Eugenio Michelino: "A Procida è venuta meno la coesione sociale"

Eugenio Michelino, Presidente dell'ASCOM procidana
Eugenio Michelino Presidente dell’ASCOM procidana,  ha condiviso la linea politica del Movimento di “La Procida che vorrei” ed ha offerto la sua candidatura per le Primarie del 20 e 21 dicembre 2014.

1-Spesso si pensa al politico come persona efficiente, tutto fare, deus ex machina. Mi colpiva invece una frase di un politico: “L’umiltà contro l’arroganza di certi politici”. Cos’è per te l’umiltà in politica.
In una società come la nostra l’umiltà in generale é sicuramente una virtù importante in ogni dimensione della vita. Chi è umile non si esalta del proprio valore e dei propri meriti ma prende atto dei propri limiti e anche dei propri errori, staccandosi da ogni forma di orgoglio e sicurezza eccessivi di sé, sviluppando così relazioni migliori e più ricche con le altre persone.
In politica quindi credo sia la capacità di ascoltare i cittadini,  conoscere i temi proposti, approfondire i loro disagi  e impegnarsi fortemente per trovare soluzioni generali a problemi particolari tenendo conto dell’interesse di tutti . Quando si smette di essere umili, vuol dire che si perde il contatto con la realtà, si  pone tra se e gli altri una distanza, a cui potremmo dare il nome di “arroganza”. Un politico umile, per prima uomo o donna che sia, ascolta, si confronta, verifica, offre soluzioni che non sono singolari, ma che possano essere strumenti per superare, in prima persona o con l’aiuto delle Istituzioni, le situazioni di disagio. Un politico umile é sempre pronto a mettersi in gioco , quando ciò possa portare ad un cambiamento positivo, migliore per la comunità.
Il lavoro nel commercio, per esempio, allena alla pratica dell’umiltà per chi ogni giorno cerca di offrire il servizio migliore ai propri clienti. Per poter governare però, insieme all’umiltà deve esserci anche la capacità di impegnarsi per raggiungere  gli obiettivi, di realizzare tutto quanto di buono, una umile capacità d’ascolto e di condivisione, possono presentare.  Parafrasando il grande Massimo Troisi in un suo fortunatissimo sketch, mi viene da dire “appartengo ad una famiglia di commercianti, gente umile ma concreta”.

