Eugenio Michelino: "A Procida è venuta meno la coesione sociale"
![]() |
Eugenio Michelino, Presidente dell'ASCOM procidana |
1-Spesso si pensa al politico come persona
efficiente, tutto fare, deus ex machina. Mi colpiva invece una frase di un
politico: “L’umiltà contro l’arroganza di certi politici”. Cos’è per te
l’umiltà in politica.
In una società come la nostra l’umiltà
in generale é sicuramente una virtù importante in ogni dimensione della vita.
Chi è umile non si esalta del proprio valore e dei propri meriti ma prende atto
dei propri limiti e anche dei propri errori, staccandosi da ogni forma di
orgoglio e sicurezza eccessivi di sé, sviluppando così relazioni migliori e più
ricche con le altre persone.
In politica quindi credo sia la
capacità di ascoltare i cittadini, conoscere
i temi proposti, approfondire i loro disagi e impegnarsi fortemente per trovare soluzioni
generali a problemi particolari tenendo conto dell’interesse di tutti . Quando
si smette di essere umili, vuol dire che si perde il contatto con la realtà,
si pone tra se e gli altri una distanza,
a cui potremmo dare il nome di “arroganza”. Un politico umile, per prima uomo o
donna che sia, ascolta, si confronta, verifica, offre soluzioni che non sono
singolari, ma che possano essere strumenti per superare, in prima persona o con
l’aiuto delle Istituzioni, le situazioni di disagio. Un politico umile é sempre
pronto a mettersi in gioco , quando ciò possa portare ad un cambiamento
positivo, migliore per la comunità.
Il lavoro nel commercio, per
esempio, allena alla pratica dell’umiltà per chi ogni giorno cerca di offrire
il servizio migliore ai propri clienti. Per poter governare però, insieme
all’umiltà deve esserci anche la capacità di impegnarsi per raggiungere gli obiettivi, di realizzare tutto quanto di
buono, una umile capacità d’ascolto e di condivisione, possono presentare. Parafrasando il grande Massimo Troisi in un
suo fortunatissimo sketch, mi viene da dire “appartengo
ad una famiglia di commercianti, gente umile ma concreta”.
2-Molte le Amministrazioni di Centro-Destra che si
sono succedute in questi decenni alla guida del paese. Quale il tuo giudizio su
di esse?
Ci possiamo riallacciare in parte
a quanto detto prima a proposito dell’umiltà. Dopo tanti anni è come se
avessero perso il contatto con la realtà, con il paese, con le persone. Non
riescono a dare slancio a ciò che promettono di buono. Una volta raggiunta
quella posizione di governo, questa si tramuta in rendita di potere, più
preoccupata a perseverare se stessa che a rendere un servizio al paese. Tre
temi, bilancio comunale, coesione sociale, giovani.
Bilancio
Comunale:
Siamo in un regime controllato di spesa, come
certificato due anni fa dalla Corte dei Conti e anche quando le entrate
provengono da imposte locali vincolate ad obiettivi (tassa di sbarco, TASI) in
realtà ciò che il Comune incassa immediatamente serve per le esigenze di cassa,
stipendi, servizi, spese necessarie, un po’ come il “cassetto del commerciante” di questi ultimi anni, dove il peso dei
costi ripetuti ed improvvisi e la precarietà delle entrate impediscono una
reale programmazione dell’attività futura dell’azienda, che non riesce più a
recuperare la pienezza della sua reale natura , quella di essere un’attività
economica e commerciale.
Le ultime Amministrazioni, da
quello che osservo e per motivi vari, non riescono più a fare programmazione, investimenti nei
settori nevralgici del vivere associato come il lavoro, l’impresa, il futuro
dei giovani perché è un continuo rincorrere i pagamenti, le scadenze, i ratei
dei mutui.
