ogni bambino è diverso dagli altri


 Ogni bambino è come un fiocco di neve caduto nel mondo diverso da tutti gli altri fiocchi. C'è chi ha avuto un talento, chi due, chi tre.

Quando quel bambino entra nella Scuola viene accolto così come egli è, lo si fa sentire a proprio agio affinché egli senta la stima e l'affetto e impari a mettere a frutto i suoi talenti...chi uno, chi due, chi tre.

Se un bambino ha avuto un talento i frutti saranno proporzionati a quel talento, diversamente da chi ne ha avuti due o tre.

Il docente, quindi, non pretenderà che i frutti siano  gli stessi per tutti, ma cercherà di trarre da ciascuno quei frutti che il bambino potrà realmente offrire o sviluppare.

La valutazione che egli farà alla fine dell'anno scolastico è sempre riferita alla situazione di partenza dell'alunno, mai al livello prefissato da  un comitato scientifico che definisce - non so in base a quale criterio pedagogico - parametri "oggettivi" di valutazione per ogni classe applicati a effettivi  e certificati livelli di prestazione.

In seconda elementare l'alunno deve essere capace di... in terza elementare capace di....e così via.

Se la scuola pensa che sia questo il metodo da adottare, penso realmente che stia andando fuori strada perchè tradisce quel dettato costituzionale per la scuola dell'obbligo, ossia "una scuola per tutti a misura di ciascuno".

Una scuola  che punti ad avere gli stessi risultati per tutti  è una scuola culturalmente disumana, perché attenta all'integrità fisica e psicologica del bambino, in quanto i livelli di valutazione non sono mai comparabili perchè si riferiscono a creature umane  uniche e irripetibili.

Tale  disumanità nella scuola  è inaccettanile perchè esercita "violenza" sulla psiche dei bambini. Il bambino come afferma Maria Montessori deve maturare e crescere nella libertà in un clima positivo di fiducia e di attesa. 

Pertanto  penso che le prove INVALSI nella Scuola suiano disumane, perchè finalizzate a trarre risultati statistici all'interno di un variegato e comolesso processo di apprendimento, che chiede rispetto  delle diversità dei singoli alunni, le cui prestazioni non vanno mai comparate.

Ogni alunno "va amato" per come egli è, rispettato nei propri ritmi di apprendimento, e per la qualcosa non si può misurare la sua prestazione con l'orologio alla mano.

Si può equivocare sull'affermazione "va amato", pertanto sento di precisare che essa significhi  "conoscere il bambino, conoscere la situazione di provenienza, rispettare  le sue capacità iniziali poche o molte che siano, dargli fiducia e stima, aiutarlo a sviluppare  le sue potenzialità  secondo un percorso individualizzato".

Tutto questo  è perfettamente violato dal sistema delle Prove INVALSI che, dal mio punto di vista, esercitano una certa violenza sui bambini e sugli insegnanti.

Quegli insegnanti che sentono la disumanità di tali prove nella fascia dell'obbligo scolastico, possono secondo  la legislazione italiana praticare l''obiezione di coscienza  e rifiutarsi di sottoporre la propria classe a tali Prove perché le si ritiene in coscienza dannose per la formazione dell'alunno in una SCUOLA DELL'OBBLIGO PER TUTTI E A MISURA DI CIASCUNO.

Il principio dell'uguaglianza fra diversi va applicato  fin dalla prima classe elementare.

Come pure è, a parer mio, abominevole che le Scuole debbano affiggere pubblicamante i risultati delle Prove INVALSI, come se la bontà della Scuola dipendesse dai livelli di prestazione degli alunni raggiunti secondo un'indagine statistica.

Una perversa forma discriminate fra le varie scuole, che non ha nulla a che fare con la cosiddetta ISTITUZIONE SCUOLA VOLUTA DALLA NOSTRA COSTITUZIONE REPUBBLICANA.

Pasquale Lubrano Lavadera

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