sembrò una  di quelle principessa di cui avevo letto nei libri delle favole. Con i capelli folti  scompigliati dal vento lei ci lancio un sorriso con i suoi occhi neri. Noi ragazzi avremmo voluto aggrapparci alla carrozza, per lasciarci trasportare in quella scia luminosa che avevamo intravisto con gli occhi della fantasia, ma ci i limitammo a correrle dietro fino a quando il respiro ce lo consentì; fermi sulla strada e ansimanti per lo sforzo la vedemmo poi lentamente scomparire. Mogi mogi tornammo alla nostra realtà con nel cuore e nella mente la gioia di aver visto la protagonista del film che si stava girando a Procida. 

Ora avrei potuto dire a tutti che anch’io  l’avevo incontrata, aggiungendo che fare l’attore è un bel mestiere e che avrei potuto anch’io farlo da grande.

In famiglia, nei giorni seguenti si continuò a parlare  della lavorazione del film  e della bellezza della fanciulla chiamata a interpretare Graziella: “Proprio una procidana, una di noi”,  commentava  zia Teresa.Ormai tutte le notizie riguardanti la troupe cinematografica  erano diventate di interesse generale e la fantasia amplificava e diffondeva sensazioni piacevoli e fatti esaltanti. 

Un giorno sentimmo uno scampanio prolungato che, come per un richiamo segreto, si diffondeva da una chiesa all’altra e mia zia, sempre attenta  a decifrare quanto avveniva sull’isola,  a quel’insolito concerto di campane  volle darci la sua interpretazione: “Stanno girando per la seconda volta la scena del funerale di Graziella, le campane servono ad esprimere il dolore dell’isola per quella povera fanciulla morta per amore. Dicono che Maria Fiore  ha voluto assistere a questa scena ed ha pianto molto”. 

Solo qualche giorno dopo cambio di scena alla Corricella: la piazza centrale della piccola marina  si riempì di luci e di musica nel mentre si girava la scena del ballo pubblico delle giovani fanciulle con i loro cavalieri innamorati. Molti i giovani e le ragazze ingaggiati per le comparse  e Maria Fiore si trovò bene a suo agio  con le fanciulle procidane e divenne molto amica di Anna Lubrano Lavadera già eletta Graziella nella Sagra del Mare del 1953.  Mia zia infatti raccontò: “Maria Fiore è stata anche a pranzo a casa di Anna e le hanno potuto stringere la mano  tutti i parenti e i vicini di casa.  E’ proprio una ragazza semplice come le nostre ragazze, non si dà arie, è sempre gioiosa e sorride a tutti anche ai bambini piccoli.” 

Ma un bel giorno si spensero le luci e i riflettori, si smontarono le impalcature  e gli attori , il regista e l’intera  troupe lasciarono l’isola.  Sentimmo tutti che veniva a mancarci qualcosa che ormai era diventata una presenza significativa nella monotonia del nostro vivere isolano. La presenza di quella folta compagine cinematografica, in quei mesi,  aveva come riempito un vuoto, trasportandoci tutti, gradi e piccoli nella fantastica magia che solo il cinema riesce a ricreare. Ma più di tutto sentivamo la mancanza di quel sorriso luminoso, di quella disinvolta capacità di Maria Fiore di entrare in rapporto con la nostra gente. 

Pasquale Lubrano Lavadera


Procida via Raia: Anna Lubrano Lavadera (prima a sinistra) con Maria Fiore
e altre due ragazze procidane durante la lavorazione del film "Graziella"

Graziella a Solchiaro con sullo sfondo santa Margherita e Vivara

La scena del ballo alla Corricella
Graziella alla Chiaiozza a Solchiaro
La locndina del film

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