2-Molte le Amministrazioni di Centro-Destra che si sono succedute in questi decenni alla guida del paese. Quale il tuo giudizio su di esse?
Ci possiamo riallacciare in parte a quanto detto prima a proposito dell’umiltà. Dopo tanti anni è come se avessero perso il contatto con la realtà, con il paese, con le persone. Non riescono a dare slancio a ciò che promettono di buono. Una volta raggiunta quella posizione di governo, questa si tramuta in rendita di potere, più preoccupata a perseverare se stessa che a rendere un servizio al paese. Tre temi, bilancio comunale, coesione sociale, giovani.
Bilancio Comunale:
Siamo  in un regime controllato di spesa, come certificato due anni fa dalla Corte dei Conti e anche quando le entrate provengono da imposte locali vincolate ad obiettivi (tassa di sbarco, TASI) in realtà ciò che il Comune incassa immediatamente serve per le esigenze di cassa, stipendi, servizi, spese necessarie, un po’ come il “cassetto del commerciante” di questi ultimi anni, dove il peso dei costi ripetuti ed improvvisi e la precarietà delle entrate impediscono una reale programmazione dell’attività futura dell’azienda, che non riesce più a recuperare la pienezza della sua reale natura , quella di essere un’attività economica e commerciale.
Le ultime Amministrazioni, da quello che osservo e per motivi vari, non riescono  più a fare programmazione, investimenti nei settori nevralgici del vivere associato come il lavoro, l’impresa, il futuro dei giovani perché è un continuo rincorrere i pagamenti, le scadenze, i ratei dei mutui.
Coesione sociale:
Il senso della collettività, dell’insieme si è sfaldato. Abbiamo assistito in questi anni a provvedimenti (vedi traffico, commercio, trasporti, giovani) che sono durati il tempo di un batter di ciglia. La minima contestazione, anche pretestuosa, ha fatto fare all’Amministrazione un passo indietro. Ciò che aveva deciso la mattina veniva smentito, ritirato la sera. Questa politica del consenso immediato, dove ad una decisione impopolare, perché magari non condivisa, partecipata, provata, dove é meglio una non decisione piuttosto che il malcontento, che accontenta ma non risolve, non ha migliorato il paese ed ha messo in discussione la stessa autorevolezza dell’Istituzione, della Politica. Questo modo di fare ha inciso fortemente nella coesione sociale, per cui sembriamo incapaci di prendere decisioni d’insieme, anche quando sono necessarie, di fare un passo indietro per farne tutti uno più grande in avanti.
Giovani:
Questo che sta per chiudersi é stato una anno molto difficile: disagio, dipendenze, scarso interesse, sembrano farla da padrone.  Su tutto ciò, quello che è veramente drammatico, è la mancanza di prospettive di lavoro. Un Comune che ha a cuore la sorte dei propri giovani, deve mettere in atto tutta una serie di azioni positive attraverso le quali i ragazzi siano coinvolti nelle dinamiche sociali a pieno titolo. Un amico imprenditore mi confessava della difficoltà di trovare manodopera sull’isola e di essere costretto a rivolgersi fuori, ma non solo perché questa locale non fosse qualificata, ma soprattutto perché abituata a vecchi schemi del posto di lavoro. Non riusciva a far capire il valore  dell’opportunità che veniva offerta con un occupazione e  chiedeva al giovane semplicemente di essere disponibile, di avere voglia d’imparare.




3-Vendere la maggior parte dei beni immobili per recuperare qualche spicciolo era indispensabile?
Sinceramente, credo di no. Una delle prime cose da fare sarebbe un’analisi dettagliata e trasparente dei costi e dei “ricavi” della macchina comunale. Verificare lo stato dei debiti, il loro ammontare, la loro durata, la loro fondatezza e necessarietà. Parimenti si dovrà fare con le entrate. Da questa visione si potrà procedere ad eliminare le spese inutili ed improduttive, razionalizzare quelle necessarie intorno al loro reale fabbisogno, e destinare una parte del bilancio allo sviluppo. In questo potrebbe essere d’aiuto un organo tecnico indipendente, con all’interno professionisti del settore, con la direzione dell’assessore competente e del Sindaco. Poi c’è da dire, che già da subito si potrebbe  utilizzare ancora meglio, e non viene fatto, tutto il ricco patrimonio proveniente dal Demanio. Una risorsa che se ben utilizzata, compatibilmente con le esigenze della popolazione, dell’ambiente e del paesaggio, da sola risolverebbe alcuni problemi di bilancio. Detto questo, si poteva evitare la vendita di immobili per sanare, ma come un’azienda in difficoltà, in alcuni casi è necessario rinunciare a parte del proprio patrimonio.  Una situazione necessaria non  deve però diventare la regola. Il Comune gestito in maniera più parsimoniosa e meno affannata e l’isola con  le sue risorse possono, con un po’ di tempo, anche tornare a patrimonializzare.

4-Il politico eletto deve chiedere critiche costruttive al cittadino e non adulazione e formali consensi. Condividi questa affermazione del Sindaco mario Spinetti?
Sono assolutamente d’accordo. La migliore forma di trasparenza è costituita dalla partecipazione reale dei cittadini ad ogni processo decisionale. Dal momento della formulazione delle proposte, a quella del confronto degli interessi anche contrapposti, alla necessaria sintesi delle soluzioni. Perché solo da decisioni partecipate, informate e condivise, si può cercare di giungere a soluzioni certe e durature. L’assenza del cittadino o peggio ancora la ricerca della sua accondiscendenza, generano solo precarietà, dipendenza fino a sfociare nel clientelismo. La buona  Politica  è quella che, attraverso l’autorevolezza dell’Istituzione, riconosce il pieno diritto di cittadinanza di ognuno nella proprio processo amministrativo.