Coesione
sociale:
Il senso della collettività,
dell’insieme si è sfaldato. Abbiamo assistito in questi anni a provvedimenti (vedi
traffico, commercio, trasporti, giovani) che sono durati il tempo di un batter
di ciglia. La minima contestazione, anche pretestuosa, ha fatto fare
all’Amministrazione un passo indietro. Ciò che aveva deciso la mattina veniva
smentito, ritirato la sera. Questa politica del consenso immediato, dove ad una
decisione impopolare, perché magari non condivisa, partecipata, provata, dove é
meglio una non decisione piuttosto che il malcontento, che accontenta ma non
risolve, non ha migliorato il paese ed ha messo in discussione la stessa autorevolezza
dell’Istituzione, della Politica. Questo modo di fare ha inciso fortemente
nella coesione sociale, per cui sembriamo incapaci di prendere decisioni
d’insieme, anche quando sono necessarie, di fare un passo indietro per farne
tutti uno più grande in avanti.
Giovani:
Questo che sta per chiudersi é
stato una anno molto difficile: disagio, dipendenze, scarso interesse, sembrano
farla da padrone. Su tutto ciò, quello che
è veramente drammatico, è la mancanza di prospettive di lavoro. Un Comune che
ha a cuore la sorte dei propri giovani, deve mettere in atto tutta una serie di
azioni positive attraverso le quali i ragazzi siano coinvolti nelle dinamiche sociali
a pieno titolo. Un amico imprenditore mi confessava della difficoltà di trovare
manodopera sull’isola e di essere costretto a rivolgersi fuori, ma non solo
perché questa locale non fosse qualificata, ma soprattutto perché abituata a
vecchi schemi del posto di lavoro. Non riusciva a far capire il valore dell’opportunità che veniva offerta con un occupazione
e chiedeva al giovane semplicemente di
essere disponibile, di avere voglia d’imparare.
3-Vendere la maggior parte dei beni immobili per
recuperare qualche spicciolo era indispensabile?
Sinceramente, credo di no. Una
delle prime cose da fare sarebbe un’analisi dettagliata e trasparente dei costi
e dei “ricavi” della macchina comunale. Verificare lo stato dei debiti, il loro
ammontare, la loro durata, la loro fondatezza e necessarietà. Parimenti si
dovrà fare con le entrate. Da questa visione si potrà procedere ad eliminare le
spese inutili ed improduttive, razionalizzare quelle necessarie intorno al loro
reale fabbisogno, e destinare una parte del bilancio allo sviluppo. In questo potrebbe
essere d’aiuto un organo tecnico indipendente, con all’interno professionisti
del settore, con la direzione dell’assessore competente e del Sindaco. Poi c’è
da dire, che già da subito si potrebbe utilizzare ancora meglio, e non viene fatto,
tutto il ricco patrimonio proveniente dal Demanio. Una risorsa che se ben
utilizzata, compatibilmente con le esigenze della popolazione, dell’ambiente e
del paesaggio, da sola risolverebbe alcuni problemi di bilancio. Detto questo,
si poteva evitare la vendita di immobili per sanare, ma come un’azienda in
difficoltà, in alcuni casi è necessario rinunciare a parte del proprio
patrimonio. Una situazione necessaria
non deve però diventare la regola. Il
Comune gestito in maniera più parsimoniosa e meno affannata e l’isola con le sue risorse possono, con un po’ di tempo, anche
tornare a patrimonializzare.
4-Il politico eletto deve chiedere critiche
costruttive al cittadino e non adulazione e formali consensi. Condividi questa
affermazione del Sindaco mario Spinetti?
Sono assolutamente d’accordo. La
migliore forma di trasparenza è costituita dalla partecipazione reale dei
cittadini ad ogni processo decisionale. Dal momento della formulazione delle
proposte, a quella del confronto degli interessi anche contrapposti, alla
necessaria sintesi delle soluzioni. Perché solo da decisioni partecipate,
informate e condivise, si può cercare di giungere a soluzioni certe e durature.
L’assenza del cittadino o peggio ancora la ricerca della sua accondiscendenza,
generano solo precarietà, dipendenza fino a sfociare nel clientelismo. La buona
Politica è quella che, attraverso l’autorevolezza
dell’Istituzione, riconosce il pieno diritto di cittadinanza di ognuno nella
proprio processo amministrativo.
