Gianni Scotto di Carlo: "Vigilare sui processi decisionali dei politici"
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Gianni Scotto di Carlo Presidente "Circolo Canottieri Procida" |
1 – Mi colpiva una frase di un politico: “L’umiltà contro l’arroganza
di certi politici”. Cos’è per te l’umiltà in politica.
Credo che parlare d'umiltà sia sempre
ammonire quanti dimenticano l'importanza degli altri, della società in cui
vivono e nella quale hanno radici. Il migliore degli uomini è forse quello che
mai smette di dare e ricevere, di partecipare a quello speciale interscambio di
'doni' che caratterizza il vivere collettivo.
Chiunque si convinca di bastare in se stesso, di essere già il detentore
delle verità ultime, spezza il meccanismo a detrimento di tutti. Un buon politico,
soprattutto locale, dovrebbe essere, a mio parere, in continuo esercizio
di umiltà: dovrebbe farsi
centro dell'intelligenza collettiva, saper comporre
le parti in conflitto senza mai zittirle e negarle, sintetizzare le dignità
delle opinioni differenti perché dal confronto ne possano nascere sempre di
nuove. Dico, non solo l’umiltà in politica ma la politica
dell’umiltà: un dialogo
continuo e itinerante sulla vita, sui problemi e sulle soluzioni; saper ascoltare, comprendere imparare, tradurre ciò che si è appreso in azione politica e poi
ricominciare.
2- Quale il tuo giudizio politico sulle Amministrazioni di Centro Destra
che si sono succedute in questi decenni alla guida del paese?
La politica locale degli ultimi decenni si è dimostrata, a mio dire, inadeguata a guidare l'isola in quest'epoca di
grandi mutamenti, inadeguata a comprende e cogliere le occasioni di
miglioramento ed inadeguata soprattutto a dare corpo allo spirito
democratico: è stata per 20 anni una politica del '51%',
senza alternanza e senza alcuna rigenerazione; è stata
una politica per i politici e non per il paese, ha avuto modi irrispettosi e
risultati piuttosto inconsistenti.
3- Vendere la maggior parte dei beni immobili per recuperare qualche
spicciolo era indispensabile?
Non ne sono certo, ma non credo fosse indispensabile. Credo piuttosto che i problemi
di bilancio vadano
visti con lenti per inefficienze e sprechi; mi piace pensare che una gestione più oculata e
virtuosa avrebbe potuto evitare le soluzioni di “vendita” e permettere di
destinare gli immobili ad uso della cittadinanza.
4 – Mario Spinetti diceva sempre che il politico eletto deve chiedere
critiche costruttive al cittadino e non adulazione e formali consensi.
Condividi?
Come non condividerla. l’amministrazione che ho in mente si fa forza proprio
del contributo critico e propositivo da parte di tutta la cittadinanza; si fa
forza delle competenze e delle professionalità diffuse; chiede e reclama la
partecipazione e il controllo. Ho parlato
altrove di amministrazione diffusa; e poi non nascondo che il pensiero di un'isola silenziosa e consenziente mi
dà maggior ansietà di quello di una folla critica ma vigile e
presente.
5 – A livello nazionale si parla di azzerare le società partecipate
create nei comuni. Procida non le ha azzerate e non ha permesso alla minoranza
di visionare gli atti di tali società.
Tutto ciò che non va in direzione della totale
trasparenza dell’azione amministrativa è per me politicamente irresponsabile e
antidemocratico; rappresentare dovrebbe essere sempre render conto delle
proprie azioni ed assumersene la responsabilità.
Riguardo alle partecipate, mettendo da parte per un
attimo le necessità di recepire le indicazioni governative, ogni riflessione
deve aver
ben presenti i due principali rischi: una gestione politica
scorretta e inefficiente delle risorse (in ultimo tributi) con sprechi, voto di scambio, clientela e particolarismi;
una gestione privata delle risorse con costi dei servizi elevati, scarsa possibilità di controllo
e nessuna ricaduta positiva sugli abitanti del territorio. Alla luce di ciò
riuscire a far
coincidere l’interesse dei gestori-erogatori con quello dei fruitori deve essere la sfida di ogni amministrazione.
6 – Il porto viene consegnato dagli Amministratori a cittadini non
procidani. Ti sembra giusta questa scelta?
No, credo che si
potesse fare di più e meglio per coinvolgere gli abitanti dell’isola nel
mantenere la titolarità su
questo pezzo di terra e mare cosi
importante per noi. Cosa altrettanto sgradevole
poi di questa vicenda è
che l'inaccortenza di alcuni politici ha ridotto le aspettative dei cittadini
verso l'attivazione di certi strumenti economico-finanziari
di tipo cooperativo.
7 – Quale è l’atteggiamento giusto di un Amministratore locale nei
confronti della Scuola?
