PROCIDA SFIDA IL DEGRADO MORALE, AMBIENTALE, ECONOMICO
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Procida: Marina Corricella |
La politica dei nuovi
Amministratori ad un anno e mezzo
dal loro insediamento
dal loro insediamento
Procida sfida il degrado morale, ambientale ed economico e lo fa attraverso
i nuovi Amministratori eletti il 31 maggio 2015. Sono per la maggior
parte giovani, quasi tutti alla prima esperienza, ma stanno dimostrando
coraggio, forza, idealità e anche competenza. Possono anche sbagliare qualche
scelta o indirizzo, ma gli errori sono inevitabili in ogni campo; anche la
scienza nella sua ricerca mette sempre in conto gli errori; senza gli errori
non si cresce; il bimbo impara a camminare dopo continue cadute. E’ la legge
della vita. L’importante è evitare gli errori mortali. Noi non
metteremmo mai un bambino che non sa camminare su un ciglio di un burrone. Un
passo falso potrebbe costargli la vita.
Quali gli errori “mortali” che un politico dovrebbe evitare? Li conosciamo
bene: la menzogna, l’ipocrisia, la falsità, il clientelismo, la corruzione,
l’illegalità. E i nostri Amministratori, fino ad oggi, questi errori ci
sembra che li abbiano evitati.
In una società sana, però, i cittadini svolgono anche il ruolo di
“sentinella”, ossia sentono il dovere di intervenire quando si avvicina il
pericolo. Perché, purtroppo, alcuni errori mortali sono frequenti
nell’ambito politico, per cui bisogna intervenire con equilibrio e decisione,
prima di tutto per il bene del politico, che diversamente rischia di finire
inquisito e poi in carcere, e poi per il bene dell’isola che viene travolta e
ferita da simili sciagure.
Se non abbiamo mai preteso la perfezione
nei nostri genitori, in un sacerdote, in un docente, in un medico… perché
dovremmo pretenderla nel politico?
Quello che invece dobbiamo e possiamo
pretendere dal politico è l'onestà, la trasparenza , la dedizione, la
giustizia, la legalità.
E Raimondo Ambrosino presentandosi a guidare il paese ha chiaramente
sottoscritto nel suo manifesto l'impegno per la lotta alla corruzione,
all’illegalità, al clientelismo, alla menzogna, al nascondimento degli atti,
nella totale disponibilità a lavorare esclusivamente per il bene comune,
in uno spirito di condivisione, e per una reciprocità partecipativa.
Per questo, siamo rimasti felicemente sorpresi quando lui, in un convegno
pubblico, per rettificare un non corretto modo di sentire di tanti cittadini,
ha voluto precisare che il bene comune non era somma di tanti beni
personali, aggiungendo che, quando si sceglie di privilegiare il bene comune,
il bene personale va perseguito all’interno di quei diritti sanciti
proprio dalle scelte comuni. Diversamente è pura politica di interessi
clientelari.
Abbiamo molto apprezzato questa
chiarezza del Sindaco anche perché parlando con qualche amico ci rendevamo
conto che l’equivoco era abbastanza diffuso e si continuava ad andare da
Sindaco per fare richieste di carattere personale.
Il metodo messo in atto dai nuovi Amministratori è certamente innovativo e
spiazzante, e di fronte ad esso molti
cittadini si sono sentiti disorientati.
Di qui l’ultima importante decisione del
Sindaco di incontrare periodicamente i procidani, per aiutarli a conoscere il
metodo politico messo in atto, il perché di certe scelte e non altre, le
procedure necessarie, i cambiamenti e le difficoltà operative in
cui si naviga.
Tutto questo per creare quello spirito comune che deve traghettare Procida verso la giustizia, la lealtà, la trasparenza, la condivisione, l’impegno civile, la difesa dei più deboli.
Tutto questo per creare quello spirito comune che deve traghettare Procida verso la giustizia, la lealtà, la trasparenza, la condivisione, l’impegno civile, la difesa dei più deboli.
Logicamente ci sarà chi non condividerà questa nuova politica e
cercherà di mettere in evidenza i limiti di essa, esprimendo giudizi pesanti e
malevoli.
Ma, sappiamo tutti che il giudizio sulle persone crea danni notevoli
sulla compagine sociale e sulla vita dei singoli, ed è la causa della disgregazione
e di tutti i conflitti.
Pertanto il politico, come ogni altro
essere umano, non va giudicato.
Si valuterà il suo operato, le sue scelte, le sue procedure e qualora saranno ritenuti illegali, poco trasparenti, ingiusti e poco rispettosi del bene comune e del tutto clientelare, si eserciteranno quelle pressioni di stampo democratico utili e necessarie e se ne terrà conto nel momento del voto.
In questo momento storico della nostra
isola siamo convinti che molti sono i meriti di Raimondo Ambrosino e della sua
squadra.
Il primo merito indiscutibile è quello di essersi buttati nell’agone
senza se o ma, prendendo sulle spalle un Comune di fatto dissestato con debiti
per milioni e milioni di euro, con una casa comunale ridotta al
lumicino per il basso numero di dipendenti, con tre importanti uffici
inquisiti dalla magistratura.