5-A livello nazionale  si parla di azzerare le società partecipate create nei comuni. Procida non le ha azzerate e non ha permesso alla minoranza di visionare gli atti di tali società. Il tuo pensiero su questo aspetto.
Ho già avuto modo di affermare pubblicamente la necessità di azzeramento delle società comunali partecipate, in linea con gli orientamenti politici e legislativi che provengono dal Parlamento.  Aggiungo inoltre  che un territorio come il nostro, con poco più di diecimila abitanti quattro, cinque società-enti di questo tipo, siano troppi e soprattutto mal gestiti. A cominciare dalla trasparenza delle attività, dei bilanci, forze lavoro (quando si afferma che il numero dei dipendenti pubblici in questi anni è diminuito, si deve poi aggiungere che è aumentato il numero di quelli impiegati in queste società che sono a carico della collettività), dei sistemi di reclutamento, della formazione della bolletta. Il diritto in materia è ancora più complesso ed eccessivo ed alimenta e favorisce nei fatti la scarsa chiarezza. Pertanto occorre ripensare anche ad un nuovo modo di gestione delle partecipate,  ripartendo dall’inizio e se necessario, con un loro totale azzeramento, per ricominciare  con più trasparenza: i bilanci e le norme che portano alla formazione della bolletta dovranno essere accessibili a coloro che ne facciano richiesta nel rispetto della riservatezza e della necessaria “competitività” gestionale delle società. Nella nostra esperienza di associazione di categoria anche noi più volte ci siamo imbattuti in alcune di queste società, soprattutto per questioni inerenti alla qualità dei servizi e degli aumenti improvvisi delle tariffe per le attività commerciali. Come utenti e cittadini abbiamo sempre chiesto la trasparenza, dove questa non c’era ed ha continuato a non esserci e abbiamo anche chiesto la condivisione dei meriti quando queste società o i loro amministratori politici hanno sbandierato il raggiungimento di alcuni risultati che non si sono mai tradotti in un risparmio in bolletta.


6-C’è stato in questi anni un gran parlare del porto di Marina Grande, che oggi viene consegnato dagli Amministratori di centro-destra  a cittadini non procidani. Né gli Amministratori  hanno pensato, prima di decidere, di sentire le categorie dei cittadini interessate. Ti sembra giusto quello che è accaduto?
Procida è un’isola circondata dal mare. Il nostro oro blu ed i suoi porti sono il varco di accesso dall’esterno  verso  l’interno e viceversa. Su di essi pertanto insistono più interessi ugualmente legittimi, quelli locali ad una libera e gratuita fruibilità, così come è sempre stato, quelli dei turisti che sempre più hanno affollato le nostre strade, i nostri negozi, i nostri alberghi, le nostre case e da qualche anno a questa parte anche le nostre barche, basti pensare alle diverse società di charter sorte grazie allo sviluppo del turismo nautico da diporto o le imbarcazioni private che in massa sono approdate presso le banchine dei porti turistici o le baie come la Corricella. Credo che l’equilibrio raggiunto in questi anni, di due porti turistici e quello storico ad altissimo valore architettonico, paesaggistico e culturale della Corricella, possa e debba essere mantenuto come tale e valorizzato.
La vera questione che io pongo quindi è quella di creare veramente un processo di valorizzazione del mare e quindi dei porti, che sappia coniugare al meglio le legittime esigenze dei diportisti e pescatori procidani  e non, prevedendo forme di coabitazione onerosa adeguata alle possibilità economiche reali (anche con formule di totale gratuità economica che può tramutarsi in utilità sociale, con le piccole imbarcazioni dei pescatori che possono diventare, sempre su base volontaria, mini scuole di pesca per giovanissimi) degli uni e degli altri.

7-Come futuro Amministratore come ti porresti nei confronti della Scuola?
Nelson Mandela diceva “L’istruzione è l’arma più potente che si possa utilizzare per cambiare il mondo”. Pertanto, nel nostro programma, un ruolo fondamentale avrà l’istruzione e la formazione professionale. Crescita è istruzione e cultura! Istruzione e cultura sono i pilastri della crescita di un paese. Il ricco patrimonio storico, artistico, architettonico, gastronomico, culturale dell'isola va recuperato e valorizzato al meglio per renderlo punto di riferimento di ogni generazione e nello stesso tempo fattore trainante dello sviluppo.
Il pieno recupero e impiego della cultura del mare possono rappresentare la prosecuzione del rapporto naturale tra uomo e ambiente attraverso la massima valorizzazione del momento della conoscenza, della formazione e del loro utilizzo. L'istruzione scolastica potrà essere arricchita con ulteriori momenti formativi per indirizzare i giovani a impiegare le loro conoscenze in ogni settore legato al mare, alla navigazione, alla nautica, all'ospitalità turistica, alla gastronomia. Cultura e tempo libero sono oggi uno dei termometri della vitalità collettiva di un paese e insieme una delle principali attrattive verso l'esterno.

8-Quali sono i principali diritti dei cittadini da difendere e i doveri da sottolineare?
Un diritto su tutti: il lavoro, quale che sia la sua forma e il suo modo di esercizio, autonoma o dipendente, pubblica o privata, singola o associata. Da esso possono porsi le basi solide di ogni esperienza umana, sociale, civile, culturale.
Crescita è lavoro! Il mio obiettivo è far sì che possa avvenire un cambiamento di qualità basato sulla conoscenza, competenza e innovazione. Cambiare significa restituire un ruolo professionale alle attività lavorative  in modo sostenibile, cioè con attenzione all’utilizzo delle risorse dell’ambiente e del clima.
Tra i doveri mi rifarei all’articolo 3, 2° comma della Costituzione: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Diritto-dovere al lavoro, due facce di una stessa medaglia che possono contribuire al realizzare un cittadino che partecipa  alla costruzione della  società, della  sua realtà quotidiana.

9-La coalizione “Insieme per Procida” ha costituito un momento di grande speranza per quei cittadini che non si riconoscevano nella coalizione di centrodestra. Cosa resta per te di quell’esperienza  e quanto di essa confluisce in “La Procida che vorrei”?
Quello che stiamo cercando di realizzare oggi, anche con queste elezioni primarie insieme a Dino e Giovanni, non sarebbe possibile senza quell’esperienza. Un ricco patrimonio di  partecipazione popolare, di conoscenze, di persone, che possono costituire la base per questa proposta di alternativa politica rinnovata. Mi permetto di dire con un valore aggiunto, il variegato, creativo, quotidiano insieme di idee, passioni, abnegazione, proveniente dal mondo delle piccole e medie imprese.

10-Ritorno ancora su un aspetto di cui già in parte abbiamo detto. Il Centrodestra  non possiede nel suo metodo politico la consultazione continua delle categorie, delle Associazioni, delle altre istituzioni e dei cittadini, prima di prendere importanti decisioni. Lo abbiamo visto per il porto, per Terra Murata, per il Traffico ecc. Mario Spinetti, invece, Sindaco illuminato dal 1952 al 1958, prima di ogni decisione interpellava prima i cittadini, poi si portava in Consiglio Comunale ed infine in Giunta. Se Procida vi darà la guida del paese, pensi che si possa attuare un’inversione di rotta?
Rifacendomi alla prima risposta, a costo di sembrare ripetitivo, anche alla luce della mia esperienza dell’Associazione di Categoria che rappresento e che per anni si è battuta perché l’Ascom fosse consultata non solo quando la riguardava direttamente, dico che un’Amministrazione che non ascolta i suoi cittadini, è come un genitore che non ascolta i propri figli: qualsiasi  decisione prenda,  è chiaro che poi non andrà mai bene.

11-Dopo quello che è successo a Venezia, poi a Roma viene a tutti la preoccupazione che tutti i comuni sono minacciati. Cosa si può fare per garantire l’alternanza   e l’onestà nei comuni.
Esistono strumenti di controllo preventivi, compreso i poteri, seppur pochi, delle forze consiliari di minoranza, strumenti di repressione successivi, che possono e devono avere un valore punitivo, restitutorio ed esemplare, strumenti popolari come il voto elettorale che può e deve sancire l’alternanza politica. Aggiungo che forse può essere anche necessario prevedere meccanismi di alternanza negli uffici comunali.
In momenti come questi, dove sembrano prevalere il rifiuto e la rassegnazione, dobbiamo avere la forza di ricominciare sulla base di un rinnovato patto di cittadinanza. Quando le cose non vanno, come avviene nelle nostre famiglie e nelle nostre aziende, bisogna avere il coraggio di cambiare.

12-L’economia dell’isola poggia ancora molto  sulla navigazione, sul commercio e solo ultimamente si apre  al turismo. Molti gli investimenti di Procidani in tale direzione. Anzi  possiamo dire che gli operatori turistici in questo momento storico sono quelli che più di ogni altro stanno investendo capitali per l’isola, rischiando anche di persona. A loro va la nostra ammirazione per il coraggio che mettono in campo, anche perché Procida  può offrire solo la bellezza dell’isola, la sua cultura,  il suo silenzio, le sue meravigliose spiagge, i suoi giardini, Vivara. Vacanze e soggiorni quindi adatti alle famiglie ad artisti, a cittadini amanti della natura incontaminata e della bellezza. Cosa possiamo fare per incrementare questo turismo speciale che può intercettare oggi migliaia di visitatori  in tutta l’Europa  in ogni stagione dell’anno?
Hai appena detto “Procida  può offrire solo la bellezza dell’isola, la sua cultura,  il suo silenzio, le sue meravigliose spiagge, i suoi giardini, Vivara”, e ti pare poco?
La risorsa “mare”  ha rappresentato la fonte di benessere che non rendeva necessaria la ricerca di altre iniziative che prevedessero la valorizzazione del territorio. Altri fattori che non hanno consentito di offrire un “prodotto Procida”  proponibile a livello turistico, sono stati la presenza del carcere borbonico prima e l'insediamento del penitenziario con la crisi del settore marittimo e la chiusura del Bagno Penale, si è cominciato a guardare al turismo come prospettiva occupazionale e di sviluppo economico.
Procida è un’isola con grandi potenzialità turistiche, sia per la posizione strategica rispetto alle tratte del turismo nautico, sia per il suo straordinario patrimonio naturalistico e culturale, ma sconta anni di ritardo e di assoluta mancanza di cultura turistica.
Se l’obiettivo è quello di sviluppare un “turismo sano” per il turista ma che porti benessere anche al territorio, bisogna offrire servizi adeguati, ampliare e qualificare l’offerta turistica, rivalorizzare i vecchi eventi, crearne dei nuovi, puntando sulle peculiarità ed eccellenze che il territorio è in grado di esprimere: ciò di cui ha bisogno l’Isola è uno sprone al miglioramento sia dal punto di vista socio-culturale, sia dal punto di vista dell'accoglienza, nonché economico.
Pertanto la risposta potrebbe trovarsi nella riconversione dell’economia marinara, verso un turismo nautico attrezzato collegato alle tradizioni culturali e alle bellezze paesaggistiche ed architettoniche dell’isola, cogliendo le opportunità occupazionali e progettandone la rifunzionalizzazione nel rispetto dei luoghi, soprattutto in questo territorio dove qualsiasi altro insediamento produttivo risulterebbe problematico.Tutto ciò però deve essere fatto con dedizione e professionalità, così come detto nella risposta sette, e non “arrangiandosi” all’ultimo momento, affinché Procida possa avere un’identità chiara e forte nell’ottica di uno sviluppo sostenibile dell’intera Isola perché essa possa offrire di più a chi ci vive e riscoprire il turismo non di massa ma di qualità, puntando sui servizi e la rivalutazione del territorio.

A cura di Pasquale Lubrano Lavadera




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