LEGGIAMO GRAZIELLA SERENAMENTE Lamartine-Forbin una vecchia disputa fuoriposto.

 


Lamartine-Forbin, una vecchia disputa ottocentesca che oggi viene riportata a galla, forse per suscitare denigrazione sul romanzo Graziella che viene oggi ristampato e presentato al pubblico come l'opera che per la notorietà dell'Autore ha fatto conoscere Procida a tutto il Mondo fin dal 1852.

Si diceva infatti che Lamartine avesse copiato Graziella dall'opera di Forbin Charles Barrimore.

Ebbi modo di leggere anni addietro il Charles Barrimore,  in quanto  il Comandante Domenico Assante, uomo di grande cultura, me ne parlò nel 1963 e, attraverso un mio amico francese Daniel Buren, riuscimmo ad acquistare una copia del libro.

Avrei voluto tradurre tale romanzo in italiano col titolo Un inglese a Procida proprio per dimostrare che,  a parte certe similitudini, i due romanzi erano profondamente diversi e non paragonabili. Chiesi infatti aiuto ad Dr. Michele Costagliola d'Abele allora studente di lingue all'Orientale, ma il progetto non si realizzò. Sarei molto contento se si potesse realizzare oggi per sfatare questa accusa di plagio.

Avevo già scritto una introduzione che conservo, a testimonianza di una polemica sterile,  accantonata dai cristici  del novecento che hanno liquidato tutte le polemiche ottocentesche su Graziella affermando che Graziella è un puro romanzo simbolico di ispirazione biografica, in cui l'autore, come afferma il Manzoni, esercita della la piena liberta di indagare su situazioni e sentimenti  reali, apportandovi le proprie  riflessioni e considerazioni. 

Graziella è un gioiello del romanticismo francese e la protagonista, figlia del popolo, esprime i valori del popolo che la rivoluzione francese del 1848, ispirata e capeggiata proprio da Lamartine,  voleva fossero riconosciuti anche dalle classi nobili: libertà, fraternità e uguaglianza.

La letteratura francese annovera Lamartine  tra i tre più grandi romantici dell'800 e  il valore poetico  e simbolico di Graziella è ormai accertato e condiviso. 

Fu contrastato molto perché, da politico attivo, fu inviso alla destra  e alla sinistra francese. Inoltre le sue opere furono messe all'indice dalla Chiesa cattolica.

Egli lottò alla Camera contro le guerre e contro la pena di morte. Volle l'istruzione per tutti e la liberta di proprietà anche per il proletariato, una cura maggiore per gli orfani, l'abolizione delle colonie e della schiavitù,  e inoltre parità di diritti fra ricchi e poveri e il voto a tutti. Inoltre accusò apertamente la collisione dei vescovi cattolici con il potere politico.

Lui che proveniva dall'aristocrazia non doveva permettersi tali rivoluzionari interventi.  Morì poverissimo   e nell'ostracismo violento e beffardo della stampa imperiale. Le vignette contro Lamartine sui quotidiani nazionali si sprecavano. 

Solo un grande critico letterario italiano Francesco de Sanctis levò alta sua voce a favore di Lamartine,  sottolineando il grande valore artistico di molte sue opere, compreso Graziella.

Lamartine aveva pagato lo scotto del suo coraggio nell'affermare le sue convinzioni senza temere il giudizio dei politici e degli ecclesiastici avversi.

Nel 1948 all'indomani della nascita della repubblica italiana la UTET stampò i discorsi politici di Lamartine come testimonianza di un uomo che per i valori repubblicani rischiò tutto.

Oggi il critico E. Guillemin, fra i più accreditati critici della sua opera, scrive in chiusura della sua monumentale biografia che Lamartine fu "un uomo  più grande della sua opera di per sè già grande" .

Il novecento francese  ha quindi definitivamente  liquidato la pregiudiziale  avversione verso le opere di Lamartine considerandolo fra i tre più grandi romantici di tutti i tempi

Riprendere oggi la querelle Lamartine-Forbin significa segnare il passo nella storia letteraria di Lamartine

Leggiamo quindi Graziella serenamente, sapendo di leggere un'opera di uno dei più importanti poeti dell'800 francese.


Pasquale Lubrano lavadera

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