Non hanno indietreggiato di fronte alle amare sorprese che di giorno in giorno hanno trovato sul loro tavolo di lavoro e, con un grande scatto di volontà, e con coraggio, hanno cercato di prendere sulle proprie spalle una situazione molto grave.
Il secondo merito è quello di aver
cercato di lavorare a squadra. Gli Assessori fino ad oggi non hanno
assunto l’immagine di super eroi o di impettiti blasonati in cerca di potere e
visibilità. Il loro ritrovarsi spesso, in un confronto dialettico alcune
volte anche forte, per condividere il lavoro l’uno dell’altro, ha creato
sinergia e condivisione di scelte.
Terzo merito quello di averci fatto aprire gli occhi sulla realtà,
per entrare con consapevolezza in un periodo di grande austerità; una
vera e propria resistenza al collasso, una resistenza ad una
profonda crisi latente che stava schiacciando il paese da molto tempo.
Per cui oggi non possiamo ignorare che
stiamo vivendo uno dei periodi più difficili della nostra storia isolana per
disfunzioni che partono da lontano e per errori politici che si sono
accumulati nei decenni.
Pertanto ci appare ingiusto e falso quel puntare il dito su Raimondo Ambrosino e la sua squadra, da parte di politiche avverse e di certa stampa.
Pertanto ci appare ingiusto e falso quel puntare il dito su Raimondo Ambrosino e la sua squadra, da parte di politiche avverse e di certa stampa.
Osiamo sperare che il procidano di buon senso comprenderà appieno che ci
aspettano anni di sacrificio: senza ordine nell’economia, senza il risanamento
dei bilanci, senza una casa comunale armoniosa ed efficiente, senza la
cura e il decoro delle risorse ambientali, senza una soluzione sul traffico,
senza la messa in atto del depuratore e di una rete fognaria adeguata , senza
un’attivazione equilibrata ed efficiente del parco di Nettuno, senza una
cultura che incida nelle coscienze, senza una sanità giusta e doverosa, Procida
potrebbe perdere il treno della storia, per ritrovarsi preda di persone
senza scrupoli, che cercheranno di trarre benefici a nostre spese.
Raimondo Ambrosino sta cercando di far capire ai procidani questo grande
pericolo che Procida ha corso, nella consapevolezza che il primo motore
della rinascita è il cuore dei procidani, la loro intelligenza e il desiderio
di farcela.
E’ necessario, però, che questo
cuore cominci a battere non per difendere i propri interessi, ma il bene di
tutta l’isola, dei nostri giovani, dei nostri bambini, delle nostre
famiglie, delle nostre Istituzioni scolastiche, dei nostri anziani, dei
nostri malati, con regole condivise, con procedimenti chiari e legali, con
scelte anticorruzione, con una casa comunale che sia a servizio della
popolazione… sempre e ogni momento dalla parte dei più deboli.
Occorre che i procidani ritrovino l’armonia perduta, quella dimensione di
gratuità generosa che nei secoli passati l’ha resa forte, quella dimensione di
collaborazione instancabile, di comunione di visioni, di ricerca comune, senza sopraffazioni.
E questo possiamo farlo tutti insieme, se vogliamo riportare l’isola al
suo dover essere.
L’aver introdotto l’impegno dei
volontari a livello istituzionale, con approvazione del regolamento in
Consiglio Comunale, è stato un atto coraggioso e innovativo e di grande valore
che potrà portare i suoi frutti nel tempo.
Qualcuno dirà: ma il popolo è sovrano, ha diritto di protestare, di scrivere sui giornali quello che ritiene opportuno.
Sì la libertà è un grande valore nel bene e nel male, però i procidani
devono conoscere la verità, tutta la verità. Senza la verità il
“popolo sovrano” è a servizio della menzogna, la quale fa brutti scherzi.
Lo abbiamo visto nella nostra storia italiana durante il fascismo e in molte
nazioni europee.
La verità che oggi il popolo procidano
deve sapere è che Raimondo Ambrosino e la sua squadra hanno trovato un
paese al collasso e stanno tentando di rianimarlo in tutte le sue funzioni
vitali, con tutte le difficoltà connesse.
Pertanto, come cittadini dobbiamo essere
osservatori attenti vigili e se dovessimo vedere qualche disfunzione
nelle scelte o qualche errore procedurale, non dovremmo temere di evidenziarlo.
Poche volte abbiamo avuto Amministratori pronti ad accettare critiche
costruttive; Raimondo Ambrosino e la sua Giunta fino ad oggi si sono
sempre mostrati disponibile ad ascoltarci.
Inoltre, ai nuovi Amministratori,
raccomandiamo prima di tutto la coesione interna, il recupero
doveroso di tutte quelle forze sociali e politiche che hanno portato alla
vittoria la lista civica "La Procida che vorrei", il dialogo con
le altre forze del territorio, il collegamento diretto con i grandi e
piccoli elettori, sapendo che non sarà il "fare" che segnerà la
differenza dal passato, ma il modo di ricostruire rapporti
sociali sani improntati al rispetto reciproco, alla condivisione
dei progetti, alla collaborazione e alla ricerca comune nella soluzione dei
problemi.
Pasquale Lubrano
Lavadera
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