Procida: è tempo di alternanza politica

Procida: Una seduta del Consiglio Comunale
Il Sindaco Pisapia a Milano ha detto ultimamente, a chi gli chiedeva perché intendeva lasciare l'amministrazione al termine del mandato, che l'esercizio della politica non deve diventare una professione, e 10 anni sono anche troppi, sarebbe stato meglio limitare  il tutto a 5 anni.
Ha inoltre aggiunto che quando la politica diventa professione rischia, come tutte le professioni, di corrompersi. E, quando entra la corruzione nella testa di un politico, va a rotoli tutta l'amministrazione comunale e il bene della società. La politica non la si fa restando attaccati al ruolo istituzionale.

Giuseppe Dossetti, padre della Costituzione, in tempi non sospetti ripeteva continuamente che la politica  istituzionale doveva essere fatta da tutti e per un periodo limitato di tempo, e soprattutto doveva essere un servizio gratuito. Questo principio della gratuità, purtroppo, è stato bandito dalla nostra legislazioni, ed è sotto i nostri occhi lo sfacelo in cui ci troviamo in ogni Regione della nostra Italia e in tutti i partiti.  
Procida, purtroppo, ha consolidato nel tempo una debole democrazia, di stampo preminentemente monarchico. Dopo alcuni esempi illuminati del primo dopoguerra, abbia avuto Sindaci o consiglieri comunali a vita. E questo ha impedito sia un ricambio generazionale, sia una svolta veramente democratica dell'isola, gestita  in questi ultimi 50 anni solo dalla testa di pochi personaggi, senza la partecipazione popolare nelle scelte definitive e fondamentali dell'isola.

Alcuni Sindaci del passato hanno fatto spesso come gli antichi monarchi, donando benefici e prebende a proprio piacimento, "con iniziative politiche rispondenti a logiche speculative e non all'interesse dei procidani", come bene ha sottolineato il nuovo "manifesto politico" della lista civica "La Procida che vorrei" presentato il 9 aprile 2015.

Bene ha fatto tale "manifesto" a parlare di patto elettorale, ossia di "un patto che deve essere stretto tra politica e società; un patto che chiede al politico eletto di render conto continuamente del suo operato ai cittadini."
 Ma c'è di più  quando osa affermare: "Non amministreremo da soli ma ci proporremo sempre anche alle forze politiche diverse, perché una vera democrazia non è la dittatura della maggioranza, ma rispetto di ogni idea e continuo confronto."

Mai un gruppo politico nella storia democratica dell'isola aveva osato tanto, Abbiamo visto sempre l'estrema contrapposizione tra maggioranza e minoranza, e sempre le minoranza messe nell'angolo, vanificando così il senso vero di un Consiglio Comunale che, espressione di tutti i cittadini, impone moralmente al Sindaco un grande rispetto e una grande attenzione per tutti i suoi consiglieri, sia quelli di maggioranza sia quelli di minoranza. 

Un Sindaco eletto dal popolo, non rappresenta la sua maggioranza, ma l'intera comunità. Sbaglia molto un Sindaco che rifiuta pregiudizialmente la collaborazione della Minoranza in alcune decisioni importanti come l'economia e i beni pubblici.

Forte, efficace e nuova ci è sembrata infine  la conclusione del "manifesto" che  facendo riferimento agli ultimi avvenimenti di cronaca giudiziaria, sapientemente chiede al paese di scrivere una pagina nuova nella gestione politica del paese, in quanto "un sistema politico efficace si basa soprattutto su  una sana alternanza amministrativa che deve impedire le incrostazioni di potere e deve stimolare lo sviluppo di proposte sempre all'avanguardia." Ci auguriamo pertanto una nuova primavera nella politica di Procida.

Procida: Primavera a Villa Angelina

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