Procida Capitale della Cultura: la parola ai docenti. Intervista a Manuela Lubrano Lavadera
Manuela Lubrano Lavadera |
Procida Capitale della cultura è per me solo un
punto di partenza
Siamo nell'anno di Procida Capitale della cultura e mi sembra importante sentire la voce dei Docenti e dei Dirigenti procidani che sicuramente sono tra i primi operatori culturali sull'isola. Poniamo alcune domande alla Professoressa Manuela Lubrano Lavadera che attualmente insegna lettere nella Scuola Media Statale di Casamicciola.
In questo momento c'è sull'isola un po' di confusione sul
concetto di cultura anche in merito all'imprevista nomina di Capitale della
Cultura. Cosa diresti ad un amica che a bruciapelo ti chiedesse: cos'è per te
la cultura.
Il termine cultura può avere numerose sfaccettature, basta consultare un dizionario per capirlo. Quello che più rappresenta, soprattutto in questo momento di grande confusione, il mio pensiero è afferente alla formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale e all'acquisizione della consapevolezza del ruolo che ci compete nella società.
Mi sembra molto importante quello che affermi. In tal senso ti sembra
meritata la designazione di Procida capitale della Cultura ?
Fino a metà novecento l'analfabetismo era molto forte sull'isola. Nel 1959,
due o tre persone avevano letto L'isola di Arturo e una sola persona
aveva il diario di Anna Frank. Pensi che oggi abbiamo superato il forte
gap culturale accumulato nei secoli?
Ritieni comunque importante, dal punto di vista culturale, la presenza
nell'isola di una biblioteca comunale aperta al pubblico ogni giorno.
Ritengo che la presenza di una biblioteca comunale sul nostro territorio
(ma questo vale anche in un discorso generale) sia un contributo importante per
contrastare la" povertà educativa". È bene però precisare che
le biblioteche non sono soltanto depositi di libri o luoghi dove prenderli in
prestito e basta. Esse svolgono una funzione ancora più importante: sono luoghi
d'aggregazione (giovanile e no), luoghi tranquilli in cui potersi rifugiare per
studiare o semplicemente per leggere. Sono uno strumento di integrazione, di
confronto e di dialogo. Il sapere condiviso dalle e nelle biblioteche è di
tutti e senza biblioteche non c'è democrazia.
Da insegnante come vivi il tuo rapporto educativo con alunni che provengono da fasce culturali depresse e povere di stimoli?
a cura di Pasquale Lubrano Lavadera
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