PROCIDA : E' DOVEROSO CREARE FASCE ORARIE PEDONALI STABILI
PROCIDA VIA PRINCIPE UMBERTO |
Le strade, secondo il codice stradale , per essere adibite al traffico di auto, camion, pullman e motorini, dovrebbero avere percorsi pedonali o marciapiedi.
La qualcosa nelle nostre condizioni e per la maggioranza delle nostre strade non è possibile, e i pedoni sono quindi privati di questo loro diritto sancito dalla legge, e sottoposti sempre alla violenza eccessiva di un traffico debordante leggero o pesante che spesso li schiaccia al muro, non solo metaforicamente ma anche realmente.
Numerosissimi infatti sono gli incidenti.
Purtroppo molti cittadini si oppongono alla proposta di creare stabilmente fasce orarie pedonali, e questo impedisce agli Amministratori di prendere soluzioni definitive e stabili.
Ma il cittadino deve capire che se è un diritto circolare è anche un diritto per il pedone camminare serenamente senza il rischio di essere investito.
La virtù sta nel mezzo, si è solito affermare. Ebbene, se la circolazione non la si può eliminare del tutto, perché ormai l'uso dell'auto e del motorino e delle bici elettriche è diventato indispensabile, è necessario consentire anche al pedone almeno in alcune ore, di poter comminare tranquillamente non esistendo percorsi pedonali, marciapiedi e corridoi pedonali nella maggior parte delle strade, obbligatori secondo il codice stradale per tutte le strade percorse da automezzi.
C'è un dato di fatto che dovrebbe indurre alla ragionevolezza. Procida ha una rete stradale non idonea alla circolazione. Ed è un abuso far circolare per strade di limitate dimensioni camion pullman macchine e quant'altro, senza garantire chi cammina a a piedi.
E questo lo si può avere solo creando fasce orarie esclusivamente pedonali e, se è possibile, percorsi pedonali attraverso i giardini dell'isola, come saggiamente propone l'architetto Andrea Cosenza.
Inoltre in tutte le piazze andrebbero vietati i parcheggi di ogni automezzo, in quanto esse sono luoghi di accoglienze dove i cittadini si ritrovano serenamente per vivere quel bene relazionale, indispensabile alla vita sociale dell'isola.
Pasquale Lubrano Lavadera
29-10-1944
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