La scuola è alla base del processo di formazione e
costruzione della comunità futura, ogni sforzo possibile deve essere profuso
nel sostegno al sistema scolastico locale affinchè operi nella condizione
ottimale e
nell'ambiente migliore. Una buona amministrazione è quella che riesce a
'moltipliare' le scuole e i momenti di formazione culturale e professionale.
6 – I principali diritti dei cittadini da difendere e i doveri da
sottolineare?
I cittadini hanno il diritto ad un'abitazione
confortevole, al lavoro, a vivere in un
ambiente il piu sano possibile, alle migliori cure socio- sanitarie , a consumi
culturali, liberta di
spostamento e connettivita, a spazi comunitari e di
condivisione, ad intraprendere la ricerca di una piena felicità nel
rispetto degli altri. Hanno a mio avviso il dovere di essere parte attiva nel miglioramento
della comunità,
di difenderla partecipando ad un sistema di
regole condiviso che garantisca il rispetto dell’altro e la convivenza pacifica
e armoniosa fra i cittadini.
7 - La coalizione” Insieme per Procida” ha costituito un momento di grande
speranza per quei cittadini che non si riconoscevano nella coalizione di
centrodestra. Cosa resta di quell’esperienza e quanto di essa confluisce
in “La Procida che vorrei”.
Ritengo che “La Procida che vorrei” sia la
prosecuzione naturale di quella esperienza, sulla base della quale oggi ci si
ripropone alla guida del paese con rinnovato entusiasmo e nuova partecipazione,
riprendendo gli indirizzi programmatici di quel progetto politico, il
manifesto valoriale e il coraggio e
la fiducia di attivare nuove idee e persone.
8 – Il Centrodestra non possiede nel suo metodo politico la
consultazione continua delle categorie, delle Associazioni, delle altre
istituzioni e dei cittadini, prima di prendere importanti decisioni.
Mario Spinetti, invece, prima di ogni decisione interpellava i cittadini, poi
si portava in Consiglio Comunale ed infine in Giunta. Ti sembra riproponibile
quel metodo?
La mia candidatura è un impegno verso
l'applicazione di un metodo propriamente
concertativo. “Democrazia
partecipata” e
“amministrazione diffusa" sono parole chiave
della politica che vorrei. Con un pizzico di ingenuità, dico mi piacerebbe
togliere le porte al comune e fare giunta o consiglio nelle case e nelle sedi.
9 - Dopo quello che è successo a Venezia, poi a Roma viene a tutti la
preoccupazione che tutti i comuni sono minacciati. Cosa si può fare per
impedire infliltrazioni pericolose nella nostra politica?
Oggi più che mai i fatti nazionali, quelli di Roma, il
caso expo, il mose a Venezia ci segnalano la presenza di un sistema di cui
probabilmente osserviamo solo la punta, un sistema virale di corruzione capace
di attecchire in ogni ente pubblico. La selezione della classe politica deve
avvenire per questo scevra da logiche clientelari; deve scaturire solo dalla
scelta dei cittadini informati che vivono i territori, attraverso un voto
libero da debiti di scambio
o pressioni lobbistiche. Il
sistema dei partiti non pare più in grado di garantire tutto ciò, l’unico
anticorpo alla corruzione è un metodo che consenta al cittadino di vigilare
attraverso la sua diretta partecipazione sui processi decisionali.
10 – L’economia dell’isola poggia ancora molto sulla navigazione, sul
commercio e solo ultimamente si apre al turismo. Molti gli investimenti
di Procidani in tale direzione. Anzi possiamo dire che gli operatori
turistici in questo momento storico sono quelli che più di ogni altro stanno
investendo capitali per l’isola, rischiando anche di persona. A loro va la
nostra ammirazione per il coraggio che mettono in campo, anche perché
Procida può offrire solo la bellezza dell’isola, la sua cultura il
suo silenzio le sue meravigliose spiagge, i suoi giardini, Vivara. Vacanze e
soggiorni quindi adatti alle famiglie ad artisti, a cittadini amanti della
natura incontaminata e della bellezza. Cosa possiamo fare per incrementare
questo turismo speciale che può intercettare oggi migliaia di visitatori
in tutta l’Europa in ogni stagione dell’anno?
Se la nostra isola ancora oggi attrae persone di una
certa cultura e viaggiatori dal gusto raffinato, non è certo frutto di una
pianificazione mirata, bensì di un appeal che esercita la
nostra identità fatta di una speciale mistura
di paesaggi, mestieri e tradizioni. Questo mi porta a ritenere l’identità plurale la nostra vera risorsa da difendere e da rivalutare. E poi se i
procidani si divertono e vivono bene si divertirà pure il turista, e viceversa.
a cura di Pasquale Lubrano Lavadera
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