L'invidia sporca la vita

da Biancaneve e i sette nani di Disney

Si afferma che una delle caratteristiche dei Procida è l'invidia. Da dove nasce e come  si può combattere?

L’invidia collettiva verso un singolo è una grave e diffusa malattia sociale organizzativa e comunitaria.
La incontriamo tutte le volte che in un gruppo si crea una certa perversa solidarietà attraverso il processo di invidia-gelosia per una persona, che diventa ostracismo e persecuzione di quella persona da parte di tutti gli altri.
E accade (quasi) sempre che i persecutori per giustificarsi trovino delle ragioni di colpevolezza del perseguitato, mascherando a loro stessi e agli altri la sola vera ragione: la gelosia-invidia.
Non è mai raro che la prima ragione della persecuzione nasca dai “sogni” del perseguitato.
Un membro di un gruppo, che si stava già distinguendo per qualche ragione, comunica ai membri della comunità un progetto di vita, un piano di riforme, una visione più grande.
Gli ascoltatori interpretano il “sogno”, e conoscendo le qualità del sognatore, credono che quei progetti più grandi dei loro potranno avverarsi realmente.
Scatta l’invidia-gelosia (sono sorelle gemelle), e non di rado il piano per eliminare il “padrone del sogno”.
Questo particolare tipo di invidia – l’invidia per i sogni degli altri -  particolarmente subdola e dannosa, si attiva per la presenza di un talento in un membro della stessa comunità (tutte le invidie si sviluppano tra pari), che è la sua capacità di sognare cose grandi e di poterle realizzare.
Questa invidia-gelosia verso l’altro nasce dalla mancanza in noi di sogni altrettanto grandi e belli.
In simili processi relazionali, la presenza del privilegio ( il valore e il riconoscimento da parte degli altri, la grandezza dei sogni) è reale,  non è inventata dagli invidiosi, è solo interpretata come minaccia invece di essere vista come un bene comune.
Per questa ragione, questa invidia (quando si sviluppa dentro le nostre comunità primarie) si cura soltanto riconciliandosi col talento dell’altro, fino a sentirlo come nostro, di tutti.

Luigino Bruni




Da Luigino Bruni, Il dono del fratello sognatore, Avvenire 15 giugno 2014

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