5-A livello nazionale si parla di azzerare le
società partecipate create nei comuni. Procida non le ha azzerate e non ha
permesso alla minoranza di visionare gli atti di tali società. Il tuo pensiero
su questo aspetto.
Ho già avuto modo di affermare
pubblicamente la necessità di azzeramento delle società comunali partecipate,
in linea con gli orientamenti politici e legislativi che provengono dal
Parlamento. Aggiungo inoltre che un territorio come il nostro, con poco più
di diecimila abitanti quattro, cinque società-enti di questo tipo, siano troppi
e soprattutto mal gestiti. A cominciare dalla trasparenza delle attività, dei
bilanci, forze lavoro (quando si afferma che il numero dei dipendenti pubblici
in questi anni è diminuito, si deve poi aggiungere che è aumentato il numero di
quelli impiegati in queste società che sono a carico della collettività), dei
sistemi di reclutamento, della formazione della bolletta. Il diritto in materia
è ancora più complesso ed eccessivo ed alimenta e favorisce nei fatti la scarsa
chiarezza. Pertanto occorre ripensare anche ad un nuovo modo di gestione delle
partecipate, ripartendo dall’inizio e se
necessario, con un loro totale azzeramento, per ricominciare con più trasparenza: i bilanci e le norme che
portano alla formazione della bolletta dovranno essere accessibili a coloro che
ne facciano richiesta nel rispetto della riservatezza e della necessaria “competitività”
gestionale delle società. Nella nostra esperienza di associazione di categoria anche
noi più volte ci siamo imbattuti in alcune di queste società, soprattutto per
questioni inerenti alla qualità dei servizi e degli aumenti improvvisi delle
tariffe per le attività commerciali. Come utenti e cittadini abbiamo sempre chiesto
la trasparenza, dove questa non c’era ed ha continuato a non esserci e abbiamo
anche chiesto la condivisione dei meriti quando queste società o i loro
amministratori politici hanno sbandierato il raggiungimento di alcuni risultati
che non si sono mai tradotti in un risparmio in bolletta.
6-C’è stato in questi anni un gran parlare del porto
di Marina Grande, che oggi viene consegnato dagli Amministratori di centro-destra
a cittadini non procidani. Né gli Amministratori hanno pensato, prima di decidere, di sentire
le categorie dei cittadini interessate. Ti sembra giusto quello che è accaduto?
Procida è un’isola circondata dal
mare. Il nostro oro blu ed i suoi porti sono il varco di accesso dall’esterno verso l’interno
e viceversa. Su di essi pertanto insistono più interessi ugualmente legittimi,
quelli locali ad una libera e gratuita fruibilità, così come è sempre stato,
quelli dei turisti che sempre più hanno affollato le nostre strade, i nostri
negozi, i nostri alberghi, le nostre case e da qualche anno a questa parte
anche le nostre barche, basti pensare alle diverse società di charter sorte
grazie allo sviluppo del turismo nautico da diporto o le imbarcazioni private
che in massa sono approdate presso le banchine dei porti turistici o le baie
come la Corricella. Credo che l’equilibrio raggiunto in questi anni, di due
porti turistici e quello storico ad altissimo valore architettonico, paesaggistico
e culturale della Corricella, possa e debba essere mantenuto come tale e
valorizzato.
La vera questione che io pongo
quindi è quella di creare veramente un processo di valorizzazione del mare e
quindi dei porti, che sappia coniugare al meglio le legittime esigenze dei diportisti
e pescatori procidani e non, prevedendo
forme di coabitazione onerosa adeguata alle possibilità economiche reali (anche
con formule di totale gratuità economica che può tramutarsi in utilità sociale,
con le piccole imbarcazioni dei pescatori che possono diventare, sempre su base
volontaria, mini scuole di pesca per giovanissimi) degli uni e degli altri.
7-Come futuro Amministratore come ti porresti nei
confronti della Scuola?
