Gianni Scotto di Carlo: "Vigilare sui processi decisionali dei politici"

Gianni Scotto di Carlo Presidente "Circolo Canottieri Procida"
Riportiamo l'intervista a Gianni Scotto di Carlo, operatore turistico, già sostenitore del Movimento "Insieme per procida" ,candidato alle primarie del 20-21 dicembre 2014 per la coalizione di centro-sinistra "La procida che Vorrei";
1 –  Mi colpiva una frase di un politico: “L’umiltà contro l’arroganza di certi politici”. Cos’è per te l’umiltà in politica.

Credo che parlare d'umiltà sia sempre ammonire quanti dimenticano l'importanza degli altri, della società in cui vivono e nella quale hanno radici. Il migliore degli uomini è forse quello che mai smette di dare e ricevere, di partecipare a quello speciale interscambio di 'doni' che caratterizza il vivere collettivo.  Chiunque si convinca di bastare in se stesso, di essere già il detentore delle verità ultime, spezza il meccanismo a detrimento di tutti. Un buon politico, soprattutto locale, dovrebbe essere, a mio parere, in continuo esercizio di umiltà: dovrebbe farsi centro dell'intelligenza collettiva, saper comporre le parti in conflitto senza mai zittirle e negarle, sintetizzare le dignità delle opinioni differenti perché dal confronto ne possano nascere sempre di nuove. Dico, non solo l’umiltà in politica ma la politica dell’umiltà: un dialogo continuo e itinerante sulla vita, sui problemi e sulle soluzioni; saper ascoltare, comprendere imparare, tradurre ciò che si è appreso in azione politica e poi ricominciare.

2- Quale il tuo giudizio politico sulle Amministrazioni di Centro Destra che si sono succedute in questi decenni alla guida del paese?

La politica locale degli ultimi decenni si è dimostrata, a mio dire, inadeguata a guidare l'isola in quest'epoca di grandi mutamenti, inadeguata a comprende e cogliere le occasioni di miglioramento ed inadeguata soprattutto a dare corpo allo spirito democratico: è stata per 20 anni una politica del '51%', senza alternanza e senza alcuna rigenerazione; è stata una politica per i politici e non per il paese, ha avuto modi irrispettosi e risultati piuttosto inconsistenti.

3- Vendere la maggior parte dei beni immobili per recuperare qualche spicciolo era indispensabile?

Non ne sono certo, ma non credo fosse indispensabile. Credo piuttosto che i problemi di bilancio vadano visti con lenti per inefficienze e sprechi; mi piace pensare che una gestione più oculata e virtuosa avrebbe potuto evitare le soluzioni di “vendita” e permettere di destinare gli immobili ad uso della cittadinanza.

4 – Mario Spinetti diceva sempre che il politico eletto deve chiedere critiche costruttive al cittadino e non adulazione e formali consensi. Condividi?

 Come non condividerla. l’amministrazione che ho in mente si fa forza proprio del contributo critico e propositivo da parte di tutta la cittadinanza; si fa forza delle competenze e delle professionalità diffuse; chiede e reclama la partecipazione e il controllo. Ho parlato altrove di amministrazione diffusa; e poi non nascondo che il pensiero di un'isola silenziosa e consenziente mi dà maggior ansietà di quello di una folla critica ma vigile e presente.

5 – A livello nazionale  si parla di azzerare le società partecipate create nei comuni. Procida non le ha azzerate e non ha permesso alla minoranza di visionare gli atti di tali società.

Tutto ciò che non va in direzione della totale trasparenza dell’azione amministrativa è per me politicamente irresponsabile e antidemocratico; rappresentare dovrebbe essere sempre render conto delle proprie azioni ed assumersene la responsabilità.
Riguardo alle partecipate, mettendo da parte per un attimo le necessità di recepire le indicazioni governative, ogni riflessione deve aver ben presenti i due principali rischi: una gestione politica scorretta e inefficiente delle risorse (in ultimo tributi) con sprechi, voto di scambio, clientela e particolarismi; una gestione privata delle risorse con costi dei servizi elevati, scarsa possibilità di controllo e nessuna ricaduta positiva sugli abitanti del territorio. Alla luce di ciò riuscire a far coincidere l’interesse dei gestori-erogatori con quello dei fruitori deve essere la sfida di ogni amministrazione.

6 – Il porto viene consegnato dagli Amministratori  a cittadini non procidani. Ti sembra giusta questa scelta?

No, credo che si  potesse fare di più e meglio per coinvolgere gli abitanti dell’isola nel mantenere la titolarità su questo pezzo di terra  e mare cosi importante per noi. Cosa altrettanto sgradevole poi di questa vicenda è che l'inaccortenza di alcuni politici ha ridotto le aspettative dei cittadini verso l'attivazione di certi strumenti economico-finanziari di tipo cooperativo.

