Dino Ambrosino: "Il Porto di Marina Grande andava consegnato ai procidani"
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Procida: Dino Ambrosino Capogruppo di "Insieme per Procida" in Consiglio Comunale |
1- Mi colpiva una frase di un
politico: “L’umiltà contro l’arroganza di certi politici”. Cos’è per te
l’umiltà in politica.
E' un valore, a cui dobbiamo ispirarci.
E' necessaria per mettersi sempre in ascolto delle reali richieste dei
cittadini. A volte queste sono "condite" da atteggiamenti molto
critici o pregiudiziali, e l'umiltà serve a recepire il senso profondo di una posizione
al di là degli accenti con cui viene posta. Bisogna essere umili anche nel
considerare che le nostre idee possono non essere la risposta adeguata a
tutte le domande: per questo è importante sforzarsi e, a volte, rinunciarvi.
2-Il tuo giudizio politico sulle Amministrazioni di Centro-Destra che si
sono succedute in questi decenni alla guida del paese?
E' mancato un progetto che vedesse al
centro gli interessi della comunità: tante decisioni sono state viziate
dall'esigenza di accontentare i singoli, a scapito del bene comune. Mettiamo,
ad esempio, tutti i piccoli progetti finanziati tra la fine degli anni Novanta
e l’inizio del Duemila: sono state sperperate risorse in tanti piccoli rivoli
che non hanno portato né al benessere comune, né, alla fine, al benessere dei
singoli. Sono state sciupate occasioni irripetibili come l'uscita del Comune
dal dissesto che ha portato tanto denaro nelle casse dell'Ente, e che poteva
costituire un momento di responsabile risanamento del bilancio. E anche
occasioni storiche come la grande promozione pubblicitaria ottenuta col
"Postino" di Troisi, vanificata da una realtà di degrado e disordine
che ha allontanato i turisti (ricordiamo “motorini in Paradiso” di Piero Ottone).
Altri terribili difetti di queste amministrazioni sono state la superficialità,
la sciatteria e la continua litigiosità che hanno portato a decisioni
affrettate, contraddittorie, negative per il paese. Consideriamo il progetto
dei cassonetti interrati, di cui ancora ammiriamo le carcasse, il tentativo
fallito di portare il Bannock nel porto commerciale, il sistema di ripascimento
delle spiagge, le società partecipate, i totem informativi, il riassetto di
piazza della Repubblica oggi alla terza edizione, e lo spreco di tanto denaro
per finanziare progetti che sono rimasti solo sulla carta.
3-Era indispensabile vendere la maggior parte dei beni immobili per recuperare qualche
spicciolo?
Lo è stato negli ultimi anni, quando
oramai la situazione era troppo rigida e il dissesto economico era
ineluttabile. Se alla fine degli anni Novanta non si fossero sciupate le
risorse, con un'amministrazione sobria e lungimirante, oggi avremmo ancora i
nostri beni immobili. Ciò non significa che, in assoluto, era ingiusto
venderli; tuttavia si sarebbero potute reinvestire le risorse per progetti
pubblici. Alla fine, invece, i proventi della vendita di case e terreni
del Comune sono stati utilizzati per tamponare le grosse falle della gestione
ordinaria. Senza nessun vantaggio per la comunità che ci ha solo rimesso.
Condivido questo pensiero al punto che milito in uno
schieramento di centro-sinistra che è sempre ipercritico, innanzitutto verso se
stesso. Bisogna mettersi in discussione, ascoltare e stimolare le critiche
perché queste servono a prendere le decisioni con maggiore cognizione e
responsabilità.
5-A livello nazionale si parla di azzerare le società partecipate
create nei comuni. Procida non le ha azzerate e, a quanto ci risulta, L'Amministrazione di centro-destra di procida ha detto chiaramente che la minoranza non aveva diritto a visionare gli atti di queste società. Ti sembra giusto?
La stagione delle società partecipate è
stata negativa per l'Italia e per Procida. Basti pensare all'EVI, la SEPA e al
Parco Letterario. Ma il Consiglio Comunale, anche in seguito alle nostre
battaglie, ha finalmente deliberato il loro scioglimento. Resta la SAP,
che svolge un servizio essenziale, e che può continuare ad esistere se ispira
la sua azione al criterio di economicità. E c'è Isola di Procida Navigando, che
può essere ceduta, se le quote del Comune vengono adeguatamente remunerate. Lo
strumento delle partecipate in assoluto non era negativo. E' la loro gestione
che le ha rese un grosso danno. Ogniqualvolta ne abbiamo chiesto gli atti,
questi sono stati consegnati sempre con estremo ritardo, quando le decisioni
erano già prese. Se si mettono fuori gioco i controlli, è evidente che i
cattivi amministratori ne approfittano.
6-Il porto viene consegnato dagli Amministratori a cittadini non
procidani. Hai condiviso questa scelta?
Non l'ho mai condivisa, e mi permetto di ricordare di
aver votato contro questa decisione sin dal 2003. Era evidente, da allora, che
gli interessi dei procidani venivano svenduti sui tavoli romani a vantaggio di
cattivi imprenditori. Questi, invece di concorrere nel libero mercato come
tutti gli altri, hanno approfittato del mantello di protezione pubblico per
fare affari. Con l'epilogo assurdo che l'Amministratore Delegato della società
pubblica Italia Navigando è oggi il proprietario, privato, del 51% del nostro
porto turistico! Gli Amministratori di Procida non hanno mai contrastato questo
disegno; hanno anzi disatteso una delibera unanime del Consiglio Comunale che
chiedeva la maggioranza delle azioni per il nostro Comune.
Innanzitutto l'esigenza di dedicarvi più
risorse economiche, considerato lo stato di degrado di diverse strutture.