Nelson Mandela diceva “L’istruzione è l’arma
più potente che si possa utilizzare per cambiare il mondo”. Pertanto, nel nostro programma, un ruolo
fondamentale avrà l’istruzione e la formazione professionale. Crescita è
istruzione e cultura! Istruzione e cultura sono i pilastri della crescita di un
paese. Il ricco patrimonio storico, artistico, architettonico, gastronomico,
culturale dell'isola va recuperato e valorizzato al meglio per renderlo punto
di riferimento di ogni generazione e nello stesso tempo fattore trainante dello
sviluppo.
Il pieno recupero e impiego della
cultura del mare possono rappresentare la prosecuzione del rapporto naturale
tra uomo e ambiente attraverso la massima valorizzazione del momento della
conoscenza, della formazione e del loro utilizzo. L'istruzione scolastica potrà
essere arricchita con ulteriori momenti formativi per indirizzare i giovani a
impiegare le loro conoscenze in ogni settore legato al mare, alla navigazione,
alla nautica, all'ospitalità turistica, alla gastronomia. Cultura e tempo
libero sono oggi uno dei termometri della vitalità collettiva di un paese e
insieme una delle principali attrattive verso l'esterno.
8-Quali sono i principali diritti dei cittadini da
difendere e i doveri da sottolineare?
Un diritto su tutti: il lavoro,
quale che sia la sua forma e il suo modo di esercizio, autonoma o dipendente, pubblica
o privata, singola o associata. Da esso possono porsi le basi solide di ogni esperienza
umana, sociale, civile, culturale.
Crescita è lavoro! Il mio
obiettivo è far sì che possa avvenire un cambiamento di qualità basato sulla
conoscenza, competenza e innovazione. Cambiare significa restituire un ruolo
professionale alle attività lavorative in modo sostenibile, cioè con attenzione
all’utilizzo delle risorse dell’ambiente e del clima.
Tra i doveri mi rifarei
all’articolo 3, 2° comma della Costituzione: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità
e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale
o spirituale della società”.
Diritto-dovere al lavoro, due facce
di una stessa medaglia che possono contribuire al realizzare un cittadino che
partecipa alla costruzione della società, della sua realtà quotidiana.
9-La coalizione “Insieme per Procida” ha costituito
un momento di grande speranza per quei cittadini che non si riconoscevano nella
coalizione di centrodestra. Cosa resta per te di quell’esperienza e
quanto di essa confluisce in “La Procida che vorrei”?
Quello che stiamo cercando di
realizzare oggi, anche con queste elezioni primarie insieme a Dino e Giovanni,
non sarebbe possibile senza quell’esperienza. Un ricco patrimonio di partecipazione popolare, di conoscenze, di
persone, che possono costituire la base per questa proposta di alternativa
politica rinnovata. Mi permetto di dire con un valore aggiunto, il variegato,
creativo, quotidiano insieme di idee, passioni, abnegazione, proveniente dal
mondo delle piccole e medie imprese.
10-Ritorno ancora su un aspetto di cui
già in parte abbiamo detto. Il Centrodestra non possiede nel suo metodo
politico la consultazione continua delle categorie, delle Associazioni, delle
altre istituzioni e dei cittadini, prima di prendere importanti
decisioni. Lo abbiamo visto per il porto, per Terra Murata, per il
Traffico ecc. Mario Spinetti, invece, Sindaco illuminato dal 1952 al 1958,
prima di ogni decisione interpellava prima i cittadini, poi si portava in
Consiglio Comunale ed infine in Giunta. Se Procida vi darà la guida del paese,
pensi che si possa attuare un’inversione di rotta?
Rifacendomi alla prima risposta,
a costo di sembrare ripetitivo, anche alla luce della mia esperienza
dell’Associazione di Categoria che rappresento e che per anni si è battuta
perché l’Ascom fosse consultata non solo quando la riguardava direttamente, dico
che un’Amministrazione che non ascolta i suoi cittadini, è come un genitore che
non ascolta i propri figli: qualsiasi decisione prenda, è chiaro che poi non andrà mai bene.
11-Dopo quello che è successo a Venezia, poi a Roma
viene a tutti la preoccupazione che tutti i comuni sono minacciati. Cosa si può
fare per garantire l’alternanza e
l’onestà nei comuni.