7 –  Quale è l’atteggiamento giusto di un Amministratore locale nei confronti della Scuola?

La scuola è alla base del processo di formazione e costruzione della comunità futura, ogni sforzo possibile deve essere profuso nel sostegno al sistema scolastico locale affinchè operi nella condizione ottimale e nell'ambiente migliore. Una buona amministrazione è quella che riesce a 'moltipliare' le scuole e i momenti di formazione culturale e professionale.

6 – I principali diritti dei cittadini da difendere e i doveri da sottolineare?

I cittadini hanno il diritto ad un'abitazione confortevole, al lavoro, a vivere in un ambiente il piu sano possibile, alle migliori cure socio- sanitarie , a consumi culturali,  liberta di spostamento e connettivita, a spazi comunitari e di condivisione, ad intraprendere la ricerca di una piena felicità nel rispetto degli altri. Hanno a mio avviso il dovere di essere parte attiva nel miglioramento della comunità, di difenderla partecipando ad un sistema di regole condiviso che garantisca il rispetto dell’altro e la convivenza pacifica e armoniosa fra i cittadini.

7 - La coalizione” Insieme per Procida” ha costituito un momento di grande speranza per quei cittadini che non si riconoscevano nella coalizione di centrodestra. Cosa resta di quell’esperienza  e quanto di essa confluisce in “La Procida che vorrei”.

Ritengo che “La Procida che vorrei” sia la prosecuzione naturale di quella esperienza, sulla base della quale oggi ci si ripropone alla guida del paese con rinnovato entusiasmo e nuova partecipazione, riprendendo gli indirizzi programmatici di quel progetto politico, il manifesto valoriale  e il coraggio e la fiducia di attivare nuove idee e persone.

8 – Il Centrodestra  non possiede nel suo metodo politico la consultazione continua delle categorie, delle Associazioni, delle altre istituzioni e dei cittadini, prima di prendere importanti decisioni.  Mario Spinetti, invece, prima di ogni decisione interpellava i cittadini, poi si portava in Consiglio Comunale ed infine in Giunta. Ti sembra riproponibile quel metodo?

La mia candidatura è un impegno verso l'applicazione di un metodo propriamente concertativo.  “Democrazia partecipata” e amministrazione diffusa" sono parole chiave della politica che vorrei. Con un pizzico di ingenuità, dico mi piacerebbe togliere le porte al comune e fare giunta o consiglio nelle case e nelle sedi.

 

9 - Dopo quello che è successo a Venezia, poi a Roma viene a tutti la preoccupazione che tutti i comuni sono minacciati. Cosa si può fare per impedire  infliltrazioni pericolose nella nostra politica?

Oggi più che mai i fatti nazionali, quelli di Roma, il caso expo, il mose a Venezia ci segnalano la presenza di un sistema di cui probabilmente osserviamo solo la punta, un sistema virale di corruzione capace di attecchire in ogni ente pubblico. La selezione della classe politica deve avvenire per questo scevra da logiche clientelari; deve scaturire solo dalla scelta dei cittadini informati che vivono i territori, attraverso un voto libero da debiti di scambio o pressioni lobbistiche. Il sistema dei partiti non pare più in grado di garantire tutto ciò, l’unico anticorpo alla corruzione è un metodo che consenta al cittadino di vigilare attraverso la sua diretta partecipazione sui processi decisionali.

10 – L’economia dell’isola poggia ancora molto  sulla navigazione, sul commercio e solo ultimamente si apre  al turismo. Molti gli investimenti di Procidani in tale direzione. Anzi  possiamo dire che gli operatori turistici in questo momento storico sono quelli che più di ogni altro stanno investendo capitali per l’isola, rischiando anche di persona. A loro va la nostra ammirazione per il coraggio che mettono in campo, anche perché Procida  può offrire solo la bellezza dell’isola, la sua cultura  il suo silenzio le sue meravigliose spiagge, i suoi giardini, Vivara. Vacanze e soggiorni quindi adatti alle famiglie ad artisti, a cittadini amanti della natura incontaminata e della bellezza. Cosa possiamo fare per incrementare questo turismo speciale che può intercettare oggi migliaia di visitatori  in tutta l’Europa  in ogni stagione dell’anno?

Se la nostra isola ancora oggi attrae persone di una certa cultura e viaggiatori dal gusto raffinato, non è certo frutto di una pianificazione mirata, bensì di un appeal che esercita la nostra identità fatta di  una speciale mistura di paesaggi, mestieri e tradizioni. Questo mi porta a ritenere l’identità plurale la nostra vera risorsa da difendere e da rivalutare. E poi se i procidani si divertono e vivono bene si divertirà pure il turista, e viceversa.


a cura di Pasquale Lubrano Lavadera

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