CON LE PROVE INVALSI LA SCUOLA CORRE UN GRANDE RISCHIO

Un aula della scuola dell'obbligo
La scuola dell’obbligo, è una scuola “per tutti e a misura di ciascuno”, la qualcosa oggi, purtroppo, non viene più rimarcata; anzi c’è in molte scuole la corsa alle eccellenze, alle alte quotazioni statistiche, mettendo in secondo piano quel processo formativo individuale, diverso per ogni alunno e commisurato alle sue capacità e nel rispetto dei suoi ritmi di apprendimento; processo indispensabile per una corretta relazione educativa, che non prescinde mai da una comunicazione empatica.
Purtroppo le Prove Invalsi hanno creato un equivoco di fondo, producendo tensione nella classe docente. Ne è nata una tacita corsa verso primati da raggiungere, pena il declassamento di quella determinata istituzione.
Come pure ci appare assurdo l'istituzione del "premio" ai docenti meritevoli.
Il legislatore ha dimenticato che l'obiettivo primario deve essere la comunità educante, ossia di un "corpo docente" in cui le individualità confluiscono nella reciprocità, nel rispetto della personalità di ogni insegnante.
Ci piace ricordare l'invito accorato della Montessori a non classificare i bambini, ad abolire i registi, a lavorare in "unità" e di conseguenza a non classificare, diremmo noi oggi, i docenti e le scuole.
Forse occorre prendere coscienza che dietro la "nuova scuola" varata in Italia c'è, in molti suoi aspetti, un disegno del tutto superato e fortemente in contrasto con le più avanzate ricerche pedagogiche, e finalizzato il più delle volte alle indagini di mercato e alla comparazione con le scuole europee.

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