Procida: lettera al Sindaco sul traffico

Procida. Una poetica immagine della Chiaiolella anni 60
Egregio Signor Sindaco Vincenzo Capezzuto, 
abbiamo tutti apprezzato il suo intervento alla presentazione del libro di Elisabetta Montaldo e la sua espressa voglia di cambiamento per l'isola e, in particolare, sulla disastrosa, assurda, violenta, offensiva situazione del traffico. 
A nome di tanti che sono angosciati da questo problema senza intravedere una via di soluzione, la prego di intervenire con decisione al di là delle resistenze che lei può incontrare nella sua compagine. Dia un segnale deciso e diretto per sconfiggere lo status quo da molti bandito. E se trova opposizioni abbia il coraggio di mandare tutti a casa.
Le dico questo perchè è gravissimo quello che succede per le nostre strade, le quali, per la maggior parte non sono idonee alla circolazione non avendo i percorsi pedonali, i corridoi per i disabili, la larghezza  minima delle corsie, e in tantissimi tratti non superano i 3 metri di larghezza. Ha dalla sua parte il Codice Stradale in vigore.
Velocità proibitive soprattutto di notte, gli incidenti quasi giornalieri, l'inquinamento acustico e ambientale altissimo soprattutto con l'alta pressione (e quindi d'estate). 
Non è escluso che l'altissima percentuale di malattie respiratorie, allergiche e tumorali sia dovuto anche allo smog del traffico e al benzene scaricato nell'aria dai motorini, il più pericoloso tra i gas di scarico.
Se lei,  come continuamente afferma, ama il paese e vuole imprimervi una svolta, il primo problema di affrontare doveva essere il traffico, che è diventato invece la ruota di scorta.
Questa notte, la notte di sabato 21 giugno 2014 - e non siamo ancora in piena estate - lungo le strade percorse  dai motociclisti e automobilisti, non si è potuto dormire: il rombo, il rimbombo, le vibrazioni, gli schiamazzi,  sono stati continui fino alle ore 4 del mattino.
Le sembra questo possibile? Le sembra civile? Le sembra leggittimo? le sembra tollerabile?
Prenda con energia un provvedimento! Ci dica in quali ore del giorno possiamo camminare vecchi adulti e bambini tranquillamente, ci dica quando devono avvenire gli approvvigionamenti dei negozi, impedisca ai mezzi pesanti di terremotare le nostre abitazioni, ci permetta di riposare durante la notte, ma non solo 15 giorni all'anno.
E se  la sua compagina si mostra riluttante li faccia gentilmente accomadare tutti a casa. E' un suo dovere morale, oltre che un atto di vera politica, per la rinascita dell'isola e il benessere di tutti.
Distinti saluti, 

Pasquale Lubrano Lavadera

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