Esistono strumenti di controllo
preventivi, compreso i poteri, seppur pochi, delle forze consiliari di
minoranza, strumenti di repressione successivi, che possono e devono avere un
valore punitivo, restitutorio ed esemplare, strumenti popolari come il voto
elettorale che può e deve sancire l’alternanza politica. Aggiungo che forse può
essere anche necessario prevedere meccanismi di alternanza negli uffici
comunali.
In momenti come questi, dove
sembrano prevalere il rifiuto e la rassegnazione, dobbiamo avere la forza di
ricominciare sulla base di un rinnovato patto di cittadinanza. Quando le cose
non vanno, come avviene nelle nostre famiglie e nelle nostre aziende, bisogna
avere il coraggio di cambiare.
12-L’economia dell’isola poggia ancora molto
sulla navigazione, sul commercio e solo ultimamente si apre al
turismo. Molti gli investimenti di Procidani in tale direzione. Anzi
possiamo dire che gli operatori turistici in questo momento storico sono quelli
che più di ogni altro stanno investendo capitali per l’isola, rischiando anche
di persona. A loro va la nostra ammirazione per il coraggio che mettono in
campo, anche perché Procida può offrire solo la bellezza dell’isola, la
sua cultura, il suo silenzio, le sue meravigliose spiagge, i suoi
giardini, Vivara. Vacanze e soggiorni quindi adatti alle famiglie ad artisti, a
cittadini amanti della natura incontaminata e della bellezza. Cosa possiamo
fare per incrementare questo turismo speciale che può intercettare oggi
migliaia di visitatori in tutta l’Europa in ogni stagione
dell’anno?
Hai appena detto “Procida può offrire solo la
bellezza dell’isola, la sua cultura, il suo silenzio, le sue meravigliose
spiagge, i suoi giardini, Vivara”, e ti pare poco?
La risorsa “mare” ha rappresentato la fonte di benessere che
non rendeva necessaria la ricerca di altre iniziative che prevedessero la
valorizzazione del territorio. Altri fattori che non hanno consentito di offrire
un “prodotto Procida” proponibile a
livello turistico, sono stati la presenza del carcere borbonico prima e
l'insediamento del penitenziario con la crisi del settore marittimo e la
chiusura del Bagno Penale, si è cominciato a guardare al turismo come
prospettiva occupazionale e di sviluppo economico.
Procida è un’isola con grandi
potenzialità turistiche, sia per la posizione strategica rispetto alle tratte
del turismo nautico, sia per il suo straordinario patrimonio naturalistico e
culturale, ma sconta anni di ritardo e di assoluta mancanza di cultura
turistica.
Se l’obiettivo è quello di
sviluppare un “turismo sano” per il turista ma che porti benessere anche al
territorio, bisogna offrire servizi adeguati, ampliare e qualificare l’offerta
turistica, rivalorizzare i vecchi eventi, crearne dei nuovi, puntando sulle
peculiarità ed eccellenze che il territorio è in grado di esprimere: ciò di cui
ha bisogno l’Isola è uno sprone al miglioramento sia dal punto di vista
socio-culturale, sia dal punto di vista dell'accoglienza, nonché economico.
Pertanto la risposta potrebbe
trovarsi nella riconversione dell’economia marinara, verso un turismo nautico
attrezzato collegato alle tradizioni culturali e alle bellezze paesaggistiche
ed architettoniche dell’isola, cogliendo le opportunità occupazionali e
progettandone la rifunzionalizzazione nel rispetto dei luoghi, soprattutto in
questo territorio dove qualsiasi altro insediamento produttivo risulterebbe
problematico.Tutto ciò però deve essere fatto con dedizione e professionalità, così
come detto nella risposta sette, e non “arrangiandosi” all’ultimo momento,
affinché Procida possa avere un’identità chiara e forte nell’ottica di uno
sviluppo sostenibile dell’intera Isola perché essa possa offrire di più a chi
ci vive e riscoprire il turismo non di massa ma di qualità, puntando sui
servizi e la rivalutazione del territorio.
A cura di Pasquale Lubrano Lavadera
Commenti
Posta un commento