VIA GARIBALDI negli anni della giovinezza

Procida: Via Garibaldi

Era il 1961 ed avevo 17 anni quando don Michele Ambrosino, ex mio professore di religione alle medie, mi chiamò. Fu un giovane della Chiaiolella, Pasquale Granito, a portarmi  l'invito. 

Non conoscevo Pasquale e lui  si presentò come un giovane della parrocchia, dicendomi che il Parroco don Michele voleva .parlarmi. Era la prima volta che mi recavo da solo in quel luogo, molto incuriosito da quell'invito. Cosa poteva volere da me? 

Mi chiese se volevo aiutarlo a fondare un cirolo di lettura per giovani: novità assoluta per l'isola in quel periodo storico. Prima di andar via mi regalò il suo primo libro Chi è San Giuseppe con una dedica. Immaginate un po' la mia felicità!

Da allora divenne per me consuetudine scendere, dopo i compiti scolastici, nel borgo dei pescatori della Chiaiolella, Mi fermavo al bar di Michele Meglio  che era il ritrovo dei giovani con un bellissimo Juke Box. 

Mi intrattenevo con Pasquale Granito, Gerardo Gamba, Peppino Ignaro, Alfonsino Capodanno, Tommso Forestieri  ed altri. 

Conobbi Carmelina Meglio la sorella di Michele, che lavorava nel bar,  e la sua famiglia, poi la famiglia di Pasquale e di Alfonsino.

Portavo spesso con me le matite e iniziai a schizzare  persone e luoghi. 

Nella sala Pio XII si preparava intanto la nascita del Circolo, si realizzavano delle commedie e fui invitatao da Pasquale a partecipare ad un dramma sulla vita di Sant'Alfonso, il cui protagonista era Alfonsino.  In estate poi si lavorava alla Fiera del Libro.

Lì nella sala conobbi Cenzino Cucurullo, Giovanni Capodanno il cognato di Don Michele, Tonino il barbiere e ritrovai il Prof Totonno Ambrosino che mi aveva aiutato in terza media quando fui  rimandato in italiano. 

Affascinato da queste figure di adulti così diversi dagli adulti della mia famiglia, mi intrattenevo spesso con loro: si parlava di problemi sociali, del Concilio, del cambiamento in atto nella Chiesa e della nuova frontiera in America con i fratelli Kennedy. 

Divenni molto amico di Cenzino Cucurullo che mi invitò spessa a casa su in via Garibaldi. Fu allora che entrai per la prima volta in questa viuzza a cui sulle prime non avevo dato importanza, Era ancora piena di verde con poche costruzioni e si ammirava un panoramo straordinario: tutto il lungomare con sullo sfondo Vivara e Ischia. Con Cenzino si facevano progetti sul futuro dell'isola, si parlava di un umanità nuova a cui volevamo dare il nostro contributo. Ci scambiavamo anche alcuni libri.

Poi, sempre in  via Garibaldi mi trovai spesso con Peppino Meglio cognato di Pasquale e conobbi suo fratello Luigi, il cugino Ferdinando e la famiglia di Michele proprietario del Bar, per cui via Garibaldi  cominciò ad appartenermi per la presenza in essa di questi nuovi amici.

Ancora oggi attraversandola sento le loro voci presenti in me, così piene da affetto e di accoglienza  da commuovermi ancora. 

Molti di questi amici di allora non sono più fisicamante tra noi, ma fanno parte di me a e parlano al mio cuore con la stessa forza e la stessa  intensità di quegli anni.  

Pasquale Lubrano Lavadera

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