Oppure la disponibilità a che i genitori possano intervenire con le proprie
forze per risolvere alcuni problemi, nei limiti delle possibilità. Contemporaneamente la
necessità di una forte interlocuzione con insegnanti ed alunni. Gli argomenti
strategici di una buona raccolta differenziata, riduzione del traffico,
attenzione all'ambiente, solidarietà, devono passare per una stretta
collaborazione tra le due Istituzioni. Con questo spirito, durante la mia
esperienza di Presidente del Consiglio d'Istituto abbiamo fortemente sostenuto
due progetti proposti da genitori. "Camminando s'impara" di Gianni
Scotto di Carlo, da cui poi è nato il servizio bus a cura dei Vigili
Urbani, e il progetto "lunch box", lanciato dal Comitato Mensa con
Salvatore Trapanese, che oggi alleggerisce i rifiuti indifferenziati della
scuola di oltre il 90%.
8- I principali diritti dei cittadini da difendere e i
doveri da sottolineare.
I diritti da difendere sono i servizi. I
procidani pagano molte tasse al Comune di Procida e sinora hanno ricevuto in
cambio un livello inadeguato di prestazioni. I doveri sono quelli del
rispetto per il resto della comunità, da cui scaturisce il rispetto per i
propri figli. Tra i doveri che dobbiamo sottolineare c'è quello di mantenere in
uno stato di decoro gli spazi pubblici, iniziando dal deposito corretto dei
rifiuti domestici, degli ingombranti e dell'amianto.
9- La coalizione” Insieme per Procida” ha costituito un momento di grande
speranza per quei cittadini che non si riconoscevano nella coalizione di
centrodestra. Cosa resta di quell’esperienza e quanto di essa confluisce
in “La Procida che vorrei”.
Restano i tanti protagonisti e la
speranza di poter dare un futuro diverso a Procida. Restano il progetto
programmatico e il metodo di lavoro che punta sulla partecipazione per ottenere
un cambio culturale. Le Primarie sono uno step importante di questo percorso:
danno ai cittadini elettori la responsabilità di decidere su un argomento che i
nostri avversari affrontano in pochissimi nelle loro case private. Ci
presentiamo alle prossime amministrative con questo bigliettino da visita:
siamo quelli che hanno predicato la partecipazione e che l’hanno favorita alla
prima occasione importante.
10 - Il Centrodestra non possiede nel suo metodo politico la
consultazione continua delle categorie, delle Associazioni, delle altre
istituzioni e dei cittadini, prima di prendere importanti decisioni.
Mario Spinetti, invece, prima di ogni decisione interpellava i cittadini,
poi si portava in Consiglio Comunale ed infine in Giunta. Condividi?
Il nostro obiettivo è quello di cambiare
molte cose a Procida, iniziando dalle cattive abitudini. Per ottenerlo è
necessario confrontarsi con le aggregazioni di cittadini affinché siano
realmente percepiti i vantaggi delle novità. Schematizzando, il nostro metodo
circolare prevede: proposta, confronto critico con le categorie,
sperimentazione, verifica dei risultati.
11-Dopo quello che è successo a Venezia, poi a Roma viene a tutti la
preoccupazione che tutti i comuni sono minacciati. Cosa si può costruire una politica onesta?
L’onestà deve andare di moda. Rubo uno
slogan molto efficace dei 5 Stelle. Ma a differenza loro, credo che il problema
non è solo della classe politica. E’ la società italiana profondamente malata.
Indipendentemente dalla politica, noi sappiamo che anche per trovare il più
comune dei lavori c’è bisogno di “conoscere qualcuno”. Nella misura in cui
accusiamo solo la politica di essere corrotta, troviamo un capro espiatorio e
sminuiamo il fenomeno. Invece dobbiamo sostenere il valore dell’onestà e della
meritocrazia innanzitutto tra noi cittadini e fare pressione sulla politica
affinché queste istanze siano rispettate anche nell’ambito dei pubblici poteri.
12 -L’economia dell’isola poggia ancora molto sulla navigazione, sul
commercio e solo ultimamente si apre al turismo. Molti gli investimenti
di Procidani in tale direzione. Anzi possiamo dire che gli operatori
turistici in questo momento storico sono quelli che più di ogni altro stanno
investendo capitali per l’isola, rischiando anche di persona. A loro va la
nostra ammirazione per il coraggio che mettono in campo, anche perché
Procida può offrire solo la bellezza dell’isola, la sua cultura il
suo silenzio le sue meravigliose spiagge, i suoi giardini e il bene
inestimabile di Vivara. Vacanze e soggiorni quindi adatti alle famiglie ad
artisti, a cittadini amanti della natura incontaminata e della bellezza. Cosa
possiamo fare per incrementare questo turismo speciale che può intercettare
oggi migliaia di visitatori in tutta l’Europa in ogni stagione
dell’anno?
Dobbiamo rendere Procida più vivibile.
Puntare innanzitutto sulla qualità della vita di chi ha deciso di restarvi,
risolvendo i tanti problemi ordinari e quotidiani. Ottenuto questo risultato,
sarà naturale un incremento di presenze turistiche. Proporrei di puntare sul
turismo delle neo-famiglie cercando di incrementare la stagione ad almeno 6
mesi l’anno. Procida è una destinazione ideale per i bambini piccoli: ce lo
dice l’esperienza, la comodità degli accessi al mare, la sicurezza, la facilità
con cui i ragazzi ospiti si integrano con i nostri figli. Ecco, l’obiettivo del
nostro impegno amministrativo deve essere rendere l’isola più vivibile per i
nostri bambini. Ne conseguirà l’interesse delle famiglie forestiere a
trascorrervi maggiori periodi di vacanza.
a cura di Pasquale
Lubrano Lavadera
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