SI CHIEDE L'ANNULLAMENTO DELLE OPERAZIONI ELETTORALI DEL 2O-21 SETTEMBRE 2020

 


SI CHIEDE L'ANNULLAMENTO DELLE OPERAZIONI ELETTORALI 

DEL 20-21 SETTEMBRE 2020 

SGOMENTO DI FRONTE A UNA NOTIZIA DEVASTANTE E INQUISITORIA

 

Il giorno 21 ottobre 2020 è stato depositato da alcuni cittadini un ricorso del tipo elettorale per chiedere  l'Annullamento delle operazioni per le elezioni del Consiglio Comunale e del Sindaco per il comune di Procida tenutesi il 20 e 21 settembre 2020, l'annullamento della proclamazione degli eletti a Sindaco e a Consigliere Comunale come da proclamazione degli eletti del verbale del 22 settembre 2020 dell'adunanza  dei Presidenti di sezione, l'annullamento della delibera di Consiglio Comunale di convalida degli eletti del 9 10 2020.

La notizia sgomenta e lascia interdetti. Mai era accaduto nella storia democratica procidana una tale durezza accusatoria. Si chiede addirittura l'annullamento di tutte le operazioni elettorali avanzando come afferma il Sindaco Dino Ambrosino " un sospetto grave sulla regolarità delle elezioni".

Da quello che sappiamo l'unico episodio che ha disturbato il processo elettorale è stato quello accaduto nella sezione 10 il 20 settembre 2020, episodio che nel giro di poche ore è stato risolto in sintonia con la Prefettura che ha dato indicazioni ben precise.

Non ci risultano altri episodi  di disturbo. Il tutto si è svolto nei due giorni con estrema regolarità e con la tensione tipica di questi momenti.

Come afferma sempre il Sindaco, con questo esposto " si  vuole provocare un ribaltone  laddove la politica ha dato un risultato inequivocabile".

E' infatti chiara e manifesta la delusione dei sostenitori della lista "Procida per Tutti" per avere perso per 154 voti, dimenticando però che altre volte Il Centrodestra ha vinto con scarto di poco superiore sulla lista di Centrosinistra.

La legge per i comuni al di sotto di 15.000 abitanti è chiara: chi prende un voto in più vince le elezioni. E questo  nel passato, anche quando vinceva sempre il Centrodestra, è stato regolarmente accettato da tutti.

Con questo ricorso si getta un'ombra scura sulla lista vincente che ha l'unica "colpa" di aver superato l'altra lista peri 154 voti. E per tale "colpa" vengono messi in discussioni le operazioni di tutti i Presidenti delle sezioni.

Si chiede poi, addirittura l'annullamento della Delibera di Consiglio Comunale conseguente alla nomina.

In quella occasione il Consigliere  Muro manifestò la sua amarezza per il clima  non positivo verificatosi  durante il periodo elettorale.

Ebbene sì, Procida ha una lunga tradizione di un clima guerresco, fomentato fin dall'inizio della vita democratica da personaggi politici che ci hanno abituati a sentire nelle campagne elettorali aggressioni verbali agli avversari. Ci hanno educati a vedere l'altra lista  come "nemico politico" e quindi ad attaccare.

Ma questo è un malcostume che  ha ingenerato veleno per decenni nel tessuto politico italiano e procidano con conseguenti divisioni tra i cittadini e nelle famiglie.

"La Procida che vorrei", a quanto mi risulta ha cercato sempre  di combattere questo clima. Tutta la vita amministrativa di questi cinque anni è stata vissuta con correttezza  nei rapporti con la minoranza. Anche quando ci sono stati scontri, Dino Ambrosino non ha mai alzato l'asticella ma ha stemperato i toni ed ha teso sempre una mano democraticamente.

L'agire del Sindaco Dino Ambrosino è stato palesemente sempre un agire politico onesto e leale e di alta moralità. Ha portato avanti il comune con coraggio e trasparenza, considerate le pesanti situazioni in cui si trovava a tutti i livelli e in tutti i settori della vita pubblica.

Il centrodestra perse le elezioni del 2015  perché, soprattutto i giovani,  scesi in campo, diedero l'abbrivo a un cambiamento, e con loro tanti adulti si sono mossi e hanno trovato il coraggio di cambiare dopo decenni.

Le scelte politiche del Centrodestra erano nel giugno del 2015 evidentemente disastrose. Perdere il Porto, vendere tutti i beni, e arrivare alle elezioni con le casse vuote, con i bilanci in rosso, con gli stipendi non pagati, e con circa 40 milioni di euro di debiti non era cosa da poco.

Procida  voleva il cambiamento politico  e tale cambiamento si è visto: cinque anni di lavoro strenuo e responsabile  a denti stretti per non far ricadere l'isola  sotto un Commissariamento che avrebbe pesato gravemente sulle tasche dei cittadini.

Se posso usare la parola è un "miracolo" quello che Dino Ambrosino e la sua squadra sono riusciti a fare sul Comune di Procida lavorando giorno e notte senza interruzione in questi ultimi cinque anni

E questo, buona parte del popolo di Procida lo ha capito nonostante una voce avversa  ha continuato a ripetere ai procidani, fin dal giorno dopo le elezioni: "Questi nuovi eletti sono incompetenti, non sanno far niente, andranno presto a casa..."

Nonostante questa voce si sia gonfiata ancor più in quest'ultima campagna elettorale,  il 51 per cento degli elettori ha deciso di dare ancora fiducia a Dino Ambrosino e alla sua squadra. E anche questa volta i giovani sono stati la forza trainanate.

Ora bisogna andare avanti conseguentemente alla parola del Sindaco eletto: "Procida ha scelto e noi lotteremo fino alla fine per far rispettare la sua volontà".

Non sarà un periodo facile quello che si apre davanti ai procidani, per cui occorrerà prepararsi opportunamente per lavorare con competenza e decisione.

La Procida che vorrei  "lotterà fino alla fine" contro quelle scelte politiche e relativi provvedimenti prodotti dalla minoranza politica che riterranno ingiuste, antidemocratiche  e lesive della dignità e della correttezza politica di un'Amministrazione votata democraticamente dal paese.

Non si mancherà di rispetto alle persone,  ma si farà il tutto per tutto perché la verità e la giustizia emergano con chiarezza. E' un dovere  politico ed è un impegno preso davanti a tutta l'isola.

E lo si dovra fare alla luce del sole, informando sempre i cittadini, senza violenza verbale, con lealtà e coraggio  usando ragionevolezza e tutti gli accorgimenti consentiti dalla legge.

Pasquale Lubrano Lavadera

 

 

 

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