La Scuola deve fortificare la personalità degli alunni - L'intervista a Maria Saletta Longobardo




Riproponiamo un'intervista alla Preside Maria Saletta Longobardo dal 2013  Dirigente della Scuola Superiore di Procida  che comprende anche l'Istituto Nautico che oggi festeggia i 190 anni di attività . Sono passati 10 anni da allora ma l'intevista conserva il coraggio e la forza  che caratterizza l'impegno di una donna che sta donando a Procida  cultura, amore per l'istruzione e prospettive nuove per i nostri cittadini tutti.

 
La scuola sembra non vivere oggi un momento felice. Grandi tagli nel personale e nei finanziamenti.

L’emergenza che viviamo nella scuola è soprattutto emotiva. I tagli operati tolgono le risorse e contemporaneamente l’entusiasmo ai Collegi dei Docenti, al Personale ATA. E senza entusiasmo e passione, nella scuola è difficile ottenere buoni risultati. Qualche volta ho sentito un certo risentimento in alcuni docenti: Il Governo, il Ministro non meritano il nostro impegno…Penso che si possa non credere nel Ministro o nella linea di un Governo ma dobbiamo fare il massimo dello sforzo per continuare a credere in noi stessi, nel ruolo professionale rivestito che esige un quotidiano impegno per le giovani generazioni.

Il filosofo napoletano Aldo Masullo considera la netta separazione  e distanza tra adulti e giovani uno degli elementi fondamentali della crisi delle nostra comunità. Una sua frase: “Senza adulti non c’è progetto, senza giovani non c’è futuro!”
Purtroppo anche nella Scuola si acuisce lo scontro generazionale. Ti sembra superabile questa fase critica  e in che modo?

Per mia natura  sono ottimista e vedo il bicchiere sempre mezzo pieno e non mezzo vuoto. Per cui  vedo superabile questa crisi  di rapporti tra le generazioni. E’ necessario però parlare con i giovani, confrontarci con loro, proporre iniziative…Credo che questa sia la strada migliore. Dire anche no alle loro richieste ma sempre spiegare le motivazioni di quel no. Guadagnare la fiducia dei giovani sapendo che non è cosa scontata e poi, cosa non trascurabile, quando noi adulti sbagliamo dobbiamo saper ammettere l’errore. In tal modo si cresce insieme. In questi giorni ho incontrato  gli alunni alle prese con che le liste per le elezioni degli organi collegiali e con lo sciopero contro le riforme: erano un po’ sfiduciati per lo scarso interesse dei coetanei. Del resto lo scarso interesse per le problematiche politiche attuali è un fenomeno comune al mondo adulto…Trasformare queste occasioni in opportunità significative per affacciarsi nel campo delle responsabilità e decisioni non è semplice e non bisogna scoraggiarsi. 

Il regista Ermanno Olmi dice che se la Scuola in tutto quello che fa non dà gioia di vivere è un’Istituzione morta. Condividi?

Si!! Chiedo sempre ai docenti di trasmettere la gioia, la passione in quello che fanno. Se vogliamo limitarci alla semplice e fredda  prestazione contrattuale, non possiamo trasmettere la gioia del sapere e della scoperta, evitando il rischio di accettare una quotidiana sopravvivenza professionale ed umana
La Dirigente Longobardo con gli alunni meritevoli dell'AS 2008-2009

A Procida non sempre la Scuola è il centro vitale dei processi formativi ed educativi. Eppure, dopo la famiglia è la prima grande esperienza sociale dei giovani.

Penso che l’Istituzione Scolastica debba comunicare meglio quello che vuole rappresentare nella società. Soprattutto  per continuare a svolgere il suo ruolo importantissimo, nel corso dei cambiamenti storici e politici. La scuola deve sempre chiarire bene quale posto occupi nella società e capire come essa viene percepita dai cittadini e dalle altre Istituzioni presenti sul territorio. Mi spiego meglio: siamo noi Istituzione scolastica  che non dobbiamo fermarci a dichiarare la nostra identità, il servizio che dobbiamo offrire, il ruolo sociale che assumiamo, ma ci dobbiamo sempre domandare se tutto questo percepito sul territorio. E se la risposta fosse negativa dovremmo far di tutto  per comunicare meglio ai cittadini il  ruolo sociale che la scuola intende occupare.

