Procida: Quattro coalizioni o solo due?

Dino Ambrosino

La crisi di rappresentanza dei partiti è sotto gli occhi di tutti. Diminuisce sempre più il numero dei votanti  e questo è dovuto, secondo il politologo americano Francis Fukuyama, ad una classe politica molto mediocre. Mediocrità dovuta a tanti fattori, ma lui ne sottolinea due: la litigiosità tra i politici che degrada i luoghi-simbolo della democrazia  e  il persistere, a tutti i livelli, di rilevanti disuguaglianze di reddito tra i cittadini, che impedisce una distribuzione più equa dei beni.
La conseguenza di questa crisi è che, sempre più, gli eletti, a torto o a ragione, vengono considerati usurpatori del potere: il malcontento cresce, la disistima e la sfiducia verso l’uomo politico diventano endemici, e si affacciano derive populistiche. La sfiducia genera sospetto e il sospetto travalica il recinto politico e dilaga tra i cittadini. Quel “popolo sovrano” di cui parla la nostra Costituzione non riesce ad essere unito e coeso, ma diviso e frazionato, litigioso e insofferente, e molto spesso diserta le urne ritenendo i cosiddetti politici una “banda di ladri”.
Cosa fanno i nostri amministratori di fronte a questo sfascio. Per la maggior parte restano indifferenti e continuano ad amministrare nel solito modo. Infatti un Sindaco distribuisce incarichi, deleghe, nomina la sua “corte”, affida consulenze e si preoccupa di elargire indennità  a quanti lo affiancano. E se la propria indennità gli appare esigua, non esita ad adeguarla. Tutto secondo le norme, anche se poi il debito pubblico aumenta ed è il cittadino a pagare attraverso tasse e soprattasse sempre più esose.
Come superare lo stallo in cui la nostra politica è spesso caduta? C’è un lumicino di speranza per il futuro?
Sappiamo un po’ tutti che, con la caduta delle ideologie, la esasperata divisone tra destra e sinistra è diventata anacronistica, si parla infatti di coalizioni di Centrosinistra e Centrodestra, dove in entrambe il Centro diventa elemento di moderazione, ed il bipolarismo appare l’unica soluzione per una alternanza moderna e fattibile e dove le due parti non saranno avverse ma collaborative: Maggioranza e Minoranza sono chiamate ad amministrare nel loro specifico ruolo, ma non a lottarsi.
Lo affermava anche Walter Veltroni, nella rubrica di Otto e mezzo con Lilli Gruber di lunedì 9 febbraio quando, facendo riferimento al suo partito diceva che oggi anche la Sinistra non può rimanere ancorata a vecchi schemi del passato, ma è necessario che sappia rapportarsi con la realtà in evoluzione: una sinistra moderna quindi con una pluralità di espressioni e non di correnti, ma con forti riferimenti a valori condivisi, aperta sempre al confronto con gli altri.
Anche noi pensiamo che le coalizioni che si formeranno nei prossimi giorni in vista delle elezioni amministrative  debbano coagularsi intorno a forti valori e a una precisa metodologia. Pertanto il programma oltre alle linee generali di indirizzo dovrà primariamente stabilire  il metodo con il quale si intende amministrare. Rifiuteremo decisamente quei programmi su carta patinata con bello foto con le più ardite soluzioni a tutti i problemi dell’isola. Dietro quei fogli luccicanti si nascondono spessi interessi ambiziosi e strettamente personali.
Pertanto, dovendo scegliere, ci indirizzeremo verso quella coalizione che avrà l’ardire di annunciare una lotta ad un sistema politico che ha prodotto solo debiti, arricchimento di alcuni a tutto danno della popolazione. Voteremo la coalizione che vuole combattere la corruzione e la criminalità, che chiederà alla minoranza di collaborare alla conduzione del paese per porre fine alla negativa litigiosità. Sceglieremo una coalizione che renderà conto ai cittadini fino all’ultimo centesimo delle spese, che non nasconderà gli atti delle Società partecipate, che non venderà i beni pubblici, che non prometterà favori; voteremo candidati che non lasceranno la propria attività lavorativa, e che ridurranno al minimo la loro indennità, che non daranno consulenze agli amici e agli amici degli amici, ma chiederanno responsabilmente ai dirigenti comunali di rispondere con professionalità alle necessità del paese e che stabiliranno un patto elettorale che prevede la consultazione continua dei cittadini per una verifica periodica.
I motori a Procida sono accesi, ma le strade da percorrere non sono ancora state individuate. Il Centrodestra, attualmente scompaginato, è collassato e  presenta tre coalizioni abbastanza distanti, una con Luigi Muro già Sindaco per due legislature e poi Parlamentare, una seconda con l’attuale Sindaco Vincenzo Capezzuto al suo primo mandato e che giustamente vuole riproporsi per portare a termine il lavoro intrapreso prendendo le distanze dalla Destra storica dell’isola, una terza che fa capo al già Vice Sindaco Elio de Candia, che si è collocato a livello napoletano con Cozzolino del Partito Democratico, e una quarta che fa capo a Dino Ambrosino vincitore delle primarie isolane del Centrosinistra.
Auspichiamo che da quattro si arrivi a  due sole coalizioni  aperte ed oneste, non bloccate su vecchi schemi ideologici, capaci di mettere al bando gli interessi personali, e di creare nell’isola veri laboratori politici di vera democrazia, con la presenza di giovani e adulti insieme, perché ogni vero progetto ha bisogno delle forti idealità dei giovani e dell’esperienza e della capacita sperimentata degli adulti.


Pasquale Lubrano Lavadera

da Il golfo 12 febbraio 2015

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