Transizione ecologica: Procida a un bivio

 

Procida: Il Palazzo D'Avalor trasformato nel 1830 in Ergastolo

Come tutta l'umanità, dal punto di vista ecologico, anche Procida è a un bivio. Forse lo è più delle altre città perché è un'sola di dimensioni limitate, perché  le coste vengono erose, perché in questi anni il rapporto tra costruzioni e verde  è cresciuto tantissimo, per il forte aumento dell'inquinamento atmosferico dovuto ai numerosi auto e moto veicoli presenti, per l'inquinamento dovuto al numero eccessivo di motoscafi che l'assediano in estate e per tanti altri fattori.

A un bivio in quanto le scelte di transizione ecologica operate dagli amministratori devono ora diventare scelte culturali che coinvolgono la società intera, il lavoro, le famiglie, le Scuole.

Sapendo, però, di dover combattere con un nemico abbastanza forte: l'antropocentrismo dispotico e tecnocratico e l'incertezza diffusa che la pandemia ha  seminato, mettendo in ginocchio territori e famiglie.

Occorre allora trovare coraggio, un coraggio nuovo. Procida non può continuare ad andare avanti come se nulla fosse successo in questi ultimi 50 anni. Non possiamo evitare di fare un opportuno discernimento per capire cosa mantenere e cosa cambiare, cosa custodire e cosa mandare in soffitta.

Come dice Papa Francesco nella Laudato Si': "Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura della natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell'ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro." (194)

Se Procida ha avviato la transizione ecologica è necessario, oggi,  un'autentica conversione culturale, che comporti un cambio di mentalità.

Perchè ciò avvenga nella nostra piccola isola che ha subito delle trasformazioni enormi, che hanno cambiato il volto dell'isola, è urgente  uno sguardo diverso, una programma educativo e uno stile di vita che si oppongano all'avanzare del paradigma tecnocratico che cerca di schiacciare il nostro piccolo territorio.

Se un limite c'è stato nel passato, esso va configurato in uno sviluppo che non ha tenuto in debito conto i grandi limiti geografici e territoriali. Mai è stato preso in seria considerazione il fattore dell'alta densità abitativa (ai primi posti in Europa), mai  si è studiato l'effetto ambientale dell'aumento vertiginoso del rapporto tra numero di auto e motorini e abitanti. 

Di qui la necessità nel presente di un progetto educativo concreto da attuare nei prossimi anni nel coinvolgimento globale di scuole, parrocchie, associazioni e dell'intera società civile ed economica.

In una parola: alle scelte opportune di transizione ecologica operate dalla politica vanno affiancate opportune e mirate scelte di carattere culturale, affinché avvenga quel cambio di mentalità necessario nelle menti e nel cuore dei procidani.

Pasquale Lubrano Lavadera


step n.2

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