Le famiglie si pongono alcune volte come antagoniste dell’Istituzione scolastica e non come alleate, e questo crea danni talvolta irreparabili nei ragazzi e nei giovani. Si può far qualcosa per superare questo atteggiamento?

Si può e si deve fare moltissimo per eliminare questa distanza con le famiglie. Dobbiamo intanto parlare di più e non limitarci alla comunicazione del rendimento quadrimestrale. E’ compito della scuola comunicare cultura a 360 gradi, coinvolgendole famiglie in dibattiti sociali, percorsi teatrali, cinematografici, artistici, di ricerca. La scuola deve essere uno spazio vitale di incontri con le famiglie, attraverso i quali si possa offrire un ventaglio di contenuti da utilizzare nella vita, che ci aiutino a capire la complessità del nostro tempo, a per risolvere i problemi educativi che la famiglia è chiamata ad affrontare. La scuola non è solo il luogo dove si dà un voto agli alunni, ma è uno spazio vivo di ricerca comune, di collaborazione fra alunni-genitori-docenti e territorio, dal momento che non esistono ricette educative vincenti..

Sappiamo tutti che la gioventù procidana è stata toccata dal triste fenomeno della droga. Molti tentativi avviati ed abortiti. Molti i  giovani che continuano in questa triste esperienza. E’ compito dell’istituzione scolastica farsi carico di questo fenomeno che ha procurato già molte morti?

La scuola non può e non deve ignorare questo aspetto. Logicamente ha bisogno di intese istituzionali e deve attuare scelte decise anche se possono apparire impopolari. Se vogliamo aiutare i nostri giovani a fortificare il loro carattere dobbiamo avere più fiducia nelle loro capacità, sapendo che tutti abbiamo bisogno di regole e di comportamenti decisi. Per esempio dobbiamo chiedere ai giovani di arrivare a scuola in orario, possibilmente a piedi, utilizzando il mezzo pubblico; durante le lezioni è necessario assumere  un comportamento corretto,  e pretendere dalla scuola una formazione adeguata alle domande del mondo del lavoro o Universitario. E in questo bisogna avere la collaborazione delle famiglie, dal momento che la scuola offre comprensione e sostegno ma anche regole e divieti. Sono convinta che fortificando la personalità dei nostri giovani diamo loro la possibilità  di sconfiggere l’indiffertenza, l’apatia e  tutte le forme di assuefazioni a droghe, alcol ed altro

Ciò che è personale viene difeso, ciò che è collettivo viene trascurato. Vediamo infatti che i grandi problemi sociali che investono tutti restano irrisolti e non si riesce ad affrontarli. Droga, traffico,degrado ambientale, mancanza di lavoro e mi fermo a questi…-  Recuperare il senso profondo del bene comune, potrebbe essere questo uno degli obiettivi primari della scuola?

E’ uno degli obiettivi primari. L’uomo è un essere sociale ed esprime questa sua socialità in un corretto rapporto con gli altri esseri e con l’ambiente che lo accoglie. Aver cura di ciò che è un bene di tutti è fondamentale per un buon funzionamento della società.
La Scuola non è di un singolo ma è di tutti, è un bene comune primario. Per cui è nostro compito aiutare i giovani e le famiglie a recuperare il senso profondo di questo bene nel senso più completo della parola e non solo come distributore di diplomi o di pasti caldi. Se il giovane percepisce questo certamente non distruggerà l’ambiente scolastico ma lo valorizzerà col proprio personale contributo. Naturalmente affinché si possa innescare tale processo virtuoso è necessario l’impegno non solo della Dirigente scolastico ma dell’intera comunità scolastica.

 

intervista a cura di Pasquale Lubrano Lavadera
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