Procida Capitale della Cultura: la parola ai docenti. Intervista a Manuela Lubrano Lavadera

 

Manuela Lubrano Lavadera

Procida Capitale della cultura è per me solo un punto di partenza

 Incontro con Manuela Lubrano Lavadera

Siamo nell'anno di Procida Capitale della cultura e  mi sembra importante  sentire la voce dei Docenti e dei Dirigenti procidani che sicuramente sono tra i primi operatori culturali  sull'isola. Poniamo alcune domande alla Professoressa Manuela Lubrano Lavadera che attualmente  insegna lettere nella Scuola Media Statale  di Casamicciola.

In questo momento c'è  sull'isola un po'  di confusione sul concetto di cultura anche in merito all'imprevista nomina di Capitale della Cultura. Cosa diresti ad un amica che a bruciapelo ti chiedesse: cos'è per te  la cultura.

Il termine cultura può avere numerose sfaccettature, basta consultare un dizionario per capirlo. Quello che più rappresenta, soprattutto in questo momento di grande confusione, il mio pensiero è afferente alla formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale e all'acquisizione della consapevolezza del ruolo che ci compete nella società.

Mi sembra molto importante quello che affermi. In tal senso ti sembra meritata la designazione di Procida  capitale della Cultura ?

 La nomina di Procida a capitale italiana della cultura 2022  è più che meritata e a mio avviso un plauso e un ringraziamento va agli amministratori che sono stati dei sognatori, dei visionari, ma che allo stesso tempo hanno investito nel loro progetto, permettendo alla comunità intera di godere dei benefici che verranno. Procida capitale per me è un punto di partenza e giammai il punto di arrivo.

Fino a metà novecento l'analfabetismo era molto forte sull'isola. Nel 1959, due o tre persone avevano letto L'isola di Arturo e una sola persona aveva il diario di Anna Frank. Pensi che oggi abbiamo superato il forte gap culturale accumulato nei secoli?

 Credo che rispetto agli anni Sessanta il gap culturale sia diminuito, ma non è stato colmato. La presenza sul territorio di due librerie e di una biblioteca comunale sicuramente è un grande opportunità, ma non basta e sono fermamente convita che le differenti riforme dell’Istruzione non ci abbiano aiutato molto in tal senso.

Ritieni comunque importante, dal punto di vista culturale, la presenza nell'isola di una biblioteca comunale aperta al pubblico ogni giorno. 

Ritengo che la presenza di una biblioteca comunale sul nostro territorio (ma questo vale anche in un discorso generale) sia un contributo importante per contrastare la" povertà educativa".  È bene però precisare che le biblioteche non sono soltanto depositi di libri o luoghi dove prenderli in prestito e basta. Esse svolgono una funzione ancora più importante: sono luoghi d'aggregazione (giovanile e no), luoghi tranquilli in cui potersi rifugiare per studiare o semplicemente per leggere. Sono uno strumento di integrazione, di confronto e di dialogo. Il sapere condiviso dalle e nelle biblioteche è di tutti e senza biblioteche non c'è democrazia.

Da insegnante come vivi il tuo rapporto educativo con alunni  che provengono da fasce culturali depresse e povere di stimoli?

 Insegno da 16anni circa, attualmente insegno a Casamicciola dove non ci sono situazioni di alunni che provengono da fasce culturali depresse e povere di stimoli, ma nel 2008 insegnavo in una scuola di Aprilia, provincia di Latina  e qui davvero è stato difficile approcciare con i ragazzi. C’era un alto tasso di dispersione scolastica ed una evidente disaffezione a tutto ciò che era o rappresentava la scuola e dunque il docente. Non nascondo che per me sono stati anni difficili, che non rispecchiavano né rispecchiano tutt’ora il mio modo di pensare e di fare scuola, tuttavia mi sono rimboccata le maniche e attraverso una didattica alternativa sono riuscita a fare con questi ragazzi un piccolo passo avanti.

 Un grazie di cuore alla professoressa Manuela  e un augurio sentito per il suo impegno nell'isola e nella scuola.

a cura di Pasquale Lubrano Lavadera

 

 

 

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