Il tempo della cura, il tempo per la cura


Il tempo della cura,  il tempo per la cura

Il tempo. Il più grande e il più antico di tutti i tessitori. Ma la sua fabbrica è un luogo segreto, 
il suo lavoro silenzioso, le sue mani mute.
Charles Dickens


Nei giorni 13 e 14 maggio 2016 si sono tenute a Procida, presso la chiesa di Santa Margherita a Terramurata, due giornate di studio organizzate dalla Sezione  Piemonte  a Valle d’Aosta e dalla Sezione Campana della Società Italiana di Pedagogia Medica (SIPeM) e  con il Dottorato di Ricerca in Mind, Gender and Language dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, con il coordinamento scientifico dalla Prof.ssa Maura Striano di Napoli e della Dott.ssa Lorenza Garrino di Torino.  All’evento hanno partecipato  una sessantina di professionisti sanitari medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, farmacisti, oltre pedagogisti, psicologi e sociologi delle professioni educative e sociali provenienti da molte regioni italiane.   Erano presenti anche pazienti che hanno portato la loro esperienza e la testimonianza dei percorsi di cura vissuti. 

“Il tempo della cura,  il tempo per la cura”  è stato il titolo  dell’evento formativo.  Quasi un gioco di parole per stimolare la riflessione che si impone oggi sul tempo nel mondo della vita e nel mondo delle cure. Siamo tutti colpiti da senso di mancanza di Tempo, quello “vero”. Il tempo al quale riusciamo a dare un senso.   Perennemente di corsa, sempre ansiosi, abbiamo inaugurato una staffetta senza fine tra i vari impegni che ci riempiono la giornata. Tutto questo si riverbera nelle cure. La consapevolezza da coltivare è che il tempo è un valore: non bisogna sprecarlo. Il tempo è un dono, nel nostro vivere più intimo, nelle relazioni che viviamo quotidianamente con gli altri, nella relazione di cura.  All’uomo contemporaneo piace essere preso nella ragnatela di mille occupazioni, piace non avere tempo. Invece non è così: il perdente è colui che è vittima del tempo, il saggio è colui che lo gestisce e per il quale il “tempo” diventa “vita”. In analogia il tempo della cura è un tempo che aggiunge vita e che alimenta speranza, non tanto ed in modo semplicistico che tutto si risolva sempre per il meglio, ma che il tempo che abbiamo tra le mani, che viviamo sia di una qualche utilità per noi, per gli altri e per il mondo.  Nella formazione come  nelle cure devono esserci concordanze tra il modo di vivere il tempo della  persona assistita che vive la sua esperienza di malattia e della sua famiglia nelle diverse fasi, contesti situazioni e quello di vivere il tempo di chi cura. Costa fatica e costa tempo una educazione alla partecipazione ai pensieri ed alle emozioni degli altri, ma è dovere, un dovere inalienabile, farlo anche nella vita di ogni giorno.  
I temi affrontati a Procida hanno riguardato nello specifico la cura del tempo e il tempo della cura con  un approccio filosofico e riflessivo, le esperienza sul campo come infermiere  e come medico legate al tempo delle cure, le costruzioni temporali nella formazione ed il sentimento del tempo nella formazione degli operatori.   L’evento è stato aperto con i saluti dell’Assessore alla Cultura Nico Granito, con un brano musicale  della cantante soprano Annetta Lubrano Lavadera accompagnata dalla chitarra da Raimondo salvezza  e con la lettura di un capitolo  del libro  del Capitano  di lungo corso Nicola Scotto di Carlo “La mia storia di mare”. 

I partecipanti hanno espresso gradimento e soddisfazione nei confronti dell’iniziativa formativa nel suo complesso, dei contributi  e dell'accoglienza  da parte degli abitanti dell’isola: un evento in un contesto particolare per lasciare  nel cuore riflessioni, suggestioni ed emozioni. 



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