“Procida ha bisogno di valori forti” In dialogo con Aniello Scotto di Santolo


  
Aniello Scotto di Santolo 
Abbiamo incontrato il Consigliere Comunale Aniello Scotto di Santolo, candidato Sindaco della lista “Insieme per Procida”,  che ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio Comunale.

Si era parlato in ottobre 2012 di tue  dimissioni, oggi queste dimissioni annunciate diventano una realtà?
Non ho mai taciuto agli amici che ci sarebbe dovuto essere un passaggio di consegne così come previsto dal nostro programma elettorale nell’ottica della creazione di una nuova classe dirigente. Era in qualche modo implicito anche nel fatto che fosse Dino Ambrosino il capogruppo di Insieme per Procida.

Da cosa nasce questa tua decisione?
Fin da quando si formava il gruppo  “Procida Insieme” l’obbiettivo che ci si poneva era quello di creare una nuova classe dirigente, generandola con una forma di staffetta da realizzare tra gli assessori, nel caso di vittoria, e tra i consiglieri nel caso di sconfitta. 
Anche la mia successiva candidatura a Sindaco venne fuori da una necessità, nel senso che solo intorno alla mia persona si  realizzava la convergenza di vari gruppi presenti nel gruppo.
Pensavo che la mia stagione di impegno diretto fosse terminata. Ho sempre condiviso quanto affermava Dossetti: l’impegno diretto in politica non deve durare molto…si può e si deve lavorare in politica anche senza presentarsi in lista o come candidato Sindaco. Ma su quest’aspetto c’è malcostume. Si afferra il potere e non lo si vuole lasciare più. Questa fa un gran male alla politica, impedisce il ricambio generazionale e diseduca i giovani. Mi sarei dimesso anche prima se i miei compagni di squadra non me lo avessero impedito.

In realtà le tue dimissioni dalla Commisssione Trasparenza erano la premessa alla attuali dimissioni.
Mi dispiace dirlo ma la partecipazione della Minoranza alle Commissioni è una presa in giro, è un farsa vergognosa che offende la vita democratica e i cittadini stessi che a Procida hanno votato per le minoranze:  circa il 54% della popolazione. La Maggioranza non viene in commissione per vedere insieme alla Minoranza come si può affrontare questo o quel problema, in quanto ha già deciso la sua linea ed avendo maggior peso nella votazione finale, le decisioni sono solo quello che la Maggioranza vuole. Mi sono dimesso dalla Commissione trasparenza per dare un segnale forte al paese: a noi consiglieri di Minoranza veniva impedito di prendere visione degli atti delle Società partecipate che gestiscono soldi della collettività. Non è cosa di poco conto, e non so quanti l’abbiano capito.

Quanto la sconfitta elettorale ha pesato sulla tua attuale decisione?
Molto poco.

Quale difficoltà hai incontrato in questi tre anni.
La Maggioranza non ha mai creduto nell’apporto positivo della Minoranza. Tutte le volte che per problemi importanti come per il bilancio, per Terra Murata, abbiamo offerto la nostra collaborazione, ci è stato risposto: no, grazie. In queste condizioni il Consiglio comunale è un esperienza deprimente stancante ed inutile.

Ma questo è un problema nazionale.
Certamente, nazionale e locale. Noi qui ci troviamo ormai da anni in una “sorta di dittatura” dovuta a politici che  pensano di dover amministrare all’infinito. Questo oltre ad essere dannoso per la politica è anche patetico e ridicolo… Logicamente non penso che dire “giovane”  significhi automaticamente  dire “nuovo”. Il “nuovo” è  semmai quello che dicevo prima, partecipare alla vita politica per un determinato periodo  per migliorare il paese, senza chiedere nulla in cambio. Le indennità dovrebbero essere eliminate. Noi ci troviamo di fronte a una vera dittatura di certi personaggi che hanno preso il potere e non vogliono mollarlo più

E di fronte a questa deriva hai deciso di andar via.
No, assolutamente. Io continuerò a dare il mio contributo ma in maniera diversa. Bisogna lavorare per creare alternativa, per preparare i  giovani ad una politica di servizio senza interessi economici. Uscirò dal consiglio per dire a qualche altro della lista di farsi avanti.

Quali sono a tuo parere i problemi più gravi che frenano oggi lo sviluppo di Procida.
Tanti e lo abbiamo già detto nel passato… La cosa più grave, lo ripeto, è la mancanza di rispetto per la Minoranza. Un’Amministrazione deve pensare in primo luogo allo sviluppo economico nell’isola, a sostenere con precise ordinanze e delibere il lavoro degli operatori commerciali e turistici. E questo non viene fatto. Quali sono le scelte politiche fatte quest’anno per lo sviluppo economico dell’isola? Il Consorzio Chiaiolella aveva vinto la “gara di manifestazione di volontà” per la gestione del Porto di Procida. il Comune revoca la gara  ritenendo non congrua la somma e oggi si parla di vendere   le quote a non procidani.

Si può cambiare registro, e come?
Fare politica a Procida è molto duro, per il clima di conflittualità e di antagonismo che si respira nella Casa comunale. Ciò nonostante bisogna andare avanti.

Vedi lontana la rinascita?
Tante volte bisogna toccare il fondo per risalire, anche se toccare il fondo porta con sé pericoli ,e il pericolo più grande oggi è che  si perde totalmente la fiducia nella democrazia La speranza è frutto di un nuovo impegno. Formare giovani capaci di vivere per un ideale di giustizia, di gratuità, di ricerca del bene comune, di lotta al clientelismo. Oggi la cattiva politica ha distrutto tutto questo ed ha distrutto la speranza.   Bisogna ritornare a questi valori.

Vi eravate impegnati all’inizio della consiliatura a dare un apporto a informatizzare  tutta la macchina comunale. Sembrava a tutti un passo importante per la trasparenza amministrativa e per la rapidità delle risposte da dare ai cittadini. Continuerà questo impegno nonostante le tue dimissioni.
Sì, i procidani devono sapere che lì dove c’è il bene comune da portare avanti non ci siamo mai rifiutati. Ci dispiace fortemente che per il risanamento economico che pesa di più sui cittadini la Maggioranza non ha voluto la nostra collaborazione